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Incontro di letteratura spontanea dell'otto luglio

Giulio Bailetti

Monaco, 11 luglio 2011
Ragazzi, si fa per dire naturalmente, credo che dopo dieci anni siamo sulla giusta strada. Eravamo quattordici, di cui tre nuovi, quattro donne, un austriaco, un francese, una greca, tre tedeschi, tre italiani del nord, due del centro e quattro del sud: una composizione ben eterogenea.

Come sempre l’atmosfera era tale che ci siamo espressi più o meno tutti. La letteratura, per quello che ne siamo capaci, viene dopo. Prima c’è stato il preliminare,

indispensabile e lungo giro di presentazioni. Lì abbiamo rotto il ghiaccio. Abbiamo presentato qualcosa di noi che ci è sembrato importante, da far sapere agli altri. Lì abbiamo stabilito le basi della comunicazione.

- A leggere ha poi cominciato il buon Davide, con interessanti riflessioni e approfondimenti personali. Peccato che non ce ne abbia dato una fotocopia. Così dopo le avremmo potute meglio analizzare.

- Ferdinand ci ha parlato del suo faticoso impegno da regista: deve infatti prima tradurre in tedesco moderno una vecchia traduzione tedesca scespiriana, in modo che poi gli attori abbiano in mano una sceneggiatura ora recitabile. A lui è andato un augurio di buon lavoro e successo personale, in questa sua ennesima ambiziosa prova professionale.

- Daniele, nuovo, ci ha fatto rivivere con la sua bella poesia l’ambiente magico della casa con giardino degli zii, che aveva frequentato da adolescente. Siamo contenti di averlo con noi. Ci ha anche competentemente parlato della torrefazione del caffé, tema interessantissimo.

- Karl ci ha messi di buon umore, leggendoci dialoghi di nonsenso tra italiani, che conversano e mescolano frasi ed espressioni tedesche ed italiane. L’effetto è stato divertentissimo. Da vecchio giornalista in pensione sa cogliere ancora bene i soggetti più surreali.

- Io non avevo scritto niente di leggibile ed allora ho letto alcuni aforismi dal mio vecchio e piccolo libro “La mia filastrocca”. C’è dentro una certa melodia, ma avendone letto solo brevi estratti, questa non s’è sentita affatto. Sarà per un’altra volta.

- La nostra nonna Vittoria ci ha raccontato come sempre della sua vita movimentata, tra Grecia, Austria, Sicilia e Germania. Recentemente suo figlio Venerando ha scoperto, vagando in internet, una sua foto da studentessa greca in cui lei sventola la bandiera greca, affidatale quale migliore alunna della scuola. Il re le aveva in segreto consigliato o ordinato, questo non lo so, di tenerla come se stesse tenendo tra le mani il suo bambino: toccante!

- Bärbel, nuova, ci ha parlato del camping che, appena può, da anni frequenta, vicino a Porto San Giorgio nelle Marche. Lì credo che abbia trovato i suoi veri amici e la dimensione a lei più consona. Questo le si legge negli occhi.

- Roberto ci ha letto una bella poesia dedicata al padre. Lo ama ancora di più, quando ne ricorda il senso di smarrimento, che contiene le scuse “ben confuse tra le parole” per i suoi sbagli di padre. È però anche quello stesso padre che “non ha avuto premio da me per i suoi sacrifici” e che “ha ancora la forza di ringraziare”, nonostante tutto.

- Roberta ci ha detto che andrà in vacanza in Andalusia, che ci andrà da sola e che è già felice ora al pensiero di andarci e di staccare finalmente la spina. Potrà leggere. Dopo tornerà a Rovereto a godersi la famiglia e poi andrà a cavalcare con due amiche. Noi siamo stati contenti per lei. Però qualcuno deve aver pensato:”Beata lei!”, anche se nessuno ha avuto il coraggio necessario a dirlo. Era evidentemente troppo felice.

- Piero ci ha presentato le poesie:

“Vittoria”, che si raggiunge quando finalmente si accetta la propria sorte e quindi finalmente ci se ne libera e “Tantra”, che gli ha insegnato la purezza: amare il proprio corpo senza vergogna e goderne i piaceri, che non sono del diavolo, come troppo spesso si è purtroppo creduto, quanto piuttosto santi, stavo per dire addirittura sacrosanti.

- Dagmar ci ha letto la sua prima poesia in italiano:”Impressioni in Grecia”. È anche una scalatrice. Ci ha parlato di una sua arrampicata in Grecia in primavera, del cielo blu, delle case bianche e blu e delle “spezie dai piccoli fiori blu”, del profumo che accompagna tutti e che arricchisce e stimola “verso fini più nobili ed elevati, finora appena immaginati”.

- Claude, come sempre, ci ha divertito, questa volta con l’ironicissimo “Il manifesto dei mariti schiavi”, che rivendicano il loro diritto di poter dire qualcosa in casa e che ricordano con nostalgia il tempo delle tre cappa: Kinder, Küche e Kirche (bambini, cucina e chiesa) e con “Storie del Wienerwald”, in cui un cliente chiede invano al cameriere informazioni su una bella donna. Il cameriere stranamente non ne dà. Alla fine naturalmente viene fuori che quella donna è sua moglie. Ma questa è una storia vera.

- Mauro, nuovo, non è potuto rimanere molto con noi. Penso che lo rivedremo presto e per più tempo. Crede fermamente nei sani valori italiani, nei rapporti umani, nel fare bene e signorilmente le cose. Ne riparleremo, perché è anche un amico.

- Venerando non è solo il figlio passivo di nonna Vittoria, ma anche nonna Vittoria è definibile come la madre di Venerando. Perciò Venerando, attivo per amore, ha scoperto in internet la foto della mamma da ragazza. È stato credo un gran regalo e non solo per lei.

- Giuseppe questa volta non ci ha letto una delle sue belle storie. Ora lavora troppo alla Pinacoteca e per di più in piedi. Allora ce l’ha raccontata, seduto comodamente: la storia del sogno perfetto, quello predeterminato. È relativamente semplice. Basta pensarne il titolo, prima di addormentarsi e poi la notte lo si sogna. È stata già così una gran bella storia orale. Provare per credere. Aspettiamo che presto ce la scriva.

Ha vinto Piero, con “Vittoria” e “Tantra” e seconda è stata Dagmar, con “Impressioni in Grecia”. Menzioni anche per Giuseppe, Roberto e Daniele. I premi saranno presto consegnati.

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