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Grande successo per pasta e riso italiani: la pandemia non li ha fermati

Die Pandemie hat viele Bräuche und Gewohnheiten verändert. Die weltweite Leidenschaft für die italienische Küche und insbesondere für die italienische Pasta ist aber geblieben. In Italien wächst das Bewusstsein für geschmackvolle Speisen sowie das Interesse an nachhaltigen Anbaumethoden und an dem Schutz der Umwelt.

Nicoletta Curradi

Firenze, 18 febbraio 2021.
Il Coronavirus ha modificato tanti comportamenti e abitudini di consumo degli italiani, soprattutto in campo alimentare. 
Il Covid ha piegato l’economia globale, ma non è riuscito a fermare la passione del mondo intero per la pasta, prodotto simbolo dell’Italia o per meglio dire dell’italianità. Uno studio internazionale ha rilevato che una persona su quattro ne ha aumentato il consumo durante i mesi di chiusura totale. Non era difficile dimostrarlo: bastava osservare i carrelli pieni di confezioni di spaghetti, tagliatelle o vari tipi di riso uscire dai supermercati verso le auto appena è stata ventilata l'ipotesi, poi diventata realtà, di un blocco totale a causa della continua diffusione del virus. È stato facile capire quale era il “piatto del cuore” degli italiani, anche e soprattutto nel frangente più arduo della nostra storia.

In Italia il consumo di pasta fa parte della nostra cultura e della nostra storia: nove italiani su dieci mangiano la pasta regolarmente, uno su tre la porta in tavola tutti i giorni. L’attenzione dei consumatori si sta specializzando, allo scopo di raffinare la ricerca dei prodotti migliori, soprattutto quelli prodotti in Italia.  Nel settore della pasta, i marchi che utilizzano solo grano italiano recentemente conquistano posizioni più alte in classifica rispetto a quelli che non lo fanno.

Tanti sono i marchi che producono pasta con grano al 100 % italiano: questa pasta offre una maggiore garanzia di integrità rispetto alle altre, non solo per campanilismo, ma anche perché il grano estero è stato scoperto più volte colpevole di contenere tracce di glifosati, i residui di pesticidi e diserbanti nocivi per la salute. In Italia è vietato utilizzare tali sostanze, nelle settimane precedenti la raccolta, e in tal modo non se ne rinviene traccia nelle confezioni di pasta. 

Nel Nord Italia ci sono alcune realtà produttive molto interessanti  come la Sgambaro, a Castello di Godego  nel Trevigiano, che da tre generazioni lega la sua storia alla produzione di pasta di grano duro italiano. Nel 1937 Tullio Sgambaro ha iniziato il mestiere di mugnaio  escogitando un’originale rigatura della macina in pietra che permetteva di produrre una farina più raffinata, priva di residui calcarei e di qualità superiore.  Nel 1947 nasce il primo pastificio e sotto la guida della seconda generazione l’azienda conosce un grande sviluppo, assorbendo altri pastifici  e concentrando  tutta l'attività nello stesso luogo. Alla fine degli anni ’60 gli Sgambaro hanno una grande intuizione  cercando  un contatto diretto con gli agricoltori per ottenere il grano migliore. Vengono costruiti 21 silos in Puglia per immagazzinare il grano senza intermediari e garantire un controllo di filiera dalla terra alla tavola. È qui che si gettano le prime fondamenta per la futura tracciabilità.
Poi l'attività veleggia verso una filosofia green attraverso varie opportunità: la collaborazione con gli agricoltori per ottenere un grano ricco di proteine e più sicuro; il supporto all'attività sportiva dei giovani; l’apertura al mondo della scuola, per trasmettere i valori della pasta attraverso visite di didattica alimentare. Imparare a mangiare in modo corretto è importante e va fatto fin da piccoli: qualche ora di gioco nei panni di agenti segreti in un percorso didattico tra molino e pastificio permette ai bambini di accostarsi a temi importanti come la corretta alimentazione di tutti i giorni e la predilezione per i prodotti alimentari del proprio territorio. Ma si impara anche a leggere l'etichetta delle confezioni di pasta:
Sgambaro è la prima azienda in Italia a certificare un pacco di pasta dall’origine e a ottenere le certificazioni “100% Grano Duro Italiano” e “km zero”.
Negli ultimi decenni l’azienda ha intensificato il suo impegno per la sostenibilità ambientale, utilizzando solo fonti di energia rinnovabili, con una produzione di grano duro italiano biologica e a base di farro e kamut. (www.sgambaro.it)

Non solo pasta sulle tavole degli italiani: anche il riso è diventato protagonista nella dieta del Bel Paese negli ultimi tempi i consumi delle famiglie  hanno fatto registrare un balzo record durante l'emergenza Coronavirus, come attestato da Coldiretti. L'Italia detiene da tempo il primato europeo nella produzione di riso e la maggiore regione produttrice è la Lombardia con ben il 42% del totale nazionale. In provincia di Mantova, a Castel d'Ario, nel cuore pulsante della pianura padana, Riso Nuvola viene coltivato, prodotto e trasformato come si faceva un tempo come frutto di acqua, terra e tradizione, senza trattamenti. Grazie alla selezione e ai controlli  accurati sul prodotto, che è al 100 % naturale e italiano, la qualità è di alto profilo alimentare. Va ricordato che Castel D’Ario è la patria del celebre Riso alla Pilota, tipico della cucina mantovana, noto anche per la carriera sportiva del grande Tazio Nuvolari, pilota conosciuto anche come “Il Mantovano volante”, uno dei più famosi  della storia dell’automobilismo mondiale.
Il nome del piatto  non è però legato al campione delle quattro ruote, ma ha origine, infatti, dal termine dialettale che indica i braccianti delle riserie: i “piloti”, addetti alla pilatura del riso, i quali hanno messo a punto il particolare metodo di cottura del piatto. 
Un percorso di conoscenza profonda dei metodi di coltivazione, delle lavorazioni e delle rese porta alla produzione di un riso dalla spiccata personalità, data dal grande rispetto per la materia prima e dalla volontà di conservarne profumi e sfumature. Tra le varietà vi sono Ermes e Arborio, Vialone Nano e Carnaroli, Ripe Parboiled e Venere: ogni tipologia di riso viene accuratamente valutata e scelta. 
(www.risonuvola.it)

Hamburger, sushi, kebab: va bene conoscere la cucina etnica. Ma ora le nostre aziende hanno bisogno del nostro pieno supporto e deve essere quindi riconosciuto l'impegno dei produttori: la cura nelle coltivazioni e nelle lavorazioni, l'attenzione costante  all'ambiente e soprattutto l'origine tutta locale hanno fatto riscoprire al nostro popolo i veri valori e i buoni sapori di pasta e riso di casa nostra. 

 

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