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Categoria: Turismo
Pubblicato Venerdì, 30 Luglio 2021 06:35

Alla scoperta del territorio di Catanzaro, lambito da due mari

Nicoletta Curradi

Firenze, 28 luglio 2021.
In Calabria la provincia di Catanzaro si affaccia su due mari: lo Ionio a est e il Tirreno a ovest, con l'istmo di Catanzaro, stretta valle che collega il Golfo di Squillace al Golfo di Sant'Eufemia, punto più stretto dell'intera penisola italiana. Nelle giornate più limpide, da alcuni punti si può vedere contemporaneamente il Tirreno, lo Ionio, le Eolie e la cima dell'Etna.

Se dici Catanzaro, tutti pensano alle belle coste ioniche dove spicca Soverato. Vogliamo invece svelarvi un appassionante itinerario turistico che parte proprio dal capoluogo che si estende da un'altezza di 600 metri fino al mare, offrendo molte attrattive tutte da scoprire: il Duomo, la chiesa dell'Osservanza che ospita, nella cinquecentesca cappella del Santo Sepolcro, la statua della Madonna delle Grazie, di Antonello Gagini; la basilica dell'Immacolata Concezione, il lussureggiante Parco della Biodiversità Mediterranea, ricchissimo di specie vegetali,  costellato da viali alberati, voliere, un laghetto, mille panchine e opere d’arte di importanti artisti contemporanei.

Dal Belvedere si può ammirare la valle della Fiumarella e il Golfo di Squillace.
Simbolo della città è la Fontana del Cavatore che rappresenta la forza e la tenacia della gente di Catanzaro. Scolpita in bronzo su base di granito da Giuseppe Rito nel punto in cui sorgeva un castello normanno,  risale al XX secolo e fa parte anche del complesso monumentale di San Giovanni. Quest'ultimo ospita fino al 29 agosto 2021 - ma forse sarà prorogata - una bella mostra di opere grafiche di Marc Chagall ispirate alla Bibbia. Per le strade di Catanzaro si possono notare molte insegne otto-novecentesche di locali storici.

A 20 km dalla città ecco Tiriolo, centro agricolo della Sila Piccola,  adagiato su un poggio spartiacque tra le valli dei fiumi Amato e Corace, nel punto più stretto dell’istmo di Catanzaro. Di origine molto antica, si pensa fosse la patria del popolo omerico dei Feaci.

Testimonianza romana è la celebre tavoletta bronzea del Senatus Consultum de Bacchanalibus, decreto del II sec. a.C. con cui il senato romano vietava i Bacchanalia, riti orgiastici a cui partecipavano anche le élites e pertanto considerati luogo di possibili cospirazioni contro lo stato. Il reperto originale rinvenuto nel 1640, si trova oggi a Vienna perché donato  nel 1727 all’imperatore Carlo VI d’Asburgo, ma una copia si trova nel museo archeologico come anche una tomba  monumentale brettia in calcare del IV sec. a.C.

Da non perdere il Museo del Costume con 35 abiti tipici calabresi e la  mostra degli Strumenti Musicali Popolari nella suggestiva Chiesa Scala Coeli, con zampogne, lira calabrese, flauti tamburelli che con l’organetto e i bassi sono gli strumenti della tarantella riggitana.

In Calabria l’arte della tessitura ha radici antichissime. Una delle perle regionali della tessitura è il vancale, la tipica stola calabrese indossata sia anticamente sui costumi tradizionali, ad esempio sulla “pacchiana", sia al giorno d’oggi, come decoro ornamentale delle abitazioni per coprire panche, tavoli e pareti. 
L’ultima bottega che sopravvive in Calabria è proprio qui. a Tiriolo, gestita da un’artigiana che da anni, produce vancali con passione, utilizzando antichi telai medievali.

Scendiamo a San Floro dove incontriamo due realtà imprenditoriali gestite da giovani. Mulinum è un'azienda agricola che produce grani locali e, al contempo, è un modello agricolo di valorizzazione delle tipicità del territorio ora replicato in altre zone d'Italia. Attualmente nei 250 ettari di terreno si coltivano grani antichi, le cui farine vengono vendute e usate sia per fare le pizze, da gustare anche in loco,  sia per il pane. (www.mulinum.it)

Nido di Seta è una cooperativa che ha per  obiettivo riprendere in mano l’antica filiera della gelsibachicoltura, che ha reso San Floro e il catanzarese, a cavallo tra il 700 e l’800, il centro produttivo di seta più importante d’Europa. La Cooperativa opera in un gelseto di circa tremila piante, le cui foglie costituiscono l’alimento base del baco da seta. Questa piccola larva dopo essersi nutrita a dismisura, fa la muta quattro volte, dopodiché si avvolge all’interno del bozzolo di seta; da qui, attraverso un curioso procedimento, si estrae il filo più prezioso del mondo. Nel castello Caracciolo si può visitare il Museo della Seta. (www.nidodiseta.com)

Una manciata di chilometri ed eccoci a Soverato, famosa per la sua spiaggia dalla sabbia fine e bianca e per la vita notturna. Soverato Superiore rappresenta la parte storica del borgo costruita agli inizi del 1800, dove  gli abitanti decisero di trasferirsi dopo la devastazione del terremoto del 1783. Nella solenne cornice della chiesa Matrice di Maria Santissima Addolorata è custodito un capolavoro rinascimentale che porta la firma di Antonello Gagini, uno dei più grandi scultori dell’Italia meridionale. È la Pietà, una scultura marmorea che prende spunto dalla Pietà di Michelangelo Buonarroti.
L’opera, fu commissionata inel 1521 da Giovanni Martino D’aquino. Il volto della Madonna esprime una sofferenza più umana ed intensa rispetto alla figura di  Michelangelo. L'opera si trovava in origine  nella chiesa del convento di Santa Maria della Pietà di Petrizzi, che però venne coinvolto nel sisma  del 1783.

L'ultima tappa nel catanzarese, a pochi chilometri da Soverato, ci porta a Borgo del Convento,  antico convento agostiniano di Santa Maria della Pietà del sec. XV, fondato dal Beato Francesco da Zumpano, oggi splendido agriturismo e location di lusso per matrimoni, feste ed eventi. La chiesa, rimasta priva di tetto, è molto suggestiva ed è possibile celebrarvi matrimoni. (www.borgodelconvento.it)

Per quanto riguarda la ristorazione a Soverato si mangia benissimo allo Swing Restaurant, dalla cucina moderna che esalta i prodotti freschi e tipici (www swingsoverato.it) e all'Osteria Il Frantoio, che in ambiente rustico presenta piatti calabresi rivisitati in chiave contemporanea (Tel. 0967 22055). Se si vuole assaggiare degli ottimi vini ecco la Tenuta Lento ad Amato,  immersa tra i vigneti, dove si organizzano visite guidate, degustazioni, ricevimenti di nozze, convegni, meeting.

Altra perla del catanzarese, in località Curinga, a circa 50 km da Soverato,  è la Tenuta delle Grazie, elegante location per eventi e nozze immersa tra gli uliveti e ricavata dal recupero di un vecchio mulino e di un antico casale. (www.tenutadellegrazie.it)

Questo è solo un assaggio delle bellezze di questo territorio,
La provincia di Catanzaro vi aspetta!

Info: www.danielacortievent.com
www cz.camcom.it 

 

 

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