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Categoria: Varie
Pubblicato Mercoledì, 21 Dicembre 2016 16:22

Gli italiani a Monaco preferiscono Facebook

Intervista a Fabio Sogni, da qualche anno al timone del gruppo Facebook Italiani a Monaco insieme all’astrofisica Paola Mucciarelli che lo coadiuva nella gestione del gruppo

Debora Francione

Monaco di Baviera, 23 novembre 2016.
I circa 26 mila italiani che vivono a Monaco di Baviera formano una delle comunità più corpose del capoluogo bavarese e sono in continuo aumento. Se in passato gli italiani si spostavano con valigie di cartone e senza avere idea alcuna del Paese ospitante, oggi grazie ad internet è possibile comunicare utilizzando piattaforme mediali come Facebook per racimolare notizie utili da chi il vecchio Stivale lo ha lasciato da tempo: che si tratti di gruppi di svago e divertimento o di pagine con offerte di lavoro, lo spirito collaborazionista degli italiani a Monaco non delude. A spiccare tra tutte le pagine dedicate agli italiani a Monaco, è con 12.462 iscritti (ultimo aggiornamento 20/12/2016) il gruppo Italiani a Monaco, la cui particolarità risiede non solo nel vasto numero degli iscritti, ma anche nell’amministratore del gruppo, Fabio Sogni, da tutti conosciuto per la sua ironia, il suo pugno di acciaio che alterna ad una fine strategia comunicativa (anche contro i troll).

Fabio Sogni: classe 1966, originario di Varese, si trasferisce a Monaco, senza grandi difficoltà, nel febbraio del 1995. Entra nel gruppo, precedentemente fondato da Patrizio Bassi, come semplice utente ma il suo attivismo gli permette di subentrare a questi, ereditandone il ruolo di amministratore.

INTERVenti (IV): Quando ti sei iscritto al gruppo Facebook Italiani a Monaco e cosa ti ha spinto a farlo?
Fabio Sogni (FS): Potrebbe essere stato nel 2010. Ho iniziato a mandare del materiale, cose banali… uno dei primi documenti della famigerata aerea files, quella che non considera nessuno [con espressione ironica, ndr], era “come cercare casa a Monaco”. C’era gente che, oggi come allora, mandava post del tipo“Sono disperato! Cerco casa”…

IV: Già allora? Dunque quello della ricerca casa è un problema annoso…
FS: Sì, da sempre, c’è sempre stato. Io ci sono passato nel ‘95 ed è stata un’esperienza umiliante e proprio per questo motivo ho iniziato a fare queste cose. Nel 1995 non c’era Facebook. Questi post generavano molti problemi, di flames, di litigi, così ho redatto un documento comprensivo di tutte le informazioni più importanti per trasferirsi a Monaco e l’ho mandato. Ero molto attivo.

IV: Mi sembra di capire che la molla che ti ha spinto a condividere le informazioni sia stata una sorta di compassione, di volere aiutare gli altri…
FS: Mi stai facendo diventare troppo umano! [sorride, ndr]. Volevo piuttosto pagare un debito verso l’universo che mi ha fatto avere questa esperienza. Mi sono trasferito in tempi non sospetti, ma non ho lavorato esattamente in pizzeria… ho fatto sì una gran gavetta, ma mi sono trasferito qui con un contratto, con una casa… Prima di arrivare sapevo già che avrei trovato le chiavi in portineria. Mi avevano dato un manuale di istruzioni per “l’uso della Germania” in inglese. Nel manuale non era incluso il “come cercare casa” [anche Fabio ha in seguito dovuto cercare casa, ndr], l’unico aiuto l’ho ricevuto quando ho pubblicato un annuncio, grazie al sostegno della segretaria del Süddeutsche Zeitung.

IV: Eppure c’è sotteso uno spirito altruista, anche se tu non lo vuoi esplicitare…
FS: Io ho contratto questo debito e sento di averlo ripagato, anche se questo è l’epilogo della storia… Sì, c’è una leggera compassione per i miei simili.

IV: Puoi raccontare un aneddoto legato al gruppo che è rimasto impresso nella tua memoria?
FS: Sì, il caso di una ragazza che ha scritto “chi mi aiuta ad aprire un conto in banca? Non parlo tedesco”. Nessuno ha risposto e qualche giorno dopo la ragazza si è lamentata in un post, dove scriveva che nessuno l’aveva aiutata e che si era dovuta arrangiare da sola parlando in inglese. Di lì in poi c’è stata una pioggia di “sberle” e “schiaffi” [mediali, ndr]. In Germania si chiede aiuto quando le hai provate tutte. Questa ragazza è stata una delle prime a dire “bell’aiuto che danno gli italiani all’estero!”

IV: Frase che si ripete spesso…
FS: Ahimè… la peculiarità degli italiani all’estero è diversa. Ad esempio nella comunità anglosassone se ti permetti un atteggiamento del genere sono schiaffi!

IV: Come è andata con quella ragazza del conto in banca?
FS: Dopo qualche settimana la ragazza si lamenta della precisione tedesca denunciando che il bus della linea H non passava. Ma i bus di Monaco hanno numeri e non lettere, H sta per Haltestelle!

IV: Arriviamo così ai tempi della moderazione
FS: Ho dovuto iniziare ad usare pugno di ferro e guanto di velluto, e quindi ho redatto un regolamento. Il gruppo stava diventando inutile. Il pugno di ferro… perché alla fine è una bagarre! Ho taggato il post “come cercare casa”. All’epoca non c’era ancora moderazione ma in tempi di elezione una ragazza voleva vendere la propria scheda elettorale, che è un reato, e avrebbero potuto far chiudere il gruppo.

IV: Come è cambiato nel corso degli anni, secondo la tua esperienza, antropologicamente parlando l’italiano a Monaco e perché?
FS: Domanda importante. La gente che arriva adesso è profondamente sola, è frammentata. Lo ha scritto una ricerca del Censis qualche anno fa che la società italiana è una mucillagine e noi non possiamo essere diversi.

IV: Gli italiani a Monaco sono gli stessi della ricerca Censis?
FS: Sì. I nuovi migranti non hanno idea di cosa ci sia qui perché non hanno idea di cosa ci sia in Italia. Se parli loro della CGIL a Monaco una volta si meravigliavano ve ne fosse una, ora non sanno neanche cosa sia. La stessa cosa con l’ACLI, la Caritas forse…

IV: In che situazione verte la Caritas oggi?
FS: La Caritas oggi sta facendo molto, ma non ce la fanno più, hanno troppe richieste.

IV: Il gruppo può fungere anche da termometro in grado di registrare i cambiamenti in atto. Riesci, dunque, a registrare dei picchi, dei cambiamenti forti che interessano gli italiani a Monaco?
FS: Sì, dal 2012 c’è stato un picco di arrivi di gente poco qualificata che espatriava e mi sono sorpreso ad essere io all’avanguardia. La gente è abituata a Facebook, se ha bisogno di qualcosa, va su Facebook e non su Google. In base a questo termometro che iniziava a salire ho contattato le istituzioni, il Comites… Il termometro è: “cerco casa, cerco lavoro” oppure “mi trasferisco tra due mesi”.

IV: Come sono cambiate le esigenze degli italiani a Monaco oggi da quando hai iniziato la tua avventura?
FS: Le esigenze sono sempre le stesse, sono quelle pratiche. All’inizio devi sistemarti (casa, lavoro, trasporti, banca). Dopo c’è la fase sociale, quella che causa le crisi di shock culturale. È una pura questione sociale: cosa faccio ora? Esco e dove vado? I tedeschi sono freddi, non trovo amici, non trovo morosa… Avevo anche fatto un post su come trovare il partner a Monaco ma non veniva letto, così come non vengono letti i post sui cerco casa/lavoro.

IV: Una prospettiva futura sugli italiani a Monaco: quali scenari possibili, quali cambiamenti vi saranno tra qualche anno?
FS: È più facile fare una previsione su Monaco che sugli italiani a Monaco. Monaco si sta milanesizzando, londrificando, sta vendendo l’anima, sta vendendo i suoi tesori di famiglia, sta vendendo le kneipe [birrerie tipiche, ndr] storiche, i cinema, per soldi…

IV: Sono molti gli italiani scoraggiati?
FS: Ci sono quelli che usano questo termine. Normalmente scrivono dall’Italia e non parlano la lingua e hanno una qualifica molto bassa. La risposta è: è dura, non salire subito, pensaci bene, studia… Salta fuori sempre qualcuno che afferma che lo stai scoraggiando. Questa categoria è incredibile!

Iv: Cosa vuoi augurare agli italiani a Monaco?
FS: …Buon Natale.

 

 

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