Dettagli

Editoriale 2010-3

Nella Roma barocca e papalina del XVI secolo, il giornalismo era ancora ben lungi dall’essere strumento di informazione e democrazia. La denuncia dei misfatti del potere aveva luogo attraverso le “Pasquinate”, dal nome dato alla vecchia statua divenuta poi simbolo parlante della satira politica più tagliente. Da quei tempi ad oggi in Italia le cose non sono cambiate molto e chi ha il potere ne fa un uso spesso opinabile. Da qualche settimana il mondo dell’informazione è in subbuglio per via di una nuova legge che limita la libertà di stampa. La cosiddetta “legge bavaglio” vieta agli editori dei giornali, pena gravi sanzioni, la pubblicazione dei contenuti delle intercettazioni telefoniche, strumento utilizzato nelle indagini a carico di reati importanti, in primis quelli di mafia e corruzione. Il governo ha ritenuto necessario tale divieto dopo che alcuni giornali avevano pubblicato colloqui telefonici troppo “aperti”, per non dire compromettenti, di uomini politici d’alto livello. Un’altra legge, cosiddetta “milleproroghe”, dimezzerà i contributi per la stampa estera. I tagli riguarderanno ben 150 testate che danno voce agli italiani all’estero e le cui edizioni cartacee potrebbero divenire un lusso non più sostenibile. Ma i tagli non saranno bavagli.
Nell’era di internet chi impone il silenzio forzato non può sperare di farla franca. Non una, ma cento statue parlanti gemelle di Pasquino verranno erette nei luoghi più disparati del pianeta, dove la lingua italiana ha bocche e orecchie e, con queste, motivi e ragioni per elevare la sua protesta.
La redazione

Joomla Plugin
   
Cookies make it easier for us to provide you with our services. With the usage of our services you permit us to use cookies.
More information Ok Decline