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Categoria: Cultura italiana a Monaco
Pubblicato Giovedì, 11 Dicembre 2014 21:32

Erasmo Amato: un mondo colorato e folle

Raffaele Gatta

Monaco, 11 dicembre 2014
Non è cosa semplice parlare di artisti eclettici, perché c’è sempre il duplice rischio di generare confusione e racchiudere l’artista dentro una gabbia dorata. È il caso di Erasmo Amato che, nelle sue opere, manifesta più tecniche sovrapposte e legate tra loro, generando negli occhi dello spettatore una sorta di viaggio onirico attraverso le linee, i colori, le figure ironiche e piene di un mondo, quello di Amato, beffardo, istericamente rilucente sulle spiagge, sui marciapiedi delle cittá, un mondo di telefonini sempre accesi, talmente beffardo da risultare allo stesso tempo drammatico. Proprio questo dualismo (beffardo/drammatico) genera ancor di più, nella comprensione della sua opera, un misto di emozioni e sensazioni. Perché sia le molteplici tecniche (si passa dagli acquarelli, alle caricature, alle pirografie e ai mosaici) sia i temi trattati attraverso l’ironia, ma anche la presa di coscienza del mondo civile, fanno sì che l’artista non possa avere classificazioni ben precise, non possa essere rinchiuso in quella che chiamavamo gabbia dorata.

Un’epifania drammatica che svela un mondo, una società disturbata dai media, da un’imperante tecnocrazia, la quale non lascia spazio neanche all’amore tra due adolescenti, distratti da un banalissimo telefonino. Amato sembra proporci questo problema: dove sta andando l’umanità? In quale direzione si spinge, attraverso il processo tecnologico degli ultimi decenni?

Ovviamente i soggetti non sono solo questi, ma hanno tutti una radice comune, ovvero: l’osservazione attenta e critica del sociale, della comunità. Amato sembra essere un registratore di immagini, gesti, parole. Eppure la differenza la fa un certo sguardo, probabilmente derivato dalle origini dell’artista, uno sguardo ironico, umoristico. Uno sguardo, una firma che rende la critica sociale meno drammatica, edulcorata per l’appunto da quella sorta di benevola condivisione che l’essere umano, dietro le vesti dell’artista, conserva con il resto della comunità.

I temi chiave, a mio avviso, lo dico senza un’impostazione radicale, proprio perché come si diceva all’inizio, è difficile racchiudere i suoi lavori in uno schema ben preciso, sono: la critica sociale, l’umorismo e un certo surrealismo essenziale che richiama, come nel ciclo degli orologi, un surrealismo latino, uno tra tutti S. Dalì. Il tempo e gli orologi sono un punto dell’artista e, di fatto, una delle sue prime opere riguarda proprio questo tema. Il tempo che viola la realtà, la trasforma. Amato sembra richiamare in sé, quasi assorbendoli e plasmandoli come un demiurgo, il Dadaismo con la sua derisione umoristica delle cose, il movimento della Nuova Oggettività che descriveva il mondo con una fermezza a metà tra Realismo e Surrealismo glaciale, senza risparmiare niente a nessuno e appunto, come detto, quella punta surreale. I colori sono spesso brillanti, caldi e allo stesso tempo osceni, quasi urlati, perché servono a enfatizzare quella follia sociale, a rimarcarne uno spessore in disquilibrio.

L’artista, infine, utilizza diversi materiali, come la ceramica e il marmo. Ne è un esempio, l’opera qui in foto:

Il titolo dell’opera: Madre e casalinga ieri, interneticus oggi ..!

I materiali sono: Mosaico su legno laminato (20 mm), circa 6000 tasselli di ceramica proveniente da Vietri sul Mare (SA) e di marmo. L’artista esprime anche una dedica:  “a tutte le donne dei richiamati alle armi delle due guerre dello scorso secolo”

L’opera sarà presente ad Art Innsbruck 2015.

Per conoscere la sua biografia e alcune delle sue opere si consiglia il sito dell’artista:
http://www.amato-art.com/

 

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