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Il favorito tra i favoriti

In due mostre la Monaco priva di orpelli di Florian Süssmayr

Wie eine ungeschminkte Frau: So wird München vom Maler Florian Süssmayer dargestellt. In 2 Ausstellungen waren in den vergangenen Wochen seine Bilder zu sehen, die u.a. Kontaktanzeigen im Freisinger Bahnhofsklo oder den Eingang einer schäbigen Kneipe zeigen. Und sie haben sogar die Schickeria bezaubert.

Jerzy Jurczyk

“Unico requisito: giovane e tedesca”. Così si esprime la Süddeutsche Zeitung del 17 marzo scorso a proposito dell’incredibile successo riscosso da esponenti della giovane scena artistica berlinese nell’ambito dell’Armory Show, la più grande fiera di arte contemporanea del mondo. E cosí conclude: “New York ha condotto anche quest’anno una strenua ma inutile lotta per mantenere la sua posizione egemonica nel panorama dell’arte mondiale (…).

È infatti l’Europa ora a dettare legge e Berlino è la capitale dell’arte a livello internazionale.” E Monaco? La metropoli con il cuore, come la definisce – e non solo durante l’Oktoberfest – l’Azienda di promozione turistica, dopo essere stata per decenni la capitale segreta della Germania, ha dovuto affrontare dopo la riunificazione il proprio complesso d’inferiorità.
In campo artistico è dall’inizio di quest’anno che le nuove tendenze suscitano l’interesse crescente dei responsabili degli spazi espositivi sia pubblici che privati, convinti che negli ultimi anni si sia sviluppata a Monaco una vivace e ambiziosa giovane scena artistica, da cui sono emerse delle posizioni molto nette e autonome come quelle dei 18 giovani che hanno esposto le loro opere al Kunstbau, il padiglione sotterraneo della Lenbachhaus. Sempre sulla Süddeutsche Franz Kotteder ha scritto l’11 febbraio: „Dove c’è il marchio Monaco non può esserci nulla di buono. Questo atteggiamento molto diffuso, spesso anche tra gli artisti locali, dimostra che lacittà non sa vendersi bene sul mercato dell’arte. Molti artisti di successo si trasferiscono altrove, come per esempio Amelie von Wuffeln, nuova stella del firmamento mondiale, le cui opere, oltre a riscuotere un notevole successo commerciale, sono esposte a New York, Parigi, Basilea e Düsseldorf. Nata a Monaco, dopo aver completato gli studi, ha scelto di vivere a Berlino.


Su questo stesso tema si sono espressi alcuni esperti d’arte interpellati dalla Süddeutsche„ Non capisco perché tutti parlino della scena artistica berlinese (...). Ciò che più attira gli artisti al momento è senz’altro il fatto che si tratti di una città moltodinamica, ma un fattore altrettanto importante che può spiegare questo effetto magnetico è il costo della vita non troppo elevato”– così Lothar Romain, rettore della Universität der Künste di Berlino.
Chris Dercon, il nuovo direttore della Haus der Kunst, ha trovato una spiegazione convincente: „Paragonare le due realtà è impossibile perché Berlino è una delle città più affascinanti del mondo, mentre Monaco gioca in un’altro girone. Però si può paragonare Monaco con Lipsia, Colonia, Francoforte; la scena artistica della città bavarese è molto più vivace di quello che sembri, possibile che non ci sia nessuno disposto a riconoscerlo? I responsabili della Lenbachhaus ci hanno provato offrendo alla nuova generazione di artisti uno spazio espositivo importante con questa motivazione: “L’avanguardia di questa scena artistica si esprime attraverso una molteplicità di linguaggi a livello sia formale che contenutistico che nulla ha da invidiare all’arte contemporanea a livello internazionale. In rapporto alle tradizioni stilistiche, storico-artistiche e culturali di Monaco e del suo territorio questi artisti dimostrano una tale leggerezza e autoconsapevolezza da conferire una nota sorprendentemente fresca alla storia e alla società del luogo.”
La mostra si chiama „FAVORITEN“ e presenta principalmente diplomandi dell’Accademia di Belle arti, anche se il vero protagonista dell’esposizione non ha seguito alcun corso: Florian Süssmayr, autodidatta, è il “superfavorito”.


Proprio a lui, primo artista di Monaco da decenni, Chris Dercon ha offerto una personale alla Haus der Kunst, mentre Rüdiger Schöttle ha esposto le sue opere nella sua galleria nei pressi delle Pinacoteche. „È considerato – non solo a Monaco – un astro nascente nella scena artistica e i suoi quadri nella Haus der Kunst piacciono persino alla, Schickeria’. Che forse li interpreta male, visto che Florian Süssmayr dipinge con acribìa da fotoreporter cose tutt’altro che chic: un tavolo della Hofbräuhaus, annunci personali di una toilette pubblica della stazione di Freising o l’entrata di una squallida Kneipe“. Così si è espressa la Kunstzeitung nel numero di marzo presentando la mostra come evento del mese. Nella Ehrenhalle dell’ex-tempio artistico del Führer, sono stati esposti fino al 1° maggio scorso circa 40 “Bilder für deutsche Museen”. Chris Dercon ha dichiarato all’inaugurazione che „L’arte di Florian Süssmayr, ancora sconosciuta, è un’arte difficile, ma è buona arte. Questa non è una mostra tradizionale: è un’installazione, un’ opera d’arte totale per uno spazio difficile come la ex Sala d’onore, che non era stata concepita, da Troost e da chi gliela aveva ordinata negli anni ‘30, come ambiente in cui esporre quadri. Si trattava di una sala per la propaganda e Süssmayr gioca con – e allo stessotempo contro – questo spazio.” A Florian Süssmayr – nato a Monaco nel 1963 – è capitato ciò che la maggior parte degli artisti sogna per tutta la vita:
essere improvvisamente scoperto con la gloria e l’ampio riconoscimento che ne conseguono. A lui è successo dall’oggi al domani, come in una favola, lo scorso settembre. Protagonisti dei suoi quadri sono la sua città, con le sue birrerie e i suoi graffiti, e la passione, che condivide con i suoi amici, per il punk e per il calcio.
Il risultato è la topografia dipinta di un viaggio molto personale, l’autobiografia illustrata dell’artista, membro del movimento punk "Freizeit 81" e tra i fondatori della band "Lorenz Lorenz", che ha collaborato come cameraman e tecnico della fotografia a diversi documentari e film, anche sperimentali. Agli anni ’90 risalgono i suoi primi ritratti, dipinti soprattutto a olio, e la serie di quadri su Beirut, realizzata dopo un viaggio nella capitale libanese.

Con questi lavori, basati su materiale fotografico e filmico e raffiguranti la città distrutta e i campi di accoglienza profughi, organizzò nel 1999 la sua prima mostra pubblica in uno degli spazi dello Stadtmuseum cui seguí, nel 2000, l’esposizione nella stazione centrale, in cui presentò la serie "Stehausschänke" (Banconi di bar). Del 2002 è il ciclo "Farb- und Fußballfelder" (Campi di colore e di calcio): Süssmayr è infatti giocatore dilettante e nel 1993 ha vinto con la sua squadra FC/DC la coppa Größenwahn (Megalomania) a Monaco. Nell’autunno del 2004 deutsche Museen" in un locale vuoto vicino alla stazione centrale e negli ultimi tempi i suoi lavori sono stati spesso utilizzati come illustrazioni per il feuilleton di alcuni quotidiani tedeschi.


Nell’ambito della mostra „Favoriten“ non è stato invitato a partecipare ad alcun dibattito: come outsider 41enne avrebbe poco da dire sul tema “nuova generazione” e inoltre il suo iter artistico è stato del tutto atipico e originale. Le nuove leve dell’Accademia di Monaco, molto ben preparate sia dal punto di vista teorico che tecnico e pronte a conquistare il mondo, non hanno molta pazienza e sono molto deluse e arrabbiate per il fatto che non ci si strappi i capelli per le loro opere, accusando di ciò il provincialismo della città, quello stesso provincialismo che Florian Süssmayr, che si definisce un difensore centrale, adora. Lui ci mostra la sua Monaco, che forse è più autentica e vera dell’immagine patinata dei depliant dell’Azienda di promozione turistica.  Lì il suo graffito „Hey, ihr Arschlöcher!“ non verrà mai riprodotto.

(2005-2 pag 12)

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