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Categoria: Editoriali
Pubblicato Domenica, 21 Novembre 2010 19:54

Editoriale 2005-2

Cinquant’anni fa veniva stipulato l’accordo bilaterale italo-tedesco per l’invio di manodopera in Germania. I tedeschi si trovavano allora nel pieno di uno sviluppo economico formidabile, cresciuto sulla vergogna delle macerie di 10 anni prima. La nazione del Marco poteva permettersi di richiedere ed ospitare migliaia e migliaia di lavoratori stranieri che per mezzo secolo avrebbero contribuito in maniera non indifferente a quel miracolo economico. Cinquant’anni dopo i Gastarbeiter non sono più ospiti così graditi? Ora milioni di tedeschi sono disoccupati e, con sempre meno euro in tasca, alle prese con un sistema severo di assistenze e sussidi. Molti hanno cominciato già da tempo a diffidare non solo degli stranieri che vivono della Sozialhilfe ma anche, cosa davvero nuova per i teutonici, della loro stessa classe governante. Prima il cittadino si sentiva partecipe di quel solido sistema sociale che lo proteggeva e sosteneva, mentre Ich bin doch nicht blöd! è il motto di questi giorni. Eppure tanti tedeschi sono ancora molto affezionati a quelle culture che hanno contaminato la loro ubriacandola con vino, olio d’oliva, aceto balsamico e cappuccino. E molti ancora sono legati a ricordi di vacanze, sole, arte ed atmosfera del sud, e, in moltissimi casi, si sono addirittura “incrociati” con i Gastarbeiter. A quarantacinque anni dal gemellaggio di Monaco di Baviera con Verona questo legame di cuore, anzi “di pancia”, come direbbero loro, è sempre stretto. Del calore e della passione di quest’amicizia “tra-i-venti” è testimone – tra l’altro – il dono della Cassa di Risparmio di Verona: la bella Giulietta di bronzo è esposta da tre decenni proprio nel cuore di Monaco, sotto le arcate del Palazzo Vecchio del Comune. Sola senza il suo Romeo ma sempre ornata con fiori posti da mani sconosciute.
La redazione

(2005-2 pag 4)

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