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Categoria: Cultura
Pubblicato Venerdì, 06 Febbraio 2015 07:26

“Überleben – Weiterleben”

La mostra fotografica su Marcello Carrozzo al Gasteig

Raffaele Gatta

Monaco, 4 febbraio 2015.
Lunedi 2 febbraio, presso le sale del Gasteig, è stata inaugurata la mostra su Marcello Carrozzo dal titolo: “Überleben – Weiterleben” La politica europea dei rifugiati tra l’accoglienza e il rifiuto.  La mostra, organizzata da REFUGIO München, sarà visitabile fino al 3 marzo 2015.

Il fotogiornalista originario di Ostuni, che ha già all’attivo numerosissimi reportage in Siria, Libano, Giordania, striscia di Gaza, Iraq, Kenya, Congo, Tailandia, Vietnam, India e Mongolia, presenta un nuovo lavoro riguardante proprio il nostro paese, l’Italia. Documentando lo sbarco di migliaia di rifugiati sulle nostre coste, Carrozzo ha descritto la sofferenza e il dramma di uomini, donne e bambini che dall’Africa, oramai da anni, fuggono per ricominciare una nuova vita sul nostro continente, l’Europa. Una fuga prima via terra, poi attraverso quel lembo di mare che divide la Sicilia dal continente africano, una piccola striscia di mediterraneo attraversata molto spesso a bordo di imbarcazioni fatiscenti che hanno causato dal 2000 a oggi più di 23.000 vittime. Nello stesso tempo le autorità italiane, sulla base dell’iniziativa Mare Nostrum, hanno potuto tirare in salvo 140 mila rifugiati e proprio durante questi salvataggi il fotografo ha raccontato, memorizzando nella luce del bianco e nero, il destino di queste persone e l’azione di salvataggio delle nostre unità navali.

Sulle orme della Fotografia Diretta, la cosiddetta “Straight Photography” da Stieglitz a Walker Evans, Marcello Carrozzo delinea una fotografia sociale sui grandi temi del nostro tempo. Una fotografia dal chiaro impegno civile ed etico che traccia gli orizzonti del presente e del domani sulle molteplici questioni politiche e sociali. Il bianco e nero delle sue immagini ri-scrive il mondo e la realtà, senza apportare intenti ideologici. Non vi è alcun intento di mercificazione del reale, bensì un catturare l’oggettività nel suo spontaneo dramma esistenziale. Proprio l’esistenzialismo sociale, intriso da un umanismo che tende a portare verso la verità ed una corretta etica civile, sembra essere la matrice del lavoro del Carrozzo. I volti sono scavati da una luce solare che indirizza lo spettatore verso un reale-misticismo, gli occhi dei soggetti sono l’immagine del male di vivere, come avrebbe detto Eugenio Montale. I rifugiati dispersi sulle coste e gli uomini delle nostre autorità nel loro servizio di ausilio sono descritti dal fotografo, come elementi strutturali di un mondo cosi reale da risultare, infine, assurdo per il dolore vissuto.

Il mondo, sembra ancora dirci Carrozzo, è un mondo che dietro i disegni politici, i grandi discorsi sulla comprensione e la vicinanza, cela ancora molto dolore e ingiustizia.

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