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Categoria: Dall'Italia
Pubblicato Venerdì, 23 Agosto 2013 16:40

Pagine Viaggianti

Intervista a Monica Maggi che ci presenta il suo progetto PAGINE VIAGGIANTI

Maria Cristina Picciolini

Orbetello, 23 agosto 2013.
Pagine Viaggianti di Monica Maggi non è un libro, non è un sogno e neanche un film ma un idea brillante che le è saltata in mente in un giorno di quelli dove l’ottimismo, la passione e i desideri cercavano risposte concrete e si sono appoggiate da qualche parte per raccogliere le energie giuste.

In un momento dove giornali e riviste impazzano quotidianamente di articoli imbevuti quasi esclusivamente di cronaca e di politica italiana, Monica Maggi, giornalista, libraia e poeta, con tanta carica di inventiva, ci distrae con un progetto affascinante, trascinandoci in due sotterranei della metropolitana di Roma per mostrarci cosa vuol dire per lei, e per tanti altri, comunicare scambiando cultura e occupandosi di solidarietà. 

INTERVenti (IV): Ciao Monica, ci vuoi raccontare brevemente di cosa tratta il progetto Pagine Viaggianti?
Monica Maggi (MM): Si tratta di un'idea molto semplice: regalare libri che la gente prende e porta con sé. Regalare libri vuol dire regalare bellezza, cultura, momento di riflessione per ascoltare l'altro, guardarlo negli occhi, accettare l'offerta, condividere il momento immediato (brevissimo ma infinito) di questa emozione. Si sarebbe potuto organizzare ovunque, ovvio. Ma la collocazione di "Pagine viaggianti" non è stata un caso.

IV: Quando è nato e per quale scopo?
MM: È nato su sollecitazione di una cara amica. Camminavo per via dei Cerchi, bellissima strada di Roma centro, ero al telefono con lei, parlavamo di poesia (la mia passione). Quando lei esclama “ma proprio tu e Libra non fate nulla per il 23 aprile (Giornata Mondiale del Libro ndr)?“
Ecco che allora chiamo le Biblioteche di Roma, loro mi dicono di passare e lasciare un progetto, io arrivo, salgo al sesto piano, scrivo di getto l'idea e la invio per mail alla direzione progetti.  Il tempo di scendere ed era stato già depositato. Le mie idee nascono e si realizzano così...
Lo scopo è sempre quello, l'unico che mi spinge a produrre eventi in non-luoghi: regalare la bellezza della cultura. Regalare un momento di emozione che si riproduce. L'emozione non è finita come un oggetto, può durare anni perchè alberga nella nostra anima. 

IV: Perché hai scelto proprio la metropolitana come punto di comunicazione? Ha un significato particolare per te?
MM: Perchè la metro ha due significati. Il primo è all'opposto della cultura e della sua bellezza: è un luogo frettoloso, freddissimo, impersonale, anonimo, esasperato. Il secondo: la metro è il fascino del viaggio, dello spostamento, di centinaia di vite che vanno e vengono in un attimo.
A tutto questo io ho voluto contrapporre la provocazione del tempo lento del libro.

IV: Per cui i libri diventano pagine che viaggiono all’interno delle stazioni metro. Ci vuoi spiegare di preciso come ti sei organizzata?
MM: Ho chiesto il Patrocinio e il sostegno di Atac Roma, l'azienda dei trasporti romani.
Poi ho lanciato in rete un appello a cui hanno risposto anime bellissime, ben trentanove volontari che mi hanno offerto gratuitamente una parte della loro giornata, presiedendo le due postazioni: Cornelia (metro A) e Santa Maria del Soccorso (metro B).
Abbiamo dovuto coprire 12 ore (dalle 8 di mattina alle 20 di sera) in modo da poter offrire libri a tutti i viaggiatori (sia lavoratori che studenti che disoccupati). In precedenza avevo raccolto libri che in genere la gente butta o tiene in soffitta. Questi sono stati il serbatoio di partenza.
Poi avevo invitato scrittori a presentre spontaneamente o a leggere passi di loro libri o libri altrui, molto amati. Il tutto con artisti e musicisti che avrebbero improvvisato performance. 

IV: Ci vuoi raccontare dei momenti particolari che hai vissuto in quelle ore di scambi?
MM: Il signore filippino che, pur di prendere l'enciclopedia che gli aveva rapito il cuore, è tornato a casa, ha preso i volumi e ha mantenuto la sua promessa di tornare.
Poi il ragazzo che dalla metro Cornelia ha fatto il giro lungo fino a Santa Maria del Soccorso (un’ora di metro in totale) per scambiare altri libri.
Grazie anche all'attore a tempo perso che è tornato due volte con la busta di plastica e i libri da lasciare per "qualcun altro che ama il giallo come me..." e la signora con il carrello della spesa e decine di Harmony e romanzi vari: "Mi hanno salvato la vita durante notti e notti in ospedale, magari fanno del bene ad altri". O la signora indimenticabile, sicuramente dell'India, che ha preso il suo "Gattopardo" e prima di andar via ha baciato prima la copertina e poi me sulle guance. 

IV: Come ha reagito il comune di Roma di fronte alla tua idea? Hai dovuto chiedere dei permessi speciali, hai trovato delle difficoltà?
MM: Il Comune mi ha dato tutto il sostegno del caso. Sono stati splendidi e collaborativi, un po' stupiti da un'idea tanto insolita quanto banale.
Ho dovuto chiedere permessi all'Atac, questo sì: le metropolitane sono un luogo di sicurezza molto delicato. Ma fatto questo, è stato tutto semplicissimo. Inoltre, all'interno della giornata, vi sarebbero state presentazioni spontanee, letture, musiche e performance semi-teatrali. Ho dovuto elencare nome per nome le presenze previste.

IV: Hai intenzione di proporre l’iniziativa in qualche altra città di Italia?
MM: Se potessi sì. Vorrei (la mia anima si illumina al pensiero) che ogni metropoli, in occasione del 23 aprile, diventasse un momento di bellezza grazie al libro e al contatto umano che permette.

IV: Quale è stato lo scopo dell’iniziativa nell’aprile del 2013 e quale sarà quello della prossima quando sarai di nuovo nella scena metropolitana romana? Ci saranno delle modifiche?
MM: Vorrei che la gente guardasse alla cultura come a un bene e a un patrimonio globale, generale, gratuito, di tutti. La cultura non è un prodotto, la cultura è emozione e identità.
Per novembre (o dicembre, la data è da definire) vorrei spostarmi in altre due fermate metro ma più centrali (Spagna A e Piramide B) e un sabato pomeriggio.

IV: Questa iniziativa nasce all’interno di un associazione, dove tu sei il presidente. Ci vuoi parlare di quali altri progetti si occupa l’associazione?
MM: L’associazione culturale LIBRA nasce nel 2010 a Morlupo inizialmente come vera e propria libreria, negli ultimi mesi abbracciando la filosofia dell’itineranza. LIBRA si muove su tutto il territorio nazionale creando eventi che abbiano come fine la fruizione della cultura  in tutte le sue forme, con uno sguardo più attento nei confronti della poesia. Dalla libreria, chiusa fra quattro mura, difficilmente raggiungibile da tutti, come associazione ho scelto di scendere in piazza, di cercare luoghi e atmosfere sempre diverse per creare momenti unici che diano l’occasione, ad artisti impegnati nelle diverse discipline, di potersi esprimere.
Dunque non più un luogo ma tanti luoghi in cui i linguaggi artistici, nella loro bellezza, si intersecano e fondono creando eventi dove l’arte diviene linguaggio universale fruibile a tutti.

IV: Che destino attende ai libri che rimangono senza un viaggiatore?
MM: Case famiglia, scuole, penitenziari, biblioteche di quartiere, centri culturali di periferia. Ecco dove andranno (e sono andati) i libri di Libra e di PAGINE VIAGGIANTI.

  

Tutto questo nasce il 23 aprile del 2013 in occasione della giornata mondiale del libro patrocinata dall’Unesco, per promuovere la lettura. Libri che si trasformano in pagine viaggianti per dodici ore di distribuzione gratuita, ha tenuto impegnati, 39 volontari, 700 libri e la sorpresa di tanti pendolari che si fermavano a leggere e portavano via un libro e ne riportavano un altro da casa.

Chiunque fosse interessato a portare libri o a effettuare opera di volontariato per la prossima iniziativa si prega di mettersi in contatto con Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.  

 

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