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L’agone

Letto “italiano” vs. letto “tedesco”

Gianni Minelli

Gilching, 1 febbraio 2014.
Niente! Non ci sono riuscito. Dopo anni e anni passati a combattere con quel sacco infernale alla fine ho gettato la spugna. Sarà anche perché non sono un magro pigmeo (ma manco i tedeschi lo sono, anzi!).

Mi sono arreso, stravinto da quell’ingovernabile piumino. Freddo-caldo-sudo-freddo… in un interminabile agone: piede-dentro piede-fuori, dov’è il sopra?, dov’è il sotto…? E sempre i piedi freddi. Le calze? Un triste ed indesiderato ripiego. Non sono solo i piedi poi... ma tutto il corpo avviluppato e imprigionato per tutta la notte da quella specie di lectus costrictor. Con la vana speranza di poter riposare senza soffrire di quegli infidi agoni di freddo pungente che, traditori!, ti colgono inerme mentre dormi. E la fitta di gelo ti risveglia ancora...

Uno dei possibili gradi superiori di sofferenza si raggiunge però quando la “partnerin” è pure fissata con l’ossigeno notturno e DEVE assolutamente tenere la finestra aperta, altrimenti, se va in ipossia, ce l’hai tu sulla coscienza… Ma lasciamo perdere, non rivanghiamo quei ricordi…

Insomma è capitato: dopo trent’anni di “Crucchia” ho visto in un negozio italiano una meravigliosa trapunta, e mi sono detto… ma perché?

Perché no, invece? Mia sorella mi ha detto, regalandomi due splendide lenzuola Bassetti: ma prenditela se vuoi, hai sofferto abbastanza!

Se non fosse troppo personale posterei con molto piacere una foto del mio meraviglioso letto conquistato, con la trapunta di lino di un caldissimo color ocra e quelle bellissime lenzuola gialle di cui ormai mi sono così perdutamente innamorato.

La mattina rifaccio il letto, lo faccio come se adempiessi ad un rito, e la sera… la sera – quando entro in camera mi pare un altare - mi ci infilo dentro, tra le due lenzuola, sotto la trapunta, senza né calze né la prospettiva di combattere tutta la notte con quel sacco volante… Forse potrebbe far freddo stanotte? No problem! La copertina supplementare è lì pronta.

Invece prima il sacco mi aspettava tutte le sere in agguato, ameba affamata!

Buona notte allora, e non ti sognerò nemmeno, barbaro letto.

 

 

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