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La realtà delle fiabe...

I Janas: anche a Monaco l’incanto della musica sarda

Trunfa, die sardische Maultrommel, Akkordeon, Gitarre und Schlagzeug sind einige der Instrumente, die die neun Männerstimmen der Musikgruppe „Janas“, auf Deutsch „Feen“, begleiten. Sie verbinden alte Klänge und Rhythmen Sardiniens mit denen anderer Gegenden zu einer Mischung aus Tradition und moderner Musik. Die Gruppe hat bereits einige Preise gewonnen, darunter den ersten Platz beim Festival des Sardischen Liedes im Jahr 1998 und den Maria-Carta-Preis 2004.

M. Cristina Picciolini

“ il paese di Seneghe illuminato nella notte si appoggia dolcemente sulla collina, una “luna grande dal bianco biancore”, volge lo sguardo sul lontano mare all’antica città fenicia di Tharros, le ombre della notte diventano riparo per due amanti …”

Nella piazza un pubblico attende, si apre il sipario, sulla scena un grande camino acceso accompagna la tiepida serenità di questa serata… Dei bambini curiosi, prendono posto intorno al focolare avvolto già di mistero… di leggenda …di una fiaba o forse di tante…

Il potente stregone “Genna Maria” con le sue parole magiche “Abala abalasim” ci trasporta in un mondo fantastico pronunciando parole bizzarre …un “carro de nonnai” all’improvviso illumina un “orco malvagio dal nome Babborcu”, il quale si impossessa di ricchezze derubando gli altri…. una fisarmonica suona un “Amore contrariadu”, una “launeddas” introduce il canto del santo festeggiato.

Sulla collina di “Tincara c’è una grande festa… le “Janas tessono con fili d’oro tessuti bellissimi…. “la Baiana” una donna nubile piena di vita e di speranza si guarda allo specchio e vede se stessa trasformarsi da adolescente a madre… una nuova nascita che rinnova il ciclo della vita… è tardi, i bambini già dormono “Lughia Radiosa” scivola dalla luna sulla coda del drago entra nei loro sogni e li trasporta con sé… nello splendido canto di una “Ninna nanna”.
Un artista sognatore, lontano dalla sua terra d’origine, la osserva, e la scopre dopo qualche anno piú interessante di quando era partito, con lo spirito giusto e la passione come quella di un folletto, forse guardiano delle stelle trasforma la sua ”fiaba” in realtà. Ed è così che nel 1992, Antonio Lotta, originario di Seneghe , paese in provincia di Oristano, torna nella sua terra dopo cinque anni trascorsi a Friburgo e approda con un vero progetto musicale composto da 9 voci maschili. Il loro nome è “Janas”, sì, precisamente come la leggenda delle “fate”, dei “folletti” delle “streghe”, degli “orchi”… che diventano i protagonisti delle loro storie. Seguono brani originali scritti e musicati dal loro stesso ideatore, rielaborano brani popolari della Sardegna, smarriti nella nebbia di epoche diverse della nostra, valorizzandoli e perfezionandoli con la loro attenta ricerca e sensibilità. Lo fanno cercando nuove soluzioni armoniche, nuove sonorità e nuovi ritmi, partendo dal loro patrimonio musicale che affonda le sue radici nei millenni e precisamente in quello della vocalità dei Tenores.

“La voce umana” (inconfondibile, predominante del gruppo) diventa lo strumento principale per l’espressività dell’anima, il loro percorso diventa un onda di suoni che vanno dall’imitazione di animali ai rumori della natura, mescolandosi in melodie e risonanze di strumenti tradizionali come la fisarmonica, l’organetto diatonico, le “launeddas”, la chitarra acustica, sonagli, percussioni, armonica a bocca e “trunfa”. In questa Sardegna ricca di storia , di leggende, di colori e di profumi i Janas si aprono ad altri paesi, il palpito riflette quello del mediterraneo, della vicina cultura spagnola per spostarsi un po’ più là , nella terra d’Africa e sudamericana. Il loro primo lavoro discografico esce nel 1994 “Su carru de nonnai”. Nel 1998 partecipano al Concorso regionale “Una città per cantare” aggiudicandosi il 3° premio nella sezione etnica, nello stesso anno , vincono il 1° premio al primo “festival della canzone sarda”.

Passano le stagioni, passano gli anni, cresce la loro notorietà e le fiabe continuano a diventare realtà. Una <Janas>, piccolina dai capelli neri e un foulard rosso si perde tra il pubblico della piazza, lascia il mare e sorvola a volo d’uccello le montagne innevate, incantata dalla bella città di Monaco di Baviera decide di sostare solo una stagione, il tempo necessario per imparare la lingua.
Il suo nome è Loredana Casula, già presidente del centro sardo “su Gennargentu” ormai conosciuta non solo nell’ambiente italiano, ma da nove anni ben inserita nell’ambiente bavarese. Anche lei, come Antonio Lotta, lontana dalla sua terra d’origine, la osserva e scopre i talenti cresciuti durante la sua assenza. Ascolta il gruppo dei Janas, se ne innamora e, in occasione di un progetto sardo, il 2 luglio di quest’anno organizza il loro primo concerto all’estero, precisamente a Monaco nella Carl-Orff-Saal del Gasteig.
A Stoccarda il 3 luglio il grande finale con il secondo concerto, applausi e danze fanno da cornice e concludono il loro breve giro in Germania.
La favola è al suo fine …chissà forse è solo all’inizio… è il ciclo della vita… Tutti insieme li accompagniamo nel viaggio di ritorno, sulle note già nostalgiche diAbba in s’arena… lei si sottrae e scappa via ridendo, come l’acqua sfugge alla sabbia, così come le mani non riescono a trattenere il vento o l’aria…
La favola continua sulle pagine di sardinienpoint.de

janasonline.it

(2006-4 pg 5)

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