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Non solo bella

Quando la bellezza si unisce alla bravura. I successi del ministro Maria Elena Boschi

Pasquale Episcopo

Monaco, 16 ottobre 2015.
È riuscita dove la politica italiana aveva fallito per oltre trent’anni: la riforma del sistema parlamentare italiano e la fine del cosiddetto bicameralismo perfetto. E al suo nome è legata anche un’altra importante riforma dello stato, la nuova legge elettorale.

Nata a Montevarchi in Toscana nel 1981, Maria Elena Boschi è cresciuta a Laterina, minuscolo comune in provincia di Arezzo. Di educazione cattolica, ha conseguito la maturità classica nel 2000 con 100/100. Si è laureata all’Università di Firenze in Giurisprudenza e ha poi conseguito un master in diritto societario. Ha conosciuto Renzi solo dopo la sua elezione a sindaco di Firenze: “mi è piaciuto molto il suo lavoro sulla città, il coraggio di osare». Subito sono diventati amici.

Il 22 febbraio 2014 è stata nominata, prima donna nella storia della Repubblica, Ministro per le riforme costituzionali. Ha inoltre ricevuto l’incarico di Ministro per i rapporti con il Parlamento con delega all'attuazione del programma del governo Renzi. Insieme al premier ha avuto, fin dai primi mesi di attività del governo, una fitta serie di incontri con le diverse forze politiche. La proposta di modifica costituzionale contenente l'abolizione del senato e la fine del bicameralismo perfetto è nata proprio da questa intensa attività di negoziazione in cui sono emerse le sue qualità politiche, nonostante la giovanissima età. Il 13 ottobre 2015 il Senato ha approvato il disegno di legge Boschi sulle riforme costituzionali. Il 4 maggio 2015 la Camera aveva approvato la riforma della legge elettorale denominata "Italicum" che pure si deve alla sua opera di abile tessitrice.

Insieme alle doti di negoziatrice la Boschi ne ha altre umane, bellezza a parte. È ambiziosa, tenace, caparbia. Qualcuno, non senza un pizzico di cattiveria (e forse di invidia) l’ha paragonata ad Angela Merkel insinuando che le sue ambizioni sono così sconfinate da includere la poltrona di Palazzo Chigi. Pochi giorni fa la Süddeutsche Zeitung le ha dedicato un approfondimento in un articolo in cui la Boschi è stata definita l’architetto della riforma costituzionale: “inizialmente derisa, poi rispettata".

Ma torniamo al disegno di legge sul senato. La novità principale è la fine del bicameralismo perfetto, ma non è l’unica. C’è la riduzione del numero dei senatori, che passano da 315 a 100, 95 dei quali eletti dalle Regioni. Poi c’è la modifica del quorum per l’elezione del presidente della Repubblica. Anche l’innalzamento del numero delle firme necessarie per la presentazione delle leggi di iniziativa popolare è incluso nel disegno di legge approvato. Con la riforma entrano inoltre in Costituzione anche i referendum popolari propositivi e di indirizzo. E sarà proprio un referendum popolare, da svolgere nel 2016, che sancirà l'entrata in vigore della riforma.

Non solo bella, insomma, ma, adesso, anche ammirata e rispettata. E ciò sia all’interno della maggioranza che dell’opposizione. Tempo fa la stessa ministra ha rivelato uno scambio di battute avuto con Silvio Berlusconi: “Me l’hanno presentato al Teatro Regio di Parma. Lui è stato molto socievole come sempre e mi ha detto che ero troppo carina per essere comunista... Ho replicato affermando che i comunisti non esistono più e lui ha provato a convincermi del contrario”.

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