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Perle del Lazio, preziose ma sconosciute

Un itinerario insolito che esclude volutamente la Città eterna, alla scoperta di borghi, santuari, cascate d’acqua e… perché no? di specialità che deliziano il palato del turista più curioso

Einige Insider-Tipps für Ihren nächsten Besuch im Latium.

Nicoletta Curradi

Firenze, 4 giugno 2012.
Tappe fondamentali del "Grand tour" tra Sette e Ottocento, Roma e il Lazio rappresentano ancor oggi alcuni dei luoghi prediletti dal turista italiano ed internazionale, sia che arrivi in nave da crociera, sia in aereo, sia in treno o in auto.

Però spesso il cupolone di san Pietro, il Colosseo e Trinità dei Monti, tra le principali attrazioni dell'Urbe, assorbono così tanto tempo che non rimane molto spazio per godere delle numerose ricchezze di cui il Lazio dispone.

Proviamo perciò a percorrere insieme un breve ma intenso itinerario alla riscoperta di luoghi meno noti, ma non per questo meno interessanti sul piano storico, culturale, artistico, religioso e gastronomico.

La zona compresa tra Toscana, Umbria ed alto Lazio è definita in genere oggi con il toponimo Tuscia, dal latino tuscia.

Si tratta cioè del territorio abitato dai tusci, ovvero dagli etruschi, plurale del latino tuscus, forma contratta di etruscus. Molti sono infatti i legami storico-culturali esistenti tra Toscana e Lazio, al di là dell'attuale confine amministrativo che separa le due regioni.

La presenza etrusca nella provincia odierna di Viterbo, nel Lazio, è ampiamente testimoniata dalle numerose necropoli rinvenute sul territorio e dai reperti rinvenuti sul colle del Duomo viterbese. Nel cuore della Tiscia, nei pressi di Grotte di Castro, proprio al confine con la Toscana, esiste una realtà agricola importante, la Ma.De.Co.,una storica azienda locale (la sigla ricorda i nomi dei soci fondatori) caratterizzata da un grande amore per la terra ed i suoi frutti.

E' opportuno  ricordare che la  Tuscia viterbese è una terra vulcanica particolare ed incontaminata da cui si ricavano prodotti di alta qualità legati al territorio come i legumi: lenticchia della Tuscia, fagiolo tondino gradolese, fagiolo solfino viterbese, cicerchie maremmane e molti altri con cui si preparano squisiti piatti della cucina locale, come quella proposta dalla "Domus La Quercia", a due chilometri da Viterbo, presso il bellissimo santuario della Madonna della Quercia. Varcando la porta, pare proprio di entrare in una chiesa fiorentina. Il santuario viterbese, a Bagnaia, è stato disegnato da Giuliano da Sangallo e l'annesso museo di ex-voto si presenta ricco ed unico nel suo genere.

Ovviamente si consiglia una visita alla stupenda città di Viterbo, il cosiddetto "buen retiro" dei papi, con i suoi gioielli: il Palazzo e la Loggia dei Papi e tante stupende chiese… Tornando alle delizie del palato, una piacevole sorpresa gastronomica locale è la patata viola Vitelotte, una patata dolce e morbida, proveniente dal Perù, coltivata oggi anche in Italia, coniugando le proprietà del prodotto alle caratteristiche uniche del territorio dell’alta Tuscia viterbese. Il colore viola di questo tubero è dato dalla presenza degli antociani, che attribuiscono il tipico colore blu-violetto a mirtilli, melanzane, uva nera, notevole fonte di antiossidanti naturali. Patata antica, con una tradizione pluricentenaria, resiste alle malattie ed alla siccità e non necessita di molti fertilizzanti, né di particolari antiparassitari. Per la sua forma bitorzoluta e il colore scuro della buccia è detta anche "patata tartufo". Altra "delizia" tipica locale, il salume detto susianella, prodotto anche dall'Azienda Agricola Stefanoni.

Per poter ammirare un'altra bella zona del Lazio, spostiamoci verso sud, lungo l'autostrada A1, eludendo sempre l'area della capitale, per entrare nel cuore della Ciociaria. La zona è chiamata così per le calzature degli antichi abitanti, le cosiddette "ciocie". 

 Ecco dunque la città di Atina, in provincia di Frosinone, che  con tutta probabilità era una città volsca, situata lungo la strada che congiungeva Sora con Casinum. Nel IV secolo a.C., quando il potere dei Sanniti venne in contatto con i Romani, appartenne alla Lega Sannitica. Atina svolgeva un ruolo importante non solo per le vie di comunicazione tra Sannio, Campania e basso Lazio, ma anche per la vicinanza alle miniere di ferro del monte Meta. Conquistata dai Romani, divenne prefettura e poi municipio, fornendo alla repubblica e all'impero validi amministratori e militari: Cicerone la definì "Atina madre di molti uomini illustri, tanto che nessuna città d'Italia può dirsi più ricca".

Cosa c'è vedere oggi di interessante in questa città? Il Palazzo Cantelmo, detto anche palazzo ducale, sede comunale, costruito dopo il terremoto del 1349, nello stesso luogo dove era posta la rocca dei d'Aquino. La facciata presenta due torrioni, di cui solo il destro è compiuto, bifore gotiche e rosoni, mentre sul portone d'ingresso è raffigurato un bassorilievo romano. Molti sono i resti di colonne e le epigrafi. Al piano nobile un salone di grandi dimensioni, con bifore e rosoni, presenta un grande mosaico romano, famoso in quanto rappresentato in molti libri di storia, in tessere bianche e nere, databile intorno al II sec. d. C. e raffigurante, oltre a motivi geometrici, un guerriero sannita in quattro posizioni di assalto. Il mosaico, che è stato asportato da una domus scoperta nel 1946, ci porta a ricordare che Atina in tempi antichi ha avuto una cultura fortemente sannita, come mostra la foggia del copricapo del costume del guerriero.

Sempre in provincia di Frosinone non può mancare una breve sosta a Isola del Liri, paese completamente circondato dalle acque del fiume Liri: si tratta davvero di uno spettacolo unico al mondo!

Ma vediamo di assaggiare i prodotti tipici di questa provincia: merita indubbia attenzione la DOCG Cesanese del Piglio, la prima della regione Lazio, dai vitigni autoctoni e molto antichi, come quelli vinificati dall'azienda Casale della Ioria, che svolge un lavoro intenso, continuo e appassionato. Il vino che scaturisce in purezza dal vitigno autoctono di Esperia Olivella è davvero eccellente. Anche l’azienda agricola La Ferriera con il suo Dorato Igt e il Realmagona Riserva Atina Doc si attesta in ottima posizione nel panorama vinicolo locale.

Ma ci sono anche ottimi formaggi, dolci e creme di tartufo...

Scendendo ancora più a sud è da non perdere una visita a Priverno, in provincia di Latina, per ammirare l' Abbazia di Fossanova. All'inizio del XII secolo i monaci cistercensi giunti in Italia si sono sistemati a Fossanova, dove da qualche tempo i benedettini vivevano sui ruderi di un'antica villa romana. Fossa Nova, all'epoca, indicava un fosso di scolo che andava risanato. Nella famosa abbazia, iniziata nel 1187 e ultimata nel 1208 con l’intervento di papa Innocenzo III, si può vedere la stanza dove il 9 marzo 1274 morì San Tommaso d’Aquino. Tra le numerose eccellenze enogastronomiche del territorio, spicca l’Azienda Agricola biologica Paola Orsini (www.olioorsini.it), che vanta 4.000 piante secolari, oltre a mandorli e agrumi. Tra i prodotti ci sono olio biologico, miele agrumato ed una linea di cosmetici a base di olio extravergine biologico. E come non citare il dolce "di Cicerone", elaborato sulla base di un’ antica ricetta di Marco Gavio Apicio dal pasticcere Alfonso Troiano di Formia (www.pasticceriatroiano.it) ?. E l'acqua minerale Suio, l'unica priva di nitrati ? Viene esportata perfino in Canada...

Questo e molto altro da vedere e gustare nel cuore del Lazio…

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