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Categoria: Cultura italiana a Monaco
Pubblicato Martedì, 16 Aprile 2019 07:03

Monaco di Baviera e Arena di Verona: un idillio di lunga data

Intervista a Cecilia Gasdia, apprezzata cantante e nuova sovrintendente della Fondazione Arena di Verona

Antonio Pellegrino

Monaco, 14 aprile 2019.
Innanzitutto le nostre congratulazioni per il nuovo incarico. Dopo una carriera coronata da grandi successi, quali sono i motivi che L'hanno spinta ad assumere questo nuovo ruolo?
L’Arena di Verona rappresenta la mia culla, la madre e la migliore amica. Qui ho iniziato a cinque anni a vedere gli spettacoli d’opera con gli occhi di bambina colmi di stupore ed entusiasmo.
Qui ho trascorso tanti indimenticabili estati della mia giovinezza  partecipando come comparsa e artista del coro.
Qui ho mosso i primi passi come solista e da oltre un anno l’Arena mi ha chiamato al “posto di comando” per mettere a disposizione tutta l’esperienza accumulata in tanti anni di carriera.

Come affronterà questo nuovo ruolo ossia questi nuovi ruoli: Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona?  
L’Arena e Verona mi hanno dato tantissimo e ora voglio dare io qualcosa a questa città e questo teatro. La mia esperienza mi permette di avere un occhio di riguardo non solo alla gestione ma anche alle scelte artistiche migliori, magari accompagnando con consigli mirati chi deve affrontare questo palcoscenico immenso la prima volta e ne prova reverenza, timore e responsabilità, come è giusto che sia. Negli ultimi anni ho inoltre diretto l’Accademia per l’Opera Italiana di Verona, che è un polo ministeriale di alto perfezionamento sul teatro musicale: il budget era decisamente inferiore ma, rimboccandoci le maniche, i risultati sono arrivati. So bene, quindi, che quello del manager è un mestiere molto diverso da quello da cantante, ma la mia esperienza sul palcoscenico mi è certamente d’aiuto. 

Questo attività sono conciliabili tra di loro? Visto che p.e. da Sovrintendente dovrà prendere delle decisioni a livello burocratico-amministrativo?
Il bilancio è senz'altro positivo sia come sovrintendente che come direttore artistico! Sono entrata nell'ultimo anno del triennio della legge Bray, sotto piano di risanamento, e avevo il compito di portare a termine il lavoro iniziato dal Commissario di Governo. Problemi ce ne sono stati molti, ma dopo un anno dal mio insediamento sono contenta perché, prima cosa  siamo riusciti a riportare la Fondazione Arena, cosa assolutamente non scontata, ad un regime normale. Ad esempio i lavoratori della Fondazione hanno subito per tre anni un taglio di stipendi per due mesi e il corpo di ballo era stato chiuso, ma, grazie a dei finanziamenti e al maggior sbigliettamento dei nostri spettacoli, abbiamo riportato in bilancio le retribuzioni dei dodici mesi per i lavoratori stabili e fatto una programmazione con più alzate di sipario rispetto al 2018. 

Secondo quali criteri stabilirà il cartellone della prossima stagione? Allestimenti aperti al grande pubblico?
Il cartellone 2019 offrirà cinque titoli, una grande serata per il 50° anniversario di collaborazione fra Arena e Plácido Domingo, due serate di Roberto Bolle e una serata di Carmina Burana che avrà sul podio una grande sorpresa. I cast sono veramente di grande livello e curati in ogni singola rappresentazione. Per l’inaugurazione ho scelto La Traviata di Verdi: ci sarà un nuovo allestimento kolossal di Franco Zeffirelli, il grandissimo Maestro che all’età di 96 anni ha accettato con entusiasmo questo nuovo impegno, per la gioia di tutti noi, del pubblico e delle generazioni future.
Tanti i nomi celebri: Daniel Oren, Marco Armiliato, Pier Giorgio Morandi, Francesco Ivan Ciampa, Battistoni, Aleksandra Kurzak, Lisette Oropesa, Anna Pirozzi, Tamara Wilson, Maria José Siri, Saioa Hernandez, Svetlana Kasyan, Ksenia Dudnikova, Ruth Iniesta, Hui He, Murat Karahan, Fabio Sartori, Martin Muehle , Enkhbat Amartuvshin, Simone Piazzola, Erwin Schrott, Dmitry Beloselskiy, Rafael Siwek.
E grandi eventi come Leo Nucci che sarà Germont in Traviata, un gala speciale di Traviata il primo agosto che vedrà sul podio Marco Armiliato  con Lisette Oropesa (Violetta), il ritorno di Grigolo in Alfredo Germont e Plácido Domingo come Germont Padre.
Con grande gioia annuncio il debutto all’Arena di Verona di Anna Netrebko che sarà Lenora nel Trovatore assieme a Yusif Eyvazov, Dolora Zajick e Luca Salsi.

Fino a che punto il nuovo incarico deve tener conto delle influenze politiche ossia quale è la politica culturale che seguono l'amministrazione comunale, regionale?
Questa amministrazione comunale ha voluto per la prima volta nominare un’artista alla direzione di un teatro, quale figura esperta del settore. Questo incarico comporta quindi una grossa responsabilità che però è in parte mitigata (oppure alleviata) dal sostegno e dalle dimostrazioni di fiducia che costantemente ricevo. L’idea è quella di lavorare tutti insieme uniti nel raggiungimento di uno scopo comune. Anche la Regione Veneto si interessa sempre di più alla Fondazione in un’ottica di collaborazione sinergica per portare avanti progetti culturali in tutto il territorio veneto. Ovviamente rimane viva la speranza che anche il nostro Ministero della Cultura abbia la possibilità di sostenere maggiormente i teatri dal punto di vista economico, sulla scia  di ciò che avviene in gran parte dei Paesi d’Europa.

Ha dei progetti rivolti ai giovani?
A livello nazionale si deve certamente fare di più, attraverso l’Istruzione ma anche in ogni strato del tessuto sociale: l’Italia, rispetto ai tanti paesi che linguisticamente utilizzano lo stesso termine per “suonare” e “giocare”, ha ancora molta strada da fare. Sia che diventi una professione o solo un consumo, la musica in generale deve entrare in contatto coi giovani, anzi, prima ancora, coi bambini, con gli infanti. È una necessità, un istinto ancestrale che, una volta (ri)scoperto, risveglia e amplia le emozioni, arricchendoci, elevandoci. Tutti dovrebbero concretamente avere la possibilità di sentirle ed eseguirla, sin dalla più tenera età. 

Con i suoi numerosi istituti la Germania ha conquistato il mercato asiatico. Ossia numerosi studenti si stabiliscono nelle varie città tedesche per studiare canto, composizione, direzione, vari strumenti. L'Italia con la sua tradizione sarebbe predestinata a tale offerta. Invece sembra di aver dimenticato questo importante ruolo. 
La valorizzazione dei giovani talenti è sempre al primo posto, anche perché io stessa all’inizio della mia carriera nel 1980 ebbi la fortuna di essere molto valorizzata e sempre aiutata dai grandi Direttori Artistici dell’Epoca. Ogni anno in Arena e al Teatro Filarmonico scelgo giovani cantanti tramite audizione, ma anche tramite accordi col nostro Conservatorio di Verona e con altre Accademie.
Ho in progetto di aprire un’accademia anche dentro la Fondazione Arena per dare ancora più possibilità ai giovani di farsi conoscere e fare esperienza in palcoscenico.
Inoltre un’opera all’anno al Teatro Filarmonico sarà totalmente messa in scena da registi, scenografi, costumisti e cantanti provenienti da scuole veronesi con indirizzo specifico.

Monaco di Baviera e Arena di Verona: un idillio di lunga data. Come pensa di rafforzare questo legame?
Il pubblico tedesco ama molto la musica e l’Opera ed è particolarmente affezionato all’Arena di Verona. Questo concerto è proprio dedicato al pubblico come ringraziamento, ma anche come stimolo a continuare ad appassionarsi ai nostri spettacoli, ogni anno più affascinanti. 

Quali sono le Sue aspettative per il concerto programmato all’Herkulessaal di Monaco di Baviera?Il filo che segna il programma è dettato sicuramente dalla duttilità vocale e dalla grandezza dei tre artisti e comprende molte pagine immortali amatissime dal pubblico e appartenenti al grande repertorio della Fondazione Arena di Verona. Un lungo viaggio nella storia dell’Opera Ottocentesca.

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