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Pubblicato Lunedì, 07 Marzo 2011 22:57

Si interviene quando, dopo aver ascoltato, si sente la necessità di parlare. Intervenire, cioè partecipare attivamente, invece di chiudersi in un ghetto o in una torre d’avorio. INTER VENTI anche come – italiani e tedeschi - sospesi tra i venti che spingono ora verso sud, ora verso nord. Sono proprio coloro che si trovano in questa situazione di andirivieni fisico o mentale ad avere tutte le carte in regola per diventare una risorsa, uno strumento vivace, diretto e quindi efficace per un produttivo interscambio culturale, sociale ed anche economico tra Italia e Germania.

Noi amiamo questi venti che ci hanno arricchito di culture diverse.

Altri venti, invece, ci fanno paura. Sono i venti che diffondono parole belle, come pace, sicurezza, difesa, democrazia dando, però, loro contenuti ben diversi. Se ne servono per imporre la logica assurda secondo la quale il terrorismo si combatte fecondando con ancora più odi e più miseria quel terreno da cui esso ricava la sua manovalanza disperata. La logica per cui civiltà, progresso, sicurezza possano scaturire dal lutto, dalla distruzione, dal saccheggio di risorse, dall’inquinamento dell’ambiente. Queste sono logiche che noi della “Vecchia Europa” difficilmente possiamo seguire.

L’esperienza che ognuno di noi - soprattutto noi che viviamo all’estero - ha dietro di sé ci ha insegnato che il contatto, il dialogo, il confronto e la comprensione tra realtà ed idee diverse fanno crescere l’individuo, la società, la cultura, l’economia.


Editoriale del primo numero di INTERVenti (Febbraio 2003)

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