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Un papa scomodo

Il pontificato breve di Celestino V

Die Liste der Namen der Päpste der katholischen Kirche ist sehr lang. Hier fällt die sehr kurze Dauer des Pontifikats von Papst Cölestin V auf. Seine Regierungszeit belief sich lediglich auf vier Monate, von August bis Dezember 1294. Seine Herrschaft gilt trotzdem als die bemerkenswerteste und geheimnisvollste in der gesamten Kirchengeschichte. Es fällt sehr schwer über diese Zeit zu sprechen und ungelöst bleibt immer noch das sogenannte „mistero del chiodo“.

Franco Casadidio

La bimillenaria storia della Chiesa Cattolica è stata spesso fonte d’ispirazione per pittori, poeti, scrittori e, in tempi più recenti, registi e sceneggiatori, che hanno attinto a piene mani dalle vicende di Santi, Papi e religiosi. Quasi nessuno, però, si è mai preoccupato di raccontare al grande pubblico la vicenda di Celestino V, dimessosi dal soglio pontificio quattro mesi dopo l’elezione. Tutto ha inizio il 4 aprile 1292 quando, morto Papa Niccolò IV, il Cardinale Latino Malabranca, decano del Sacro collegio, convoca il conclave che risulterà poi essere uno dei più lunghi della storia.

I porporati sono divisi in due fazioni: da una parte quelli che vogliono eleggere Papa un membro della famiglia Orsini, dall’altra chi vedrebbe bene sul trono di Pietro un rappresentante della famiglia Colonna. Questa contrapposizione blocca il conclave per circa ventisette mesi. La gente comune comincia a dar segni d’insofferenza, così come molti membri dei vari ordini religiosi. Tra questi ultimi, uno di recente formazione raccoglie sempre maggiori consensi tra la gente, forte del proprio modello di vita, improntato alla semplicità e alla povertà, e del velo di santità che da qualche anno aleggia intorno alla figura del suo fondatore; l’ordine è quello dei “Fraticelli dello Spirito Santo“, il suo fondatore è Pietro Angelerio, eremita tra i monti dell’Abruzzo, che propugna con tenacia l’idea di una Chiesa povera e semplice: l’esatto contrario di quella dell’epoca, che più che un’istituzione religiosa è un’istituzione politica e una potenza economica e militare di primo piano.

Durante il conclave, Pietro scrive più volte al Cardinale Malabranca, suo amico, invocando sui Cardinali la discesa dello Spirito Santo perché li guidi e li illumini nella scelta del nuovo Papa. Ma né il Malabranca né lo Spirito Santo riescono a compiere il miracolo di riunificare un conclave spaccato in due, finché uno dei cardinali, Benedetto Caetani, ha un’intuizione: perché non accordarsi su un terzo nome, equidistante da entrambe le fazioni in lotta, che possa quindi godere della fiducia di tutti? In realtà egli cerca semplicemente qualcuno da poter manovrare nell’ombra, un candidato debole. E chi meglio di un’eremita che da anni vive isolato in mezzo ai monti, corrisponde alla figura ricercata dal Caetani? Il 5 luglio del 1294, tutti i porporati trovano l’accordo intorno al  nome di Pietro da Morrone, ognuno convinto, in cuor suo, di poterlo manovrare come una marionetta. Oltre ai Cardinali, anche il Re di Napoli Carlo d’Angiò ha messo gli occhi sul neo Pontefice, con l’intento di usarlo per i propri scopi. Così, a dispetto delle tradizioni, il 29 agosto Pietro da Morrone viene prelevato dai suoi monti e portato a L’Aquila dagli uomini del Re angioino e qui incoronato Papa col nome di Celestino V.

Invece che a Roma, il Pontefice viene trasferito a Napoli, dove lo raggiunge il cardinal Caetani che comincia la sua lenta opera di circonvenzione. Celestino V si rende conto da subito che quella nuova vita non fa per lui; troppo lusso, troppe comodità, troppi intrighi e inizia a pensare all’abdicazione. Il Caetani lo incoraggia a lasciare l’incarico, ma la legge vuole che la rinuncia sia spontanea iniziativa del Papa, senza alcuna costrizione e così viene fatto preparare un documento in cui Celestino V rinuncia di propria volontà al trono chiedendo di poter tornare fra i suoi monti, tra la sua gente: è il 13 dicembre 1294, non sono trascorsi neanche quattro mesi dall’incoronazione.

Ma il Caetani e gli altri sottovalutano un particolare che si rivela, invece, fondamentale: l’amore della gente per Celestino V. Eh sì, perché i pochi mesi da Papa, sono bastati a questo umile ottuagenario, così diverso dagli altri Pontefici, per far breccia nel cuore della gente. Pietro da Morrone torna al suo eremo mentre il conclave elegge Benedetto Caetani, che prende il nome di Bonifacio VIII; il paragone con il vecchio Papa, però, si rivela subito troppo ingombrante per il neo Pontefice, che ordina al suo esercito di catturare Celestino V e imprigionarlo nel palazzo di famiglia ad Anagni.

Con l’aiuto dei suoi confratelli Pietro fugge, ma poco tempo dopo viene nuovamente catturato e rinchiuso nell’inaccessibile rocca di Fumone. Qui, segregato in una piccola cella, privato di ogni contatto con l’esterno, affamato e seviziato, Pietro da Morrone muore il 19 maggio 1296, portandosi nella tomba un ultimo mistero: il foro nel suo cranio causato, sembra, da un chiodo conficcatogli in testa per ordine del suo successore, e che, se la storia fosse vera, potrebbe considerarsi un vero e proprio omicidio su commissione papale!

(2005/4 pg 21)

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