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Categoria: Salute
Pubblicato Domenica, 13 Maggio 2012 15:40

Un'altra Italia

Da anni attiva nei molteplici scenari di guerra del pianeta, l’organizzazione umanitaria italiana Emergency è stata presentata il 5 maggio scorso a Monaco

Neben dem Italien der Korruption und der Kriminalität existiert auch ein anderes Italien. Ein diskretes und leises Land, von dem man wenig spricht. Ein Land, das von den Menschen lebt, die  anderen Menschen ehrenamtlich in verschiedenen Organisationen helfen. Eine dieser Vereinigungen heiβt Emergency und pflegt Kriegsopfer in den gefährlichsten Ländern der Welt. Cecilia Strada, Tochter des Chirurgen und Gründers dieser Organisation, Gino Strada, hat am 5. Mai die Aktivitäten von Emergency bei einer Veranstaltung in München vorgestellt.

Pasquale Episcopo

Monaco, 13 maggio 2012.
I luoghi sono quelli che anni di cronache di guerre lontane ci hanno abituato a sentire da una radio, a vedere nello schermo di un televisore, a leggere sulle pagine di un quotidiano. Iraq, Sudan, Darfur, Palestina, Sierra Leone, Afghanistan. Le guerre sono quelle che al loro inizio hanno suscitato la nostra indignazione.

Poi è seguita l’abitudine, poi ancora l’assuefazione, infine l’indifferenza. Ma dietro l’indifferenza di molti, è riuscita a farsi spazio la solidarietà di chi ha voluto offrire il proprio aiuto. Grazie al quale oltre quattro milioni e mezzo di vittime sono state assistite, curate, sottoposte a interventi chirurgici. In molti casi salvate.


Le persone che hanno reso possibile questo risultato sono i medici, gli infermieri e i volontari di una organizzazione tutta italiana e il cui nome è Emergency.

Persone accomunate dalla medesima passione: salvare vite umane, portare soccorso e assistenza direttamente nei luoghi dell’emergenza, offrire un trattamento medico qualificato, a largo spettro e completamente gratuito. 



Assai nota in Italia, dove è nata diciotto anni fa, ma ancora sconosciuta in gran parte d’Europa, Emergency è stata presentata al pubblico di Monaco in una manifestazione che ha avuto luogo il 5 maggio scorso nella sede monacense del Deutscher Gewerkschaftsbund (DGB, Unione tedesca dei sindacati ndr). Erano presenti la presidente Cecilia Strada, figlia del chirurgo e fondatore Gino Strada, il chirurgo Marco Garatti e il corrispondente della TAZ (Tageszeitung) Michael Braun. In una sala gremita è stata allestita una mostra fotografica e sono stati raccontati fatti, episodi e vicende che hanno evidenziato da una parte il carattere dell’organizzazione e le ragioni della sua esistenza, dall’altra i rischi e i pericoli ai quali essa è esposta, nonché le accuse, gli attacchi e le calunnie di cui è stata fatta oggetto.

Particolare enfasi è stata data a eventi drammatici come il sequestro di Francesco Azzarà, operatore addetto alla logistica, avvenuto nel Darfur nel 2011 e durato oltre quattro mesi, come anche alle calunnie ignominiose che hanno colpito l’organizzazione con l’accusa, rivelatasi poi infondata, di favorire il traffico clandestino d’armi in Afghanistan.

Sul ritrovamento di una scatola contenente pistole ed esplosivi, avvenuto nella primavera del 2010 nell’ospedale di Laschkar Gah, Cecilia Strada ha voluto fornire particolari che hanno messo in luce la malafede di cui può divenire bersaglio un gruppo di persone che, nonostante le finalità umanitarie, si trova poi inevitabilmente a fare i conti con la politica e con i suoi interessi occulti, nascosti dietro la guerra e perseguiti con la sopraffazione e con la forza delle armi. Ed è qui che, palese nelle parole della sua presidente, è emersa la vocazione politica dell’organizzazione. Quella di voler promuovere, con la sua stessa esistenza, una cultura di pace con cui combattere e rimpiazzare la logica della guerra.

Recentemente la lotta di Emergency si è rivolta anche verso un altro fronte, quello della povertà, certamente meno violento della guerra, ma che pure miete numerose vittime, e lo fa persino in un paese industrializzato come l’Italia. Qui l’organizzazione umanitaria ha realizzato, nel 2006 a Palermo poi nel 2010 a Marghera, due poliambulatori mentre altri due ambulatori mobili si spostano sul territorio. Al termine della manifestazione la signora Strada ha sottolineato l’importanza dei sostenitori e delle loro donazioni: nel 2010 la raccolta è stata di oltre trenta milioni di euro che sono stati destinati per il 94% ai programmi umanitari, mentre solo il 6% ha coperto i costi amministrativi e di gestione.

In sintesi Emergency è l’espressione e al tempo stesso la coraggiosa realizzazione di un bisogno umano generoso e nobile. È lo sforzo di migliaia di volontari italiani attivi in prima persona e anche di tutti coloro, e sono centinaia di migliaia, che li sostengono con le loro donazioni. Persone comuni che hanno deciso di guardare il mondo con gli occhi dei più deboli e di prodigarsi per garantire loro di poter ricevere cure umane e dignitose.

La manifestazione è stata organizzata e realizzata nell’ambito dell’iniziativa “Un’altra Italia” grazie all’impegno delle associazioni culturali Circolo Cento Fiori e Rinascita ed ha avuto il patrocinio del Kulturreferat (assessorato alla cultura ndr) di Monaco, della Münchner Volkshochschule e del DGB, che ha fornito la sede. Sono state invitate e/o hanno preso parte svariate associazioni di volontariato attive sul territorio. Precisamente: Amnesty International, il Bayrischer Flüchtlingsrat (consiglio bavarese dei profughi ndr), il gruppo “Beati i Costruttori di Pace”, la Caritas-Akademie der Nationen, l’IPPNW (International Phisicians for the Prevention of Nuclear War - Medici per la prevenzione della guerra nucleare e per la responsabilità sociale, ndr.), l’Internationaler Versöhnungsbund (la Lega internazionale dei profughi ndr), il Münchner Bündnis gegen Krieg und Rassismus (federazione monacense contro la guerra ed il razzismo ndr), il Münchner Friedensbündnis (Lega monacenze per la pace ndr). Illustre assente la Süddeutsche Zeitung e, da giornalisti, non possiamo che rammaricarcene.

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