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Primaopoi in “shuttle box”

Replica a Ottobre al Gasteig il 16 ottobre 2006

„Was spielt sich in einem mit Wahrnehmungsstörungen beeinträchtigten Gehirn ab? Welche Welten rekonstruiert in sich selbst ein Schizophrener, ein Autist, ein Tauber, ein Blinder? Kann man diese Personen als unfreiwillige „Wachtposten“ wahrnehmen, die Gebiete erforschen, in die unsere Gehirne ganz einfach nicht eindringen dürfen? Was könnten sie uns enthullen, wären wir nur im Stande, so nah an sie heranzutreten, das wir ihre Stimmen in aller Deutlichkeit wahrnehmen? Wir haben uns vorgestellt, dass das Theater den Raum für diese unmögliche Begegnung bieten könnte. Daraus ist „shuttel box“ entstanden, ein Musikal in fünf Sprachen, das von Münchener Theaterensemble primàopoi mit Originalmusik geschrieben und produziert wurde.“

“Shuttelbox” è uno spettacolo scritto e prodotto dalla compagnia teatrale primàopoi, di Monaco di Baviera su musiche create appositamente da Andrea Pejrolo (PejoBass Studio, New York) che in precedenza ha già composto le colonne sonore di alcuni spettacoli della compagnia.
All’origine dello spettacolo una serie di domande scaturite in seguito alla lettura di alcuni testi divulgativi di Oliver Sacks e R.D. Laing. Che cosa accade in un cervello il cui funzionamento risente di alterazioni del sistema percettivo? Quali mondi ricostruisce dentro di sé un soggetto schizofrenico, uno autistico, uno sordo, uno cieco? La realtà che queste persone ricompongono dentro di sé è davvero qualcosa che oggettivamente non esiste? Oppure è possibile vedere queste persone come involontarie “sentinelle” che osservano territori ove i nostri cervelli semplicemente non sono in grado di spingersi? Che cosa potrebbero svelarci del nostro vivere se solo potessimo arrivare così vicini a loro da poter udire distintamente le loro voci?
Abbiamo immaginato che il teatro potesse fornire lo spazio per questo incontro impossibile. Da qui è nata l’idea di uno spettacolo centrato sulla mente umana e sulla sua straordinaria capacità di registrare immagini e sensazioni, di codificarle, di organizzarle e di restituirle ricomposte secondo schemi diversi e legati al diverso modo di percepire. Diversità di percezione simbolizzata da un palcoscenico diviso in due spazi, quasi fosse l’immagine di una gigantesca “shuttle-box”, la scatola a due scomparti utilizzata per effettuare studi comportamentali sugli animali da laboratorio. Una “shuttle-box” dentro la quale la malattia non è certo negata, ma ove è possibile, grazie alla magia del teatro, dar vita al tentativo di ampliarne la visione. Al debutto, avvenuto nell’ottobre 2005 all’America Haus di Monaco di Baviera e calorosamente applaudito dal pubblico monacense abbiamo voluto presentare questo spettacolo, in 5 lingue (tedesco, italiano, inglese, francese e spagnolo).
Nella replica del 16 ottobre 2006 alla Black Box, al Gasteig, affronteremo lo stesso spettacolo, concentrandoci solo su due lingue, l’italiano e il tedesco, una sfida ulteriore per il nostro pubblico a rileggere il messaggio di questo spettacolo sotto una forma linguistica diversa.

(2006-3 pag 23)

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