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- Pubblicato Venerdì, 02 Aprile 2021 06:25
Cantina Valle Isarco, bellezze naturali ed ottimi vini
Das Eisacktal im Trentino Südtirol ist das nördlichste Weinbaugebiet Italiens, das sich besonders für die Herstellung von Weißweinen eignet.
Firenze, 31 marzo 2021
La Valle Isarco in Trentino Alto Adige si estende da Bolzano verso nord fino al Brennero. In prossimità di Bressanone la stretta gola dell'Isarco si allarga fino a diventare un’ampia e verde conca. È una regione adatta ad ogni gusto e soprattutto ad ogni stagione con la sua natura, lo sport e le attività per grandi e bambini. Però la primavera è il periodo più affascinante: la valle si ricopre di fiori variopinti e di toni del verde. E fiorisce la voglia di scoprire la montagna e di passeggiare lungo i suoi sentieri.
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- Pubblicato Domenica, 21 Marzo 2021 09:04
«Che Vino!»
Un progetto dedicato alle cantine uniche e speciali
Ein Projekt, das über den Lieferservice hinausgeht, die Weinkultur fördert und die Kenntnis der Gebiete durch kleine und mittlere Produzenten. Zu den Werten gehört die Beachtung der Nachhaltigkeit und der Kreislaufwirtschaft.
Firenze, 25 marzo 2021.
Chi produce un numero limitato di bottiglie, chi vende esclusivamente vini naturali, chi sceglie solo tecniche produttive ecosostenibili. Queste, particolari ed esclusive, sono alcune delle cantine in vendita su «Che Vino!», la start up dedicata al vino di qualità. L’iniziativa è nata da un’idea di Giuseppe Trisciuoglio, appassionato ed esperto di beverage, dalla sua compagna Federica Piersimoni, tra le più famose travel blogger d’Italia, e da Elio Maria Piersimoni, con competenze e importanti esperienze nel food. . La vendita online di vini selezionati è il core del nuovo servizio. L’idea, però, va oltre il delivery. Il progetto risponde alle esigenze dei produttori, confrontando il meglio delle piccole e medie aziende vinicole locali, e punta non solo a fornire una vetrina alle cantine italiane, ma soprattutto a far crescere tra i consumatori la cultura del vino e la conoscenza dei territori, valorizzando luoghi unici e straordinari. «Non vendiamo solo vini, raccontiamo storie», spiegano i founder.
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- Pubblicato Domenica, 14 Marzo 2021 08:21
Dal primo laboratorio di affinamento in Italia, quante emozioni!
„Für Nervenkitzel sorgen!“ Hinter dieser Absicht des Unternehmens verbirgt sich ein langer Weg, welcher auf Wachstum und Innovation ausgerichtet ist. Erfolgsfaktoren sind eine enorme Kreativität und die unerschöpfliche Leidenschaft.
Firenze, 12 marzo 2021.
La Casearia Carpenedo in Veneto, oggi riconosciuta come primo laboratorio di affinamento di formaggi in Italia, nasce dalla grande visione creativa del suo fondatore Antonio Carpenedo spinto fin da bambino da una passione che da sempre fa parte del DNA di famiglia. Ogni singola creazione infatti è molto di più di un semplice prodotto caseario destinato al consumo, ma ha un fine preciso, come lui stesso dichiara: "I nostri formaggi non sono fatti per sfamare ma soprattutto per donare emozioni’. Quella sviluppata da Carpenedo è una vera e propria arte, interpretata fin dall’inizio con grande passione, lavorando materie prime selezionate con cura e regalando profumi e sentori unici; è una narrazione ogni volta diversa, frutto di una estrema sensibilità e amore per la famiglia e per la vita.
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- Pubblicato Sabato, 20 Febbraio 2021 16:30
Grande successo per pasta e riso italiani: la pandemia non li ha fermati
Die Pandemie hat viele Bräuche und Gewohnheiten verändert. Die weltweite Leidenschaft für die italienische Küche und insbesondere für die italienische Pasta ist aber geblieben. In Italien wächst das Bewusstsein für geschmackvolle Speisen sowie das Interesse an nachhaltigen Anbaumethoden und an dem Schutz der Umwelt.
Firenze, 18 febbraio 2021.
Il Coronavirus ha modificato tanti comportamenti e abitudini di consumo degli italiani, soprattutto in campo alimentare.
Il Covid ha piegato l’economia globale, ma non è riuscito a fermare la passione del mondo intero per la pasta, prodotto simbolo dell’Italia o per meglio dire dell’italianità. Uno studio internazionale ha rilevato che una persona su quattro ne ha aumentato il consumo durante i mesi di chiusura totale. Non era difficile dimostrarlo: bastava osservare i carrelli pieni di confezioni di spaghetti, tagliatelle o vari tipi di riso uscire dai supermercati verso le auto appena è stata ventilata l'ipotesi, poi diventata realtà, di un blocco totale a causa della continua diffusione del virus. È stato facile capire quale era il “piatto del cuore” degli italiani, anche e soprattutto nel frangente più arduo della nostra storia.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Martedì, 01 Dicembre 2020 07:46
Due aziende vinicole prestigiose, un solo denominatore: la toscanità
Die Weinberufung der Toskana und die jahrhundertealte Tradition machen den gewissen Unterschied für zwei Unternehmen aus, welche in dieser schwierigen Zeit für die Weinbranche nicht aufgeben. Freuen Sie sich auf einen tieferen Einblick in das Thema.
Firenze, 27 novembre 2020.
Un tracollo nel consumo del vino del 70%, è il costo stimato dell'ultimo decreto del Governo che ha imposto la chiusura dei locali alle 18. È l’allarme dei Consorzi toscani del vino. Il 70 per cento del vino si consuma dall’aperitivo in poi, è un colpo durissimo a tutti i produttori del settore. Tutto questo senza considerare che i ristoratori, i locali e le enoteche si sono adattati puntualmente ad ogni disposizione, accogliendo i clienti in totale sicurezza. Hanno fatto sacrifici economici importanti, anche indebitandosi ulteriormente, pur di restare aperti.
Ci sono tuttavia aziende italiane che non si sono arrese alla pandemia e continuano senza sosta il loro lavoro con passione e impegno nonostante le notevoli difficoltà e le nuove normative. Anche se il mondo del vino sta soffrendo molto per la situazione generata da Covid-19, con i consumi praticamente azzerati per la chiusura dei locali, le vigne e le botti reclamano ugualmente l'intervento costante dell'uomo. I tempi di lavoro sono meno frenetici e si può quindi riflettere sugli obiettivi e pure pensare a creare qualche cosa di nuovo.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Domenica, 01 Novembre 2020 17:39
I cinque sensi della Toscana si scoprono nelle sue acque termali
Sind Sie neugierig auf die Natur der Toskana, welche alle fünf Sinne anregt? In einem Jahr, in welchem der Gesundheit größte Beachtung geschenkt wird, lesen Sie hier über eine eindrucksvolle Route durch Heilbäder und Thermen in der Toskana.
Firenze 28 ottobre 2020.
In questo funestato anno 2020, mai come adesso la salute è stata al centro dell'attenzione. E cosa c'è di meglio delle acque termali per il benessere psicofisico o per curare numerose patologie o disturbi, acque di cui la Toscana è ricchissima? È infatti la regione italiana che può vantare il maggior numero di giacimenti e di strutture termali. Salus per aquam, la salute attraverso l'acqua. dicevano i Latini, che conoscevano bene le proprietà benefiche di questo elemento.
Un suggestivo itinerario slow in e-bike grazie a Tuscany Quintessence conduce alla scoperta di luoghi storici da cui scaturiscono acque benefiche. (www.tuscanyquintessence.com)
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Venerdì, 02 Ottobre 2020 14:01
Calabria, terra antica, gusto moderno
Firenze, 1 ottobre 2020.
La Calabria è stata ancora una volta protagonista nel 2020 di un Undiscovered Italy Tour, format ideato da Daniela Corti per promuovere la Calabria con il patrocinio dell’Enit e in collaborazione col Tour Operator canadese Susan Barone di Luxury Weddings Worldwide e InStyle Vacations.
La Calabria ha conosciuto negli ultimi mesi un grande successo sul piano turistico, fatto che fa ben sperare per il futuro in un momento critico come quello che stiamo vivendo. Partendo dal capoluogo di regione, Reggio Calabria, ha una lunga e nobile storia, visibile nei tratti di mura di età greca e nelle terme romane, con frammenti di mosaico, scampati a ben due terremoti. Fondata dai greci della Calcide su indicazione dell'oracolo di Delfi e divenuta municipio romano nel 89 a.C., contesa nei secoli da Mori e Bizantini, Svevi e Borboni, oggi Reggio esprime pienamente la vocazione turistica di una terra che mantiene intatto il fascino delle origini magnogreche.
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- Categoria: lettres italiennes
- Pubblicato Lunedì, 13 Luglio 2020 17:46
Quand nous en serons au temps des cerises, sifflera bien mieux le merle moquer
Lettres italiennes
Monaco di Baviera, 12 luglio 2020.
Chissà quanti dei miei pochi lettori conoscono questa canzone francese. Non molti forse. Ed è un peccato, perché la canzone, che in Francia è famosissima, è molto bella. Per questo, se vi viene voglia di sentirla, andate su Youtube, dove avrete, riguardo all'interprete, solo l'imbarazzo della scelta. L'incisione più famosa è forse quella di Yves Montand, ma ce ne sono di altrettanto belle. Si può dire anzi che non ci sia cantante francese che non ne abbia registrata una sua versione. La canzone ha poi la particolarità di essere al tempo stesso un canto d'amore e un inno politico, anche se nel suo testo non c'è nessun riferimento alla lotta o ad altro che con la politica abbia qualcosa a che fare.
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- Pubblicato Domenica, 03 Maggio 2020 14:56
Egregio signor Ping
Lettres italiennes
Monaco, 2 maggio 2020
Egregio signor Ping, come vede mi rivolgo a Lei con la stessa formula con la quale qualche mese fa Le si è rivolto il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio.
AverLa chiamata come un venditore di cravatte degli anni '30 non è stata da parte del ministro una mancanza di rispetto. È stata solo una manifestazione della sua ignoranza.
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- Pubblicato Giovedì, 06 Febbraio 2020 07:40
Quando ero cretino
Lettres italiennes
Corrado Conforti
Monaco, 5 febbraio 2020.
Ah l'adolescenza! Più me ne allontano e più la rimpiango: quell'età di sogni, di fantasie infinite, di esplosioni emotive. In quei pochi anni nascono i primi amori, le prime passioni; si scopre il mondo al di fuori dei confini della propria famiglia e soprattutto si scopre di averne uno dentro di sé. È un'età, volendo parafrasare Kierkegaard, di timori e tremori, ma anche di slanci. È un'età di tenerezze, ma al tempo stesso di conflitti, e non c'è genitore che non rammenti le impertinenze dei figli in anni che i padri spesso ricordano, riferendoli alla propria prole, come anni ingrati.
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- Categoria: Musica
- Pubblicato Martedì, 21 Gennaio 2020 08:51
Un medico e la sua musica, tra quello che è stato e quello che è
Intervista a Salvatore La Carrubba, medico e musicista siciliano
Siracusa, 15 gennaio 2020.
Nato e cresciuto in un paese dell’agrigentino, con la musica nel sangue e la voglia di seguire le orme del padre medico, Salvatore La Carrubba inizia a suonare il pianoforte e la chitarra da piccolo insieme al fratello anche lui appassionato di musica. Insieme trascorreranno l’adolescenza con una grande passione musicale scoprendo anche il rock e la musica dei cantautori. Poi, all’improvviso, qualcosa si ferma e si trasforma in una pausa che durerà venti lunghi anni. La prematura scomparsa del fratello, dopo una grave malattia, porta Salvatore ad allontanarsi dalla musica, quando era già partito per Roma, per seguire gli studi di medicina. Passano molti anni dove tra gli studi, il lavoro e gli amici, che si è creato con il tempo, possono far pensare che Roma è la città dove rimanere. Invece per Salvatore, come per molti siciliani, il desiderio di tornare a vivere in Sicilia, tra la campagna e il mare e i profumi di casa, si fa sempre più forte. Tornerà dopo quindici anni per un posto a Palermo come medico internista e per fare i conti con un passato musicale che si riaffaccia prepotentemente. Per Salvatore essere medico e musicista non è una separazione di identità ma le due dimensioni vanno di pari passo con uno scambio bidirezionale, al punto che il rapporto con i pazienti è influenzato in tanti aspetti dal sentirsi musicista, suonando nei reparti o portando la musica in eventi correlati con la medicina.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Venerdì, 20 Dicembre 2019 16:20
Questa estate tutti sulla riviera romagnola, sì, ma senza l'auto
Anche se la stagione calda in Italia è ancora lontana, sulla costiera della Romagna ci si sta già organizzando.
Firenze, 19 dicembre 2019.
È iniziata la fase sperimentale di un progetto di integrazione turistica costiera nel comune di Misano Adriatico, località limitrofa a Rimini: alcuni stakeholder “mirati” tanno sperimentando una modalità di fruizione integrata dei servizi, come trasporti, collegamenti interni, hotel, altri servizi ricettivi, che nel corso della prossima estate potrebbero diventare realtà comune, a Misano e in tutte le località della riviera romagnola che vorranno aderire.
L’idea generale è quella di progettare, attivare e promuovere uno strumento innovativo di fruizione turistica costiera: un sistema che consenta di spostarsi lungo tutto l’asse costiero romagnolo in maniera comoda, mobile e rapida e soprattutto senza la propria automobile.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Lunedì, 18 Novembre 2019 10:42
Alla scoperta di Castel San Pietro Terme, la città del buon vivere
Firenze, 16 novembre 2019.
Emilia-Romagna, una regione, due anime e un trattino che le separa, in cui si trova tutto un mondo.
Molta gente distingue con difficoltà tra emiliani e romagnoli. C’è un confine labile, un trait-d'union che di sicuro è plurisecolare. C’è una differenza di sapori, colori e odori che solo chi vive di qua o di là dal confine può notare. Ma l’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane in cui si vive meglio e in cui si mangia meglio.
Castel San Pietro Terme è una città situata fra Imola e Bologna lungo la storica via Emilia, proprio dove l’Emilia diventa Romagna, quindi si può dire che si colloca... "sul trattino" che divide i due toponimi. Castel San Pietro Terme, fondata nel 1199 come città fortificata, è in provincia di Bologna ed ha molto da offrire a chi la visita: roccaforti, castelli, siti archeologici, ma soprattutto tante persone che ti accolgono col sorriso. Forse sono persone che perseguono la filosofia della “lentezza”, tra tradizioni, prodotti genuini, acque termali e paesaggi naturali di pace e serenità.
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- Pubblicato Giovedì, 29 Agosto 2019 08:04
Il coraggio, uno non se lo può dare
Lettres italiennes
Corrado Conforti
Monaco, 20 agosto -
“Il coraggio, uno non se lo può dare” dice, nel XXV capitolo dei Promessi sposi un contrito Don Abbondio al cardinale Borromeo che lo incalza con le sue domande. Il “povero sacerdote”, come lo stesso curato poco prima nei suoi pensieri definisce se stesso, ha ragione: coraggiosi non si diventa, e nessuno può andare contro la propria natura che, se è quella di un pavido, quella di un pavido rimane.
Certo, sarebbe bello potersi migliorare; ma se l'impresa è troppo ardua, già lo sforzo di accettare la propria indole, evitandole di dar origine a comportamenti dannosi, è comunque un'attività di meritoria. Purtroppo proprio la codardia, se non accettata da chi riconosce in essa un elemento del suo carattere, produce spesso effetti disastrosi. Sì perché un codardo cercherà di mostrarsi diverso da quello che è e si produrrà, nel corso di tale tentativo, in atti che lo sopravanzeranno e che immancabilmente gli sfuggiranno di mano, giacché difetta costui di quella forza che è propria soltanto di chi il coraggio effettivamente lo possiede. Non solo: per dimostrarsi coraggioso il pavido cercherà il confronto con chi è infinitamente più debole di lui, accanendosi, nel tentativo di misurare il suo animo sulla base della violenza prodotta, su chi non sa o non può difendersi, approdando in questo modo dalla codardia alla vigliaccheria, che è appunto la prepotenza del debole su chi per natura o circostanze, non è in grado di offendere.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Mercoledì, 10 Luglio 2019 21:24
Castiglioncello e Inequilibrio
Il festival della nuova scena tra teatro, danza e musica
Firenze, 2 luglio 2019.
Un maestoso edificio in stile nogotico domina il paese di Castiglioncello, in provincia di Livorno, dalla fine del XIX secolo: è il castello Pasquini, costruito a partire dal 1889 come residenza del barone Lazzaro Patrone, che aveva acquistato vasti terreni da Diego Martelli, noto critico d'arte, sostenitore dei Macchiaioli. Una parte dei terreni vennero trasformati in un rigoglioso parco d'impronta romantica.
Il castello fu realizzato ad imitazione delle costruzioni medioevali.
Il barone Patrone cedette una parte dei suoi terreni per la costruzione della stazione ferroviaria di Castiglioncello, a patto che il fabbricato dei viaggiatori riprendesse lo stile del castello.
Negli anni Quaranta del Novecento il castello fu acquistato dalla famiglia Pasquini di cui conserva ancora il nome. Dopo un periodo di abbandono, nel 1981 è passato all'amministrazione comunale, che col tempo ne ha fatto il centro di manifestazioni ed eventi culturali.
Da oltre venti anni è la sede di Armunia che organizza il festival Inequilibrio, giunto alla ventiduesima edizione: si tratta di un innovativo contenitore di opere di teatro, danza, musica e arte performativa. Quest'anno il festival è in corso dal 25 giugno al 7 luglio.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Domenica, 02 Giugno 2019 16:43
A Narni si respira la storia, sorseggiando un vino antico
In Umbrien nicht nur Kunst und Natur, sondern auch exzellenter Wein
Nicoletta Curradi
Firenze, 2 giugno 2019.
I nostri lettori avranno mai sentito parlare di Narnia? È un mondo immaginario popolato da maghi, streghe e personaggi fantastici, creato dallo scrittore britannico Clive Staples Lewis, come scenografia per la sua serie fantasy per ragazzi dal titolo “Le cronache di Narnia”, pubblicata negli anni Cinquanta del Novecento. A questo punto si dirà: cosa c’entra con l'Umbria, la regione più verdeggiante d'Italia, annunciata dal titolo? C'entra, perché Narnia non è altro che l'antico nome di Narni, una storica, deliziosa cittadina umbra, ricca di monumenti e circondata da verdi campagne, a cui Lewis si è sicuramente ispirato, pur non avendola mai vista. È proprio nel territorio circostante questo borgo arroccato su un colle che si coltiva ancora un vitigno già noto e apprezzato dagli antichi romani, il Ciliegiolo di Narni.
Siamo in una zona dalle antiche tradizioni nel campo della coltivazione della vite, soprattutto il Ciliegiolo, un vitigno che è riuscito a sopravvivere all’estinzione solo grazie alla tenace passione di un gruppo di piccoli produttori che hanno continuato a coltivarlo mentre altrove veniva estirpato per fare spazio a varietà più commerciali. Attualmente gli ettari coltivati a ciliegiolo sono circa cinquanta e, anche grazie all’Associazione dei Produttori del Ciliegiolo, sta trovando spazio come uno dei rossi più tipici e interessanti del centro Italia.
Le origini del vitigno ciliegiolo sono piuttosto misteriose. Secondo la tradizione si narra che sia stato portato dalla Spagna nell'’800, ma una tesi più recente lo indica come un’uva autoctona del Centro Italia, forse derivante da antiche varietà di “vitis vinifera” che hanno dato origine anche al sangiovese. Oltre che in Umbria, il Ciliegiolo è diffuso in Liguria e in Toscana, dove veniva spesso usato per tagliare il sangiovese e donare un po’ di morbidezza e note fruttate.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Mercoledì, 15 Maggio 2019 12:35
Provincia Granda, dove è più stimolante la vita all'aria aperta
La provincia di Cuneo, in Piemonte, facilmente raggiungibile dal Nord Europa, offre un gran numero di proposte per ogni attività di outdoor per il benessere del corpo. E non solo... Anche per il palato.
Die Provinz Cuneo im Piemont, die von Nordeuropa aus leicht zu erreichen ist, bietet eine Vielzahl von Vorschlägen für jede Outdoor-Aktivität zum Wohle des Körpers. Und nicht nur... Auch für den Gaumen.
Firenze, 14 maggio 2019.
Dolci paesaggi da sogno in un angolo del Piemonte: Langhe, Monferrato e Roero e le aree montane e pianeggianti del Cuneese, detto anche provincia Granda, la più estesa della regione, possono vantare senza dubbio un ricco patrimonio paesaggistico-naturalistico, enogastronomico e culturale. Su questa profusione di risorse si inserisce un’ampia offerta outdoor rivolta non solo agli sportivi allenati, ma anche alle famiglie con bambini e ai semplici appassionati. Quindi tanto divertimento, moto all’aria aperta, emozioni, cultura, arte, paesaggio ed esperienze enogastronomiche rendono questo territorio una delle mete turistiche più interessanti in ogni stagione.
Sì, perché le Alpi di Cuneo rappresentano un autentico paradiso per gli amanti dell’outdoor in luoghi incontaminati. Parchi, riserve naturali, torrenti che scendono impetuosi dalle vette al piano, toccando villaggi alpini e città d’arte, ma ancora ferrate e falesie per arrampicate, percorsi per trekking, Nordic walking, cavallo e mountain bike, colline da esplorare in sella alla moto o alla bicicletta, possibilità di praticare la pesca sportiva: questa è un’offerta turistica a 360°, da vivere in ogni stagione dell’anno, spesso in concomitanza con eventi sportivi di livello nazionale e internazionale, come ad esempio il Giro d'Italia.
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- Categoria: Cultura italiana a Monaco
- Pubblicato Martedì, 16 Aprile 2019 07:03
Monaco di Baviera e Arena di Verona: un idillio di lunga data
Intervista a Cecilia Gasdia, apprezzata cantante e nuova sovrintendente della Fondazione Arena di Verona
Monaco, 14 aprile 2019.
Innanzitutto le nostre congratulazioni per il nuovo incarico. Dopo una carriera coronata da grandi successi, quali sono i motivi che L'hanno spinta ad assumere questo nuovo ruolo?
L’Arena di Verona rappresenta la mia culla, la madre e la migliore amica. Qui ho iniziato a cinque anni a vedere gli spettacoli d’opera con gli occhi di bambina colmi di stupore ed entusiasmo.
Qui ho trascorso tanti indimenticabili estati della mia giovinezza partecipando come comparsa e artista del coro.
Qui ho mosso i primi passi come solista e da oltre un anno l’Arena mi ha chiamato al “posto di comando” per mettere a disposizione tutta l’esperienza accumulata in tanti anni di carriera.
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- Categoria: Cultura italiana a Monaco
- Pubblicato Venerdì, 12 Aprile 2019 13:15
La mia patria è la cultura
Intervista ad Antonio Macrì, segretario della Società Dante Alighieri - München e responsabile dei corsi di italiano all’Alten- und Service-Zentrum (ASZ) Haidhausen
Monaco, 26 marzo 2019.
Classe 1941, napoletano di origine, Antonio Macrì è una persona apparentemente schiva, di quelle che potrebbero passare inosservate, per caratteristiche fisiche e per un certo suo modo quieto e pacato di interagire col mondo. Ma bastano pochi minuti a scalfirne la riservatezza per farsi raccontare la sua storia, che inizia in Italia, ma che lo porta in giovane età in Baviera alla ricerca di nuove opportunità lavorative nel suo campo di studi, la chimica. Monaco diventa così la sua patria di elezione, in cui si costruisce una nuova vita, lavorativa e affettiva, con tanto studio e una buona dose di determinazione. Una dedizione che impiega non solo per migliorare la sua di vita, ma anche quella di altre persone, in particolare gli anziani. È grazie a lui, infatti, se nel 1978 nasce il primo centro diurno per anziani di Monaco.
Ci racconti di cosa si occupa in questo momento.
La mia attività principale mi vede impegnato come segretario della Società Dante Alighieri di Monaco di Baviera, per la quale da quattro anni seguo e organizzo eventi e conferenze, che promuovo sul sito internet e sulla pagina Facebook. Ma devo ammettere che l’occupazione che più mi sta a cuore è l’insegnamento. Nonostante i miei studi e il lavoro che mi ha visto impegnato per 35 anni come ingegnere chimico, faccio da trent'anni l’insegnante di italiano per un gruppo di persone che hanno tra i 70 e i 90 anni in un ritrovo per anziani comunale nella Wolfganstraße, a Haidhausen. A oggi ho 31 alunni in quattro corsi, di cui uno di conversazione.
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- Categoria: Mito
- Pubblicato Lunedì, 08 Aprile 2019 10:03
Malana, sulle tracce di Alessandro Magno
Ma è davvero così lontano da noi quel mondo di eroi e di miti, che tanto adoriamo?
Laura Benatti
Como, 30 aprile 2019.
Esiste ancora oggi una sperduta località indiana ai piedi dell’Himalaya, completamente avulsa dal contesto sotto il profilo sociale, politico, linguistico, religioso: si tratta di Malana. Secondo un’accreditata interpretazione si tratterebbe di una comunità composta da individui discendenti dai soldati di Alessandro Magno! La descrizione dei luoghi e dei popoli incontrati ci è nota grazie agli Indikà,"Resoconti dell'India", dello storiografo greco Arriano (92-175 d.C.).
Quasi tutta l’India nord-occidentale era già stata messa in ginocchio e conquistata da Dario I, il Gran Re dei Persiani, che regnò dal 522 al 486 a.C., quindi molto tempo prima dell’avvento di Alessandro. All’arrivo del re macedone, la regione era suddivisa in tanti piccoli domini, violenti e in continua lotta reciproca. Egli sottomise il Regno di Gandhara quindi proseguì fino al Punjab con un nuovo esercito formato quasi completamente da popolazioni asiatiche, mentre solo gli alti comandanti erano di etnia macedone. Qui, come ci racconta il biografo Plutarco nelle sue “Vite parallele”, affrontò il pericolosissimo Re Purushotthama, noto sui libri di storia come Re Poro, vincendolo sulle rive del fiume Idaspe, oggi Jhelum. Siamo nel 326 a.C. Alessandro, per la dolorosissima e inconsolabile perdita del compagno fedele e inseparabile, il cavallo Bucefalo, fondò l’attuale città di Jhelum, allora Alessandria Bucefala (nel Punjab, Pakistan). Per l’enorme difficoltà incontrata nel corso di questa sanguinosa battaglia, nonostante la vittoria fosse stata dei Macedoni, l’esercito si rifiutò di seguire Alessandro nella sua inarrestabile marcia verso est. I suoi uomini si fermarono al fiume Beas, allora Ifasi, e il condottiero fu costretto a pensare seriamente al ritorno. Come percorso seguì la valle dell’Indo, fino alla città di Pattala.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Lunedì, 11 Marzo 2019 17:40
Puglia regina del turismo in tutte le stagioni
Si avvicina a grandi passi la stagione estiva, quella delle grandi vacanze, e la Puglia si conferma una delle destinazioni più gettonate in Italia. Ma non c'è solo il mare qui...
Die Sommersaison, die herrliche Feiertage, nähert sich mit großen Schritten, und Apulien ist eines der beliebtesten Reiseziele in Italien.
Es gibt aber nicht nur das Meer hier...
Firenze, 11 marzo 2019.
Lecce per tre giorni si è trasformata in capitale indiscussa del turismo del sud Italia. Al Castello Carlo V si è infatti tenuta la V edizione di BTM BusinessTourism Management, evento nato nel 2015 da un gruppo dinamico guidato da Nevio D'Arpa, e divenuto sempre più importante, ospitando espositori nazionali e internazionali. BTM è ormai ritenuta una manifestazione di riferimento per il sud Italia, registrando la presenza non solo di sellers pugliesi, ma anche di operatori campani, calabresi e lucani, con l'obiettivo di creare proficue sinergie professionali tra le varie regioni meridionali d'Italia.
Il sistema turistico pugliese si trova attualmente ad affrontare alcune precise criticità come la crescita costante dei flussi in arrivo e la notorietà della destinazione Puglia, oltre all'urgente necessità di destagionalizzare gli arrivi dei visitatori.
Occorre sviluppare la destinazione turistica e lavorare su questo tema passando attraverso l’ Heritage Tourism: è il turismo che interpreta tradizioni e culture, creando esperienze uniche, da vivere soltanto in un preciso luogo e in un preciso momento, per esempio le feste a carattere religioso.
In Italia c'è tutto un mondo da far conoscere e il turismo è il mezzo più potente per farlo, non solo in estate, ma per 365 giorni l'anno.
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- Categoria: Cultura italiana a Monaco
- Pubblicato Domenica, 03 Marzo 2019 16:05
Arena di Verona zu Gast in München
OPERN KONZERT 9 maggio 2019
(Comunicato Stampa)
“All'aperto si gioca solo a bocce” - commentò il Maestro Arturo Toscanini quando seppe che stavano pensando di allestire l’Aidanell’Arena di Verona per il centenario della nascita di Giuseppe Verdi.
Sono trascorsi per l’esattezza 106 anni da quel momento e nel frattempo l'Arena ha visto sul proprio palcoscenico artisti del calibro di Maria Callas, Renata Tebaldi, Placido Domingo, Ruggero Raimondi, Monserrat Caballè, Piero Cappuccilli, Mirella Freni, Leo Nucci, Renato Bruson, per citarne solo alcuni. Oggi l’Arena di Verona è il teatro lirico all'aperto più grande del mondo, con una capienza di quattordicimila posti e una partecipazione di circa mezzo milione di persone per ogni stagione operistica. Per la prima voltain oltre cent’anni,la Sovrintendenzae la Direzione Artistica della Fondazione Arena di Verona sono state affidate ad una donna, il celebre soprano Cecilia Gasdia.
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- Categoria: lettres italiennes
- Pubblicato Sabato, 12 Gennaio 2019 09:06
Lamento
Lettres italiennes
Corrado Conforti
Monaco, 12 gennaio 2019.
Je me souviens d'un coin de rue aujourd'hui disparu (mi ricordo di un angolo della via, oggi sparito. ndr) cantava Charles Trenet negli '50, rievocando il quartiere della sua infanzia narbonese.
Non c'è scrittore o poeta che non abbia raccontato con nostalgia gli anni passati e lo scenario di strade e piazze in cui questi sono trascorsi; ed è quasi un luogo comune letterario quello di chi, ritornando nei luoghi mutati della sua infanzia, si sforza di rivederli come erano un tempo. Ognuno ha la sua madeleine che resuscita antiche sensazioni, e questa madeleine può essere a volte uno scorcio di strada, un vecchio edificio, un giardino pubblico.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Giovedì, 22 Novembre 2018 17:31
L‘innegabile bellezza dei laghi di Lesina e Varano
Diese Seen in Apulien sind authentische Schätze überraschender Anziehungspunkte für Flora und Fauna
Firenze, 20 novembre 2018.
Una realtà suggestiva che si incontra appena si tocca il suolo pugliese: i laghi di Lesina e di Varano, i quali non sono solo due fra i laghi più grandi e importanti dell'Italia meridionale, ma anche autentici scrigni di sorprendenti attrattive di flora e fauna che meritano di essere svelate agli occhi dei visitatori. Non basta ammirare esternamente questi affascinanti specchi d'acqua, con i loro colori cangianti nelle varie ore del giorno: è importante conoscerne bene le caratteristiche e le ricchezze naturali e per farlo abbiamo rivolto alcune domande al dottor Raffaele D'Adamo, biologo marino e ricercatore all’ISMAR Lesina, l'Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
- "Dottor D'Adamo, ci può raccontare la sua esperienza a Lesina?" -"Lavoro qui dal 2001, all'inizio per lo sfruttamento biologico della laguna, poi per lo studio degli ecosistemi costieri."
-"Ci spieghi nel dettaglio in cosa consistono le sue ricerche."
-"Il CNR dal 1968 ha dato una svolta agli studi sulla valorizzazione della pesca e sulla qualità delle acque del lago, nel rispetto della sostenibilità. Io conduco ricerche, per esempio, sul ciclo riproduttivo dell'ostrica nostrana piatta e dell'orata. Studio anche la bottarga, la cui quantità è in aumento. Grazie alla bassa salinità della laguna la bottarga rimane più integra, non si sbriciola. L'anguilla è invece ritenuta la regina del lago di Lesina. Oltre al pesce mi occupo anche di salicornia, cioè l'asparago di mare, una pianta tipica di questi litorali. Si raccoglie in estate, è molto usata in cucina, anche con il pesce, ed è ricca di sali minerali e vitamine, ideali per la salute. "
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- Categoria: Dall'Italia
- Pubblicato Martedì, 16 Ottobre 2018 13:38
Museo archeologico Jatta, perla di Ruvo di Puglia
Ruvo di Puglia, eine Stadt in der Provinz Bari, die Heimat eines interessanten Chorfestivals, bietet eine prächtige Kathedrale und andere Überreste der Vergangenheit, mit einem echten Juwel: das Nationale Archäologische Museum Jatta. Lass es uns herausfinden.
Firenze, 13 ottobre 2018.
A Ruvo di Puglia, nel Parco dell'Alta Murgia, il Ruvo Coro Festival, rassegna corale di livello Internazionale, diretta dal maestro Angelo Anselmi, ha esordito a fine settembre e durerà fino a dicembre. È un grande evento che ormai da dieci anniaccoglie le migliori corali italiane ed estere, valorizzando il territorio di Ruvo. Nel corso degli anni la rassegna è cresciuta e si è ampliata inserendo corali in dialogo tra chiese cristiane e religioni diverse come l'ebraismo, oltre ad un percorso corale incentrato sulla musica sacra chiamato "Voci delle cattedrali". Questo festival rappresenta l'occasione ideale per visitare le bellezze locali, visto che la città ne può vantare di numerose. Data l'antica origine è possibile incontrare vari monumenti ed edifici come la stupenda cattedrale in stile romanico-pugliese, risalente ai secoli XII e XIII, ma rimaneggiata nei secoli successivi. Da visitare anche il suo ipogeo, che evidenzia resti di antichi insediamenti peuceti (antica popolazione italica), romani e medioevali. Chi è appassionato di archeologia non può mancare una visita al Museo archeologico nazionale Jatta, che raccoglie un gran numero di reperti, anche molto pregiati. Per suscitare la curiosità dei lettori, vediamo di indicare quali sono i pezzi più degni di nota.
Anzitutto occorre premettere che questo museo è nato alla fine del 1800 e praticamente da allora pressoché nulla è cambiato nel suo allestimento. Le vetrinette che contengono i pezzi più piccoli sono sempre le stesse, prodotte a Napoli ed offrono una piacevole immagine i divanetti in velluto rosso destinati ai visitatori dell'epoca, invitati dai proprietari. Ora non ci si può più sedersi per conservarli meglio. Ma hanno sempre un certo fascino. Durante la visita occorre prestare molta attenzione a non urtare i vasi e gli altri reperti che sono esposti senza protezione-.
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- Categoria: L'Italia in Baviera
- Pubblicato Mercoledì, 24 Ottobre 2018 14:50
Pro Europa Una festeggia la XXVI Hopfen und Weintraubenfest (festa del luppolo e uva) a Monaco
(Comunicato stampa dell’associazione Pro Europa Una e.V.)
Domenica 16 settembre si è tenuta la 26° edizione della festa del Luppolo e dell’Uva, prodotti della terra e simboli dell’unione tra le genti europee, ed in particolare tra quelle bavaresi ed italiane, organizzata dalla Pro Europa Una, associazione per l’integrazione europea senza fini di lucro.
L’evento è cominciato con una solenne cerimonia celebrata Domenica da Monsignore Hans-Georg Platschek nel Duomo di Nostra Signora a Monaco, gremita di fedeli, insieme a numerose associazioni in rappresentanza delle varie regioni europee.
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- Categoria: Dall'Italia
- Pubblicato Venerdì, 10 Agosto 2018 13:06
Siculamente colorati
Siracusa 10 agosto 2108.
Ho sempre pensato che la creatività degli italiani vada oltre al limite del NO LIMITS e che anzi la parola “limite” disturba decisamente quel bisogno di esuberanza che a volte lascia ancora a bocca aperta, sia nella sua ricercata bellezza che nella sproporzionata fantasia intima, a volte anche volgare.
Non sto parlando, di arte, artisti, di cultura culinaria e nemmeno di giocolieri politici, di cui oramai siamo invasi di notizie, ma di qualcosa di più semplice, alla portata di tutti quelli che viaggiano sulle strade italiane perdendosi a volte in curiosi paesini o semplicemente in vie poco praticate.
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- Categoria: Dall'Italia
- Pubblicato Lunedì, 01 Ottobre 2018 20:59
Alla scoperta dell’energia del futuro
In viaggio con un'auto elettrica in Toscana
Firenze, 1 ottobre 2018.
Viaggiare a bordo di un’auto elettrica significa guardare al futuro con occhi diversi, superando il semplice concetto di mobilità. Significa diventare parte integrante di un ecosistema virtuoso in cui la sostenibilità si realizza pienamente. Perciò è importante sapere che esiste una filiera 100% green, a partire dalla produzione di energia, ma anche dallo smaltimento dei rifiuti, per esempio le batterie esauste. Infatti, le batterie scariche delle auto elettriche, se non vengono smaltite correttamente, possono inquinare molto più della benzina o del gasolio. Ed è per questo che Smarted Enel Xsi sono messe di nuovo in viaggio insieme per scoprire la natura e l’origine dell’energia del futuro, organizzando una competizione tra auto elettriche lungo le strade della Toscana, passando per alcuni dei principali impianti della società che produce energia da fonti rinnovabili. Il viaggio ha toccato luoghi suggestivi come San Casciano Val di Pesa, Larderello, Pontedera-Amalia Laghi, Piano della Rocca e Barga, per vivere la mobilità elettrica oltre i confini della città, per dimostrare che l'auto elettrica viaggia bene e in modo sicuro anche al di fuori della cerchia urbana.
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- Categoria: Mito
- Pubblicato Lunedì, 01 Ottobre 2018 20:40
La vera storia del Minotauro
Logos e Mythos
Como, 30 settembre 2018.
La notissima giornalista Oriana Fallaci (1929-2006) era solita dire che i miti dovrebbero essere osservati da lontano come i dipinti poiché mantengono il loro carisma inalterato nonostante il trascorrere del tempo. È tuttavia parimenti utile, a mio giudizio, comprendere bene perché certi miti sono nati e sono stati tramandati e quale rapporto essi hanno con fatti storici o fenomeni sociali, economici, religiosi realmente accaduti.
Asterione, nome di fantasia del Minotauro, era nella realtà nato dalla relazione extraconiugale di Pasifae e di un avvenente generale, di nome Tauros (secondo una versione meno accreditata un cortigiano di Minosse). Egli era agli ordini del marito di Pasifae, il re Minosse, ed era un atleta di grido nella lotta contro i tori (tauromachia). L’eroe Teseo quindi non combatté contro il terribile mostro, il Minotauro, ma contro il padre di questi, ovvero Tauros, e lo scontro fu probabilmente in una battaglia navale. Ma questa versione dei fatti, più “normale” di quella narrata dal mito, non avrebbe potuto attrarre l’attenzione del pubblico quanto la favola che sto per raccontare. Un giorno Minosse (Minos significa “re”), che dominava sull’isola di Creta,desiderando rendere legittima la sua carica, volle sacrificare una vittima eccezionale che chiese al dio delle acque, Poseidone. La creatura, di colore bianco, era così bella e rara che il re non volle sciuparla per un sacrificio e la tenne per sé, collocando al suo posto un toro, di valore assai inferiore. Il dio del mare si offese terribilmente e si vendicò facendo sgorgare in Pasifae, moglie di Minosse, una passione innaturale e orribile nei confronti del bel toro bianco, che portava il nome di Tauros. A Pasifae nacque un figlio con la testa di toro, il Minotauro appunto, a cui venne imposto il nome di Asterione. Minosse si sdegnò fino a tal punto che rinchiuse nel Labirinto, fatto costruire dall’architetto Dedalo, il Minotauro e Pasifae.
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- Categoria: lettres italiennes
- Pubblicato Mercoledì, 29 Agosto 2018 07:55
Dagli all’untore!
Lettres italiennes
Monaco, 29 agosto 2018.
Nel XXXIV capitolo dei Promessi Sposi Renzo, alla ricerca di Lucia, rintraccia finalmente la casa in cui questa ha soggiornato. Rischia però di fare una bruttissima esperienza quando, volendo farsi sentire dalla donna che dalla finestra gli ha fornito alcune superficiali informazioni, picchia ripetutamente il battente della porta. Un'altra donna, insospettita da quel suo maneggiare quello che Manzoni chiama “il martello”, esplode allora in un grido che a Milano in quei giorni poteva costare la vita: Dagli, dagli, dagli all'untore!Il popolino riteneva infatti che il morbo pestifero fosse diffuso ad arte per mezzo di un unguento malefico che gli “untori”, agenti pagati dai nemici della Spagna cui il ducato di Milano in quegli anni apparteneva, spalmavano sui portoni degli edifici e sui banchi delle chiese.
Tale diceria causò non poche vittime, la più famosa delle quali fu il barbiere milanese Gian Giacomo Mora, reo confesso sotto tortura, il quale, una volta condannato, fu giustiziato nel modo atroce che la cosiddetta “ruota” prevedeva, vale a dire spezzandogli con una mazza le braccia e le gambe e dandogli poi il colpo di grazia dopo ore di esposizione alla folla che, come sappiamo, apprezzava non poco in quei tempi tali spettacoli.
La casa del Mora fu abbattuta e al suo posto fu elevata una colonna, la famosa Colonna Infame (abbattuta a sua volta nel 1778), alle spalle della quale una lapide ricordava il delitto e il processo.
Ovviamente l'atroce supplizio non quietò il morbo, ma placò la folla che credette di aver finalmente trovato uno dei responsabili della diffusione di una malattia che, trasmessa in realtà dalle pulci dei ratti, l'avrebbe in buona parte risparmiata, se essa fosse vissuta in migliori condizioni igieniche.
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- Categoria: Mito
- Pubblicato Sabato, 18 Agosto 2018 13:58
Alessandro Magno rivive nelle moderne strategie politiche
(II parte)
Logos e Mythos
Como, 14 agosto 2018.
Essere eccessivamente repentini nel prendere una decisione e nell’agire di conseguenza non è sempre sinonimo di saggezza, lo sappiamo, soprattutto nei momenti in cui il nostro animo vibra di risentimento… ma per Alessandro non è mai stato così. La sua tattica consisteva nel non concedere mai una tregua al nemico, bisognava invece sbalordirlo, colpirlo all’improvviso, prima che questi potesse rendersene conto.
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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Venerdì, 10 Agosto 2018 12:43
Le mille anime di Rovereto
La città trentina è detta Città della quercia, della pace, dei Festival e dei musei internazionali. La festa di Santa Maria Ausiliatrice il 5 agosto è una preziosa occasione per visitarla
Die Stadt von Trentino wird Stadt der Eichen, Frieden, Festivals und der internationale Museen genannt. Das Fest Maria Hilfe der Christen am 5. August ist eine wertvolle Gelegenheit, es zu besuchen
Firenze, 10 agosto 2018.
L'immagine della Madonna Ausiliatrice incede lentamente per le vie assolate di Rovereto, issata sulle spalle di aitanti giovani scout e seguita da una moltitudine di fedeli, tra rulli assordanti di tamburi. Cosa sta accadendo in questo scorcio d'estate nella città trentina?
È il 5 agosto e in questa data, ormai da 315 anni, si celebra la festa di Santa Maria Ausiliatrice, anche se solo quest'anno il Comune ha deciso di pubblcizzarla all'esterno. Nel 1703, per salvarsi dalle distruzioni perpetrate dal generale francese Luigi Giuseppe Duca di Vendôme nella Vallagarina durante le Guerre di successione, la città si affidò alla protezione di Maria Ausiliatrice, Patrona principale della città, facendo voto di celebrare ogni anno la cerimonia solenne di ringraziamento.
I suggestivi eventi organizzati dal Comune di Rovereto, hanno avuto il clou la domenica mattina nella chiesa arcipretale di San Marco con la Messa solenne, alla presenza del sindaco, della Giunta e delle autorità municipali. Nel pomeriggio i Vespri recitati in onore dell’Ausiliatrice hanno preceduto la suggestiva processione per le vie della città.
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- Categoria: Dall'Italia
- Pubblicato Venerdì, 20 Luglio 2018 08:47
Cercavo Buba
Dal Gambia a Vigata una piccola-grande storia contro l’indifferenza
Porto Empedocle, 9 luglio 2018.
Poco distante dalla Torre di Carlo V, in Via Francesco Crispi all’altezza del civico 44 di Porto Empedocle, proprio davanti al negozio-emporio della famiglia Di Stefano, mi viene incontro un ragazzo africano, lo saluto e gli chiedo diretto: “Scusa, di dove sei?”. “Del Gambia”, non esita a rispondere. “Ma allora sei tu quello che acchiappa i ladri?”. “Sì, sono io”. Lo cercavo. L’ho trovato.
Cercavo l’eroe del giorno: avevo appena letto sul Giornale di Sicilia di mercoledì 27 giugno l’articolo di Concetta Rizzo “Tre giovani rapinatori bloccati da un immigrato” e decido di andare in fondo alla questione, dato che nessun giornale nazionale ne riportava la notizia. È per questo che mi trovavo in via Crispi, alla ricerca della tabaccheria dove è avvenuto il fatto. Ed è lì che incontro Buba.