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La scuola delle catacombe

La raccolta di racconti di Ada Zapperi Zucker presentata
alla Seidlvilla di Monaco

Paola Gambaro

“…ho sentito un brusio di voci infantili provenienti da una stanza. Mi sono diretta con decisione da quella parte, ho aperto la porta ed ho visto una ventina di bambini di tutte le età, seduti chi per terra chi su sgabelli, una lavagnetta sulle ginocchia… qualcuno ha cercato subito di nascondere la lavagnetta sotto la gonna o dietro la schiena, come ladri colti in flagrante!…”
“Scuola delle catacombe” erano soprannominate le lezioni in lingua tedesca, che si tenevano in segreto, spesso all’interno delle parrocchie, in tutto il territorio Altoatesino durante il Fascismo. L’italiano fu dichiarata lingua ufficiale ed i cittadini di madrelingua tedesca, ai quali venne proibito l’uso e l’insegnamento del proprio idioma, furono costretti a riunirsi clandestinamente, ostacolati e perseguitati dal regime; una situazione che l’autrice assimila a ciò che era accaduto nelle catacombe cristiane al tempo delle persecuzioni. Lingua italiana o lingua tedesca? Italiani o Tirolesi?Il conflitto che scaturisce dalla dualità culturale e linguistica che permea tutt’oggi la realtà altoatesina è il filo conduttore del libro “La scuola delle catacombe” presentato il 4 dicembre alla Seidelvilla di Monaco in una interessante serata dedicata alla
letteratura e arricchita da un programma di suggestivi canti tradizionali del Sudtirolo. Era naturalmente presente l’autrice, Ada Zapperi Zucker, che ha spiegato al numeroso pubblico come i cinque racconti del libro abbiano preso spunto da storie o personaggi conosciuti nei tanti anni di collaborazione lavorativa con l’Altoadige e dalle numerose amicizie personali strette con la gente del posto.
Il libro si snoda sulle emozioni, sui ricordi e sulle diverse vicende umane dei suoi personaggi. C’è la anziana signora Gruber che, in una casa abitata solo da lei e dal gatto Morli, piena tanto di suppellettili quanto di ricordi, ripercorre le molte vicende della sua vita. Il racconto di Tresl si articola invece tra i lontani ricordi di una vecchina che un gruppo di turisti italiani trovano seduta su una seggiola in quel che rimane del suo antico maso di montagna. Il libro prosegue con la figura di un vecchio padre che, abituato a passare le giornate in poltrona in compagnia degli scoiattoli e degli uccellini che si avvicinano al suo davanzale, un giorno decide di confessare alla figlia venuta in visita alcune scomode verità di famiglia rimaste fino ad allora sempre taciute. Ed ecco poi le lettere e le riflessioni di una giovane insegnante italiana trasferita a lavorare in un piccolo borgo di montagna vicino a Bolzano, un paesino in cui si materializzano duramente tutte le contraddizioni culturali e linguistiche dell’Altoadige. L’ultimo racconto è una delicata storia di donne che, in una calda estate bolzanina, vivono le emozioni di un effimero e fugace sogno d’amore con un misterioso uomo tedesco. Cinque storie diverse che si muovono in una realtà culturale e sociale complessa che, sebbene stia velocemente cambiando, rimane ancora tesa a mantenere un equilibrio tra una pacifica convivenza ufficialmente raggiunta ed una quotidianità che a volte lascia riaffiorare lo stesso sentimento di diffidenza già presente nelle scuole delle catacombe.
Complessivamente ne emerge una lettura interessante per le tematiche trattate, gradevole e coinvolgente sia per il lettore di cultura italiana, sia per il lettore di cultura tedesca.

(2008-1 pag26)

 

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