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La priorità delle Poste Italiane

Poste Italiane introducono una nuova logica nei loro servizi

Die italienische Post bietet seit 2002 einen schnelleren Zustellungsdienst, die “posta prioritaria”, an. Mit einem kleinen Zuschlag kann man diesen Dienst nutzen, der preiswertere und normale Zustellungsdienst wurde stattdessen ganz abgeschafft. Die “posta prioritaria” ist mittlerweile zum Teil genauso langsam wie die frühere “posta ordinaria”.

Franco Casadidio

Se avete a casa un dizionario della lingua italiana, provate a fare come me, cercate la parola priorità nel mio dizionario, al sostantivo femminile “priorità” viene attribuito il seguente significato: il fatto di venire prima in un’ideale scala d’importanza.
Quando nel 2002 Poste Italiane varò il nuovo servizio di posta prioritaria, il concetto era chiaro: spendendo 15 centesimi in più (60 contro 45) il cliente poteva optare per la consegna “prioritaria” in 24 ore della missiva spedita. Un bel vantaggio e, stando ai dati raccolti dalle associazioni dei consumatori, anche un bel servizio, che funzionava veramente bene. Secondo Altroconsumo, infatti, nel 2002 ben il 90% della posta prioritaria spedita era consegnata entro le 24 ore successive: un successone.

Tutto bene quindi, talmente bene che qualcuno in Poste Italiane pensò bene di cavalcare l’onda lunga del successo per provare a spremere qualcosa in più ai clienti. A maggio 2006 quindi, ecco giungere l’abolizione del servizio di posta ordinaria, con l’obbligo per i clienti di utilizzare solamente la posta prioritaria. Tariffa unica di 60 centesimi per tutta la corrispondenza quindi, senza alcun distinguo e recapito garantito in 24 ore; almeno così assicuravano da Poste Italiane. Le cose, però, non sono andate esattamente così, tant’è che la stessa rivista Altroconsumo, ha stimato che nel 2006 solamente il 61% della corrispondenza veniva consegnato in un giorno, con un crollo spaventoso rispetto a quattro anni prima. In buona sostanza, ad un aumento della tariffa (e mica da poco, parliamo di un incremento di oltre il 30% alla faccia del tasso d’inflazione ufficiale sbandierato!) non solo non è corrisposto un analogo miglioramento del servizio, bensì un lento ma costante peggioramento, se è vero che un’altra associazione dei consumatori, il Codacons, in una nuova indagine datata febbraio 2007 ha stimato che oramai solamente il 55% della posta arriva a destinazione in 24 ore.

Oltre a questi dati sconfortanti, comunque, la decisione di Poste Italiane si porta dietro anche una questione squisitamente semantica. Infatti, se prima aveva un senso avere una posta prioritaria, visto che ne esisteva anche una ordinaria, oggi viene spontaneo chiedersi rispetto a che cosa la corrispondenza spedita è prioritaria visto che non ne esiste nessun altro tipo. In poche parole: la corrispondenza di oggi rispetto a cosa ha priorità visto che è tutta sullo stesso livello? E se è tutta sullo stesso livello, quindi non prioritaria, la mossa di Poste Italiane non è da considerare solamente come uno stratosferico aumento di tariffa mascherato, neanche tanto abilmente, sotto le spoglie di un miglioramento del servizio reso? Riflettiamo brevemente insieme. Se nel 2002 Poste Italiane avesse comunicato di punto in bianco l’aumento da 45 a 60 centesimi delle tariffe di tutta la corrispondenza molti italiani sarebbero svenuti! E molto probabilmente le autorità di controllo non l’avrebbero neanche permesso. Invece l’intera operazione è stata gestita con molta accortezza, creando prima una nuova tariffa per un nuovo servizio offerto per poi unificare in un secondo momento tutti i prezzi, naturalmente verso l’alto. Et voilà, il gioco è fatto. È un po’ come se Trenitalia abolisse i biglietti di seconda classe obbligando tutti i viaggiatori ad acquistare biglietti di prima classe, salvo poi far viaggiare i passeggeri sui soliti vergognosi treni utilizzati fino adesso, magari dopo aver dato una verniciatina all’esterno e aver sostituito il numero 2 indicante la seconda classe, con un più consono 1: prima classe! Tutto un altro effetto non trovate anche voi?.

Il fatto è che, purtroppo, noi italiani siamo ormai avvezzi a questi “giochi di prestigio” stile mago Silvan, basti ricordare i vergognosi referendum truffa sull’abolizione del Ministero dell’Agricoltura, poi resuscitato miracolosamente con il nuovo nome di Ministero per le Risorse Agricole e Forestali nonché quello sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, sveltissimi nel riprendersi tutti i quattrini persi (e anche di più) con l’invenzione del rimborso elettorale. A pensarci bene è questa nostra atavica rassegnazione a permettere a chiunque di fare i propri comodi, consapevoli che, al di là di qualche protesta più o meno forte, passato un po’ di tempo le acque si calmeranno e tutto potrà riprendere come prima, compresi i disservizi di Poste Italiane! Per fortuna che c’è l’email!


(2008-1 pg 6)

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