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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Venerdì, 18 Aprile 2025 12:37
I sogni di Matteo, giovanissimo attore siciliano
Intervista a Matteo Bariletti, che ha partecipato al film del 2025 “L’abbaglio” del regista Roberto Andò
Maria Cristina Picciolini
Siracusa, 16 aprile 2025
A Siracusa ho visto il film “L’Abbaglio”, girato in Sicilia. All’uscita del cinema ho avuto la fortuna di conoscere il giovane attore di 14 anni, Matteo Bariletti, che ha partecipato al film con piccole parti importanti ed emozionanti. Appena ci siamo conosciuti abbiamo scambiato due parole, giusto il tempo di complimentarmi per il ruolo che aveva svolto e intuire che sarebbe stato un piacere rincontrarlo per farmi raccontare qualcosa in più sulla sua esperienza cinematografica.
(Maria Cristina Picciolini) Ciao Matteo, è un piacere ritrovarti e parlare con te. Tu hai 14 anni e frequenti il liceo linguistico a Siracusa. Hai una grande passione per il teatro e da anni frequenti l’INDA, cioè l’istituto del dramma antico, raccontami quando è nato il tutto?
(Matteo Bariletti) Sono entrato quando avevo sette anni e faccio parte di una classe di approfondimento chiamata "masterclass". L'INDA, che è una fondazione culturale nata nel 1998 ed organizza il ciclo delle rappresentazioni classiche presso il teatro greco di Siracusa, è stata per me una fonte di grande bagaglio artistico. Devo dire che mi ha formato sotto ogni punto di vista e mi ha cresciuto interiormente dandomi soprattutto la possibilità di aprirmi con il mio carattere, che da piccolo era molto timido. Non avrei mai pensato di diventare quello che sono oggi, di salire disinvolto su un palco e di avere l’ambizione per continuare e migliorarmi sempre di più.
(MCP) Durante il teatro è arrivata poi la prima esperienza cinematografica.
(MB) Sì, la mia prima esperienza con il cinema è stata nel 2021 con il film "La primavera della mia vita" di Zavvo Nicolosi con Colapesce e Di Martino. Lì facevo la comparsa, comunque è stata un’esperienza unica.
(MCP) Cosa c’è dietro ad un film?
(MB) Dietro ad un film ci sono tantissime persone che lavorano incessantemente. A partire dal regista e comparto regia, sceneggiatori, ovviamente attori e comparse, sarte, trucco e parrucco, luci, microfoni, autisti, addetti alla cucina.
Una giornata tipo è l’arrivo al campo base dove si trovano i camper con i camerini, trucco, parrucca e sartoria. Quando gli attori sono pronti vengono accompagnati sul set; non rimangono mai da soli sono sempre assistiti per ogni esigenza. Poi c’è l’avvio delle riprese e ci sono vari ciak per ogni posa. Una giornata di lavoro è di circa otto ore anche notturne. Si possono girare in un giorno una scena oppure anche tre e le scene vengono poi spezzettate nei vari giorni.
Cosa c’è poi dietro ad un film, tutti se lo chiedono, io volevo scoprirlo ed è arrivata la possibilità per fare questa nuova esperienza. Da quel momento mi sono appassionato alla recitazione cinematografica.
(MCP) Come è stata questa tua prima esperienza in un film importante come l’Abbaglio girato nella tua terra?
(MB) Per me partecipare è stato un orgoglio, soprattutto essere un attore diretto dal grande maestro Roberto Andò, e lavorare con due attori siciliani (Ficarra e Picone) onestamente bravissimi, e lavorare anche con il maestro Toni Servillo.
(MCP) Cosa ti ha fatto capire questo film?
(MB) Il film mi ha fatto capire meglio come entrare in un personaggio, come è lavorare con gli altri e poi una cosa molto importante è stato il passaggio netto dal teatro al cinema: la cosa che mi ha fatto appassionare ancora di più a questo mondo. Poi mi ha fatto capire di più su me stesso, dove sono fragile, quali sono le mie vere paure. Il Giovane Picciotto mi ha fatto anche capire le cose belle della gioventù, come per esempio l’innocenza e il credere fortemente in qualcosa cercando di seguirlo a tutti i costi.
(MCP) Cosa hai provato durante le tue scene
(MB) Durate le scene ho sentito la vita del Giovane Picciotto: malinconica, a tratti felice e divertente.
(MCP) Quale è stato il momento che ti ha coinvolto di più nel film?
(MB) La scena della mia morte mi ha coinvolto emotivamente.
(MCP) Nel film hai lavorato con attori importanti, come Servillo, Ficarra e Picone, tutti appartenenti al regno delle due Sicilie. Con quali attori hai avuto modo di confrontarti di più e cosa senti di aver imparato?
(MB) Mi sono trovato bene in particolare con Picone. Mi ha dato dei consigli utili che mi hanno aiutato a crescere nella scena.
(MCP) Un film che parla di un momento importante della storia, quello della spedizione dei Mille, dove il protagonista non è Garibaldi, ma il patriota e idealista colonnello Orsini, comandante della seconda compagnia dei Mille sbarcati a Marsala l’11 maggio del 1860. Cosa pensi della figura di Orsini?
(MB) È un pezzo della storia che non è mai stata raccontata. Orsini è un povero illuso che ha creduto in una impresa che sarebbe stata importante per la Sicilia e per i siciliani.
(MCP) Perché consiglieresti di vedere questo film?
(MB) Perché è un capolavoro.
(MCP) C’è una frase in particolare del film che porti con te, come un messaggio, come un momento su cui riflettere?
(MB) La frase che Orsini dice a Ragusin sui giovani che combattono per la libertà: di tenerla stretta!
(MCP) Mi hai raccontato che dietro alla tua passione tu hai altre passioni. Come si dice, una cosa ne collega altre e l’arte in questo può fare capolavori. Da anni suoni diversi strumenti musicali. Quali sono e quale è quello che ti coinvolge di più emozionalmente?
(MB) Beh, io suono il basso, la chitarra e la batteria. In realtà la batteria come autodidatta, infatti, non sono un granché. Ho iniziato con chitarra classica alla scuola media, e la recitazione era già nella mia vita da un po’ di tempo. Finiti i tre anni ho dovuto fare una scelta: chitarra classica o chitarra elettrica? La risposta in realtà è semplice, ho scelto il basso. L’ho scelto perché il basso può sembrare uno strumento poco importante, in realtà è dove nasce la canzone o composizione. Il basso è tipo una colonna portante per una casa, a volte si vede, a volta no, ma è lì, nascosta per tenere la casa in piedi. Stessa cosa vale per il basso, certe volte si sente, certe volte no, ma di nascosto tiene assemblata la canzone o la composizione.
(MCP) Cosa ne pensi della scuola di oggi. Cosa cambieresti?
(MB) La scuola di oggi è ancora un po’ chiusa nella sua tradizione, non dà molto spazio ai ragazzi come me che hanno interessi e molti impegni al di fuori. Vorrei che fosse più interessata nei confronti degli alunni venendo incontro alle varie esigenze.
(MCP) Le tue esperienze con il teatro e adesso con il cinema ti portano spesso ad essere a Roma. Come ti organizzi con lo studio? Hai tempo per uscire con i tuoi amici?
(MB) Anticipo i compiti e studio di notte molto tardi. Riguardo agli amici non ho molto tempo perché spesso di sabato e domenica sono impegnato con i vari corsi.
(MCP) Siracusa è la città dove sei nato e stai crescendo ed è anche la patria di Archimede. Fondata dai Corinzi, capitale del mondo bizantino è una delle più importanti città del mediterraneo, ammirata ogni anno da più di due milioni di persone che arrivano da tutto il mondo. Che cosa provi di fronte a tanta bellezza?
(MB) Sento di essere fortunato ad essere nato in una città come Siracusa, ricca di storia e di stimoli.
Mi emoziona.
(MCP) C’è qualcuno che vuoi ringraziare particolarmente?
(MB) La mia famiglia, che mi supporta e mi aiuta con tanti sacrifici economici e di tempo. Grazie.
La Sicilia rimane un luogo magico. Sforna tanti talenti che poi troviamo in giro per il mondo. Tanti giovani, che non hanno studiato, emigrano per necessità. Altri che hanno deciso di studiare, scelgono, e spesso portano con sé sacrifici e soddisfazioni. Dove porteranno il loro talento, non ha importanza, la cosa più bella alla fine, è che la Sicilia rimane il luogo dell’anima, quel luogo dove tornare ogni tanto ad abbracciare le energie giuste che ti hanno permesso di vedere oltre l’orizzonte.