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Categoria: Dall'Italia
Pubblicato Domenica, 20 Marzo 2011 16:05

Ai margini di un incontro con Laura Garavini

 

Giulio Bailetti

Roma, 28 maggio 2010.
Era il primo pomeriggio di giovedì otto aprile scorso. Me ne stavo a Roma con mio fratello Roberto ad uno dei pochi tavoli all’aperto del bar ristorante, Ciampini credo che si chiami. È un locale un po’ particolare, arrampicato a triangolo sulle rocce antiche, tra Trinità dei Monti e il Pincio, molto vicino all’Accademia di Francia. Eravamo capitati lì e lì stavamo; fuori, perché dentro ci era sembrato troppo pretenzioso e caro. Bevevamo qualcosa e la vista era allo stesso tempo familiare e meravigliosa.

Siamo diversi, ma ci vogliamo bene. Mio fratello vive ancora a Roma ed io spero invece tra pochi anni di aver passato a Monaco almeno la metà della mia vita. La Germania forse no, ma Monaco è di sicuro diventata la mia“casa”. Credo che sia anche un po’ una questione di fiumi, ma certo c’è anche dell’altro. Io preferiscocomunque di gran lunga l’Isar al Tevere, che è sporco. No, non vengo spesso a Roma, anche per via di certi miei ricordi.

Ci mancavo infatti da tre anni. Ne avevamo quindi abbastanza di belle e brutte cose con mio fratello da raccontarci. I miei amici già lo sanno. Per scendere in Italia io ho bisogno di una lunga serie di favorevoli coincidenze concordanti. E allora le VHS (Volkshochschule, ndr), dove insegno, erano in vacanza; mio figlio Alain aveva le sue lezioni d’ingegneria; mia figlia Stella era a Barcellona dal suo ragazzo (io ero quindi diventato del tutto superfluo); la macchina presa in leasing funzionava ancora bene; c’erano le elezioni regionali e provinciali e ai votanti residenti all’estero avrebbero rimborsato 103 Euro e spicci, per il disturbo presosi. Inoltre un paio di VHS mi avevano anticipato sulla fiducia il pagamento di due corsi e avrei potuto dare anche un passaggio in macchina a Roma a due amici, forse più disperati di me, uno insieme al figlio piccolo. L’ultima motivazione al viaggio poi ve la dico tra un momento. Abbiate pazienza. Ho seguito quindi il mio destino e tutte le favorevoli circostanze concordanti offertemisi.

Ce ne stavamo lì, dicevo, a parlare, a sentire, spesso anche senza parlare, affacciati ad una bella finestra sul mondo, quando ecco che suona il mio telefonino. Lo so, non ci crederete. di sicuro eppure è successo! Era Laura Garavini, che si scusava con me (?) per il giorno di ritardo, a causa del disastroso risultato elettorale. Mi chiedeva se ora, che lei aveva un paio di ore libere, io avessi tempo per fare la passeggiata precedentemente concordata.

No, non sono stato molto lucido, lo confesso. Ho farfugliato risposte e proposte per lo più senza senso. Certo che volevo. Lei invece lucida ha scelto il posto più conveniente per tutti e due. Alla galleria Alberto Sordi a Piazza Colonna, certo.

Sarei sceso subito, facendo attenzione a non inciampare, specie sulla lunga e ondeggiante scalinata. Ora la sapete l’ultima motivazione al viaggio. Ne vale sempre la pena, di seguire diligentemente il proprio destino, persino alla galleria Alberto Sordi! Con mio fratello comunque avevo già fatto un figurone...

Non è che io tutti i giorni sia abituato a girare per Roma con una Onorevole, specialmente vivendo poi a Monaco. Anzi, diciamo tranquillamente che a me questa cosa non era ancora mai successa. Vi posso però parlare un po’ dell’effetto che mi ha fatto. Chissà perché?, l’idea originale portante era che io, romano, anche se da decenni assente, l’avrei disinvoltamente guidata, lei forestiera, per i vicoli e le piazze di Roma. Beh, non è andata proprio così. Scordatevelo. Manco per sogno. Lei infatti le strade le conosceva già molto meglio di me e anche le scorciatoie. Io mi sono in pratica accodato.

Mi ha fatto un certo effetto poter avere per una volta notizie di prima mano: per esempio che alla Camera c’è in fondo solo un grande gruppo di persone e che valgono anche qui quindi le normali regole della psicologia di gruppo. Si è semplicemente giudicati, per come ci si presenta e per come ci si comporta, nelle varie facili o critiche situazioni. Il prestigio come al solito si conquista o si perde tutto lì... È sempre lì la resa dei conti. Alla mia precisa domanda sul suo rapporto psicologico con Berlusconi, mi ha risposto che lui alla Camera non ci va. Ci manda piuttosto altri. Quando raramente ci deve per forza andare, è circondato fisicamente dai suoi e risulta di fatto inavvicinabile.

Non c’è perciò nessun diretto rapporto psicologico. Certi rapporti probabilmente sono da evitare, perché potrebbero fare molto male. Arrivati a Piazza Navona, Laura Garavini mi ha anche indicato il palazzo del Senato. E qui è stato un po’ troppo. Non ho proprio potuto evitare un “lo so”, forse anche leggermente secco. Ma per tutto il tempo abbiamo parlato e ascoltato uno alla volta, come oggi non si fa più troppo spesso, specie in Italia. Le ho raccontato della Roma di trent’anni fa, degli studenti, dei fascisti, delle bombe e di tante altre cose che mi salivano alla bocca... Lei mi ha parlato del nuovo buio della Roma di oggi, senza studenti, con i fascisti al potere, senza più bisogno nemmeno di bombe e di tante altre cose che le scendevano più dal cervello.

Poi le s’è fatto improvvisamente tardi. Peccato, quando trovo una persona con cui mi piace parlare, poi si fa sempre  presto tardi. Ha telefonato, guardato l’ora e siamo tornati indietro. A Sant’Eustacchio abbiamo fatto ancora in tempo a bere insieme un caffé al tavolo. Ha pagato lei naturalmente, però quei soldi lì ce l’avrei avuti pure io. Non credete! Là mi ha anche telefonato mio fratello.

Poveretto, alla galleria era andato un momento a comprarsi le sigarette e d’allora ce l’eravamo perso. Ci aveva aspettati con fiducia per tutto il tempo. Ora sarebbe rientrato a casa.

Infine siamo tornati anche noi alla galleria, da dove eravamo partiti. Finita la sua, come dire?, ricreazione forse, lei è andata di nuovo intrepida a lavorare. Mentre scompariva tra la folla, ho pensato che ce ne vorrebbero ancora molte altre di donne così, oltre certo anche a tanti altri uomini. Io ero invece ancora in vacanze non pagate ed ho continuato più a ricordare.

2010-3








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