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L'Italia rappresentata da noi

Intervista all’onorevole Laura Garavini, eletta con i voti degli italiani residenti all'estero e capogruppo del Pd nella commissione antimafia

Laura Garavini, Abgeordnete des italienischen Parlaments: Immer mitten im Geschehen, aktiv im Kampf gegen die Mafia, Idealistin, aber auch pragmatisch. An einem Nachmittag im April, im Hintergrund das ewige Rom, spricht Sie mit uns. Sie erinnert sich, damit wir nicht vergessen ...

Giulio Bailetti

Credo che Laura Garavini possa rappresentare un buon esempio per molti. Non era ricca, anzi, però ha studiato diligentemente con passione e volontà. Ancora molto giovane, ma già ben qualificata, è venuta all’estero in Germania ed ha cominciato ad insegnare italiano agli italiani ed anche ai tedeschi, come poi tanti di noi. Ma lei non si è fermata solo qui. È andata poi molto più avanti. Seguiamo insieme il suo percorso.

INTERVenti (IV): Cominciamo dall’inizio che è sempre meglio. Dove e quando sei nata e che studi hai fatto?
Laura Garavini (LG): Sono nata a Vignola in Emilia nel 1966 in una famiglia contadina con pochi soldi ma tantissimo affetto. Mi sono laureata all’Università di Bologna in Scienze politiche, indirizzo sociologico, con il massimo dei voti. Alla Luiss di Roma ho fatto un Master in management di progetti comunitari.

IV: Quando e perché sei venuta all’estero?
LG: Sono partita per la Germania nel novembre del 1989, proprio in quel periodo che ha cambiato la storia non solo della Germania, ma anche dell’Europa e del mondo, segnando la fine della Guerra Fredda. Sono emigrata per curiosità professionale e culturale e per diversi anni ho insegnato italiano ai figli di emigrati a Kiel, e più tardi, ad Amburgo.

Parallelamente ho avuto l’occasione di lavorare come lettore alla Christian-Albrechts-Universität di Kiel. Nel 1994 ho iniziato a collaborare ad Amburgo con l’associazione tedesca BQN (Beratungsstelle zur Qualifizierung von Nachwuchskräften mit Migrationshintergrund) che si occupa della formazione lavorativa di giovani stranieri
aiutando ragazze e ragazzi italiani a trovare posti di lavoro. Pochi anni dopo mi è stato proposto di lavorare a Colonia come dirigente italiana per un progetto del Governo tedesco, Pro Qualifizierung. Collaborando con diverse aziende nel Nordreno-Westfalia, Pro Qualifizierung promuove la qualificazione dei nostri connazionali disoccupati o a rischio disoccupazione.


 

IV: Quando e come è cominciata la tua attività più propriamente politica?
LG: Successivamente ho lavorato come operatrice sociale per il patronato Ital, che mi ha offerto l’occasione di diventare la responsabile d’ufficio a Berlino, e per la Unione Italiana nel Mondo (UIM). È stata una tappa importante questa perché stavo quotidianamente a stretto contatto con le famiglie e gli anziani, ho conosciuto più da vicino i problemi, le esigenze, le idee degli italiani all’estero. Il 2007, poi, è stata una svolta: insieme a famosi gastronomi italo-tedeschi subito dopo la strage della ‘ndrangheta a Duisburg, nell’agosto 2007, ho fondato l’iniziativa “Mafia? Nein danke!”. In quei giorni tanti media in Germania scrivevano: “Dove c’è pizza, c’è mafia”. L’iniziativa fa vedere che è vero il contrario: dove ci sono italiani c’è un forte No alla mafia – in Italia, in Germania, dappertutto. Tutti gli aderenti all’iniziativa si sono impegnati per iscritto a denunciare subito ogni tentativo di estorsione alla polizia e a non assumere nessuno che sia in contatto con ambienti mafiosi. Abbiamo infatti riscosso importanti successi: nel periodo natalizio dello stesso anno, decine di ristoratori italiani a Berlino erano stati minacciati da una serie di tentativi di estorsione. Ma i gastronomi non si sono lasciati intimorire. Tanti si sono messi in contatto con l’iniziativa “Mafia? Nein danke!”. Grazie alla collaborazione con la polizia berlinese sono stati catturati gli autori dell’estorsione. Un bel successo!

IV: Ci parli un po’ della tua elezione a deputata?
LG: Nell’aprile 2008, dopo una campagna elettorale intensissima che mi ha permesso di conoscere tante belle realtà locali di impegno e passione politica, le italiane e gli italiani in Europa mi hanno eletta alla Camera dei deputati con il maggior numero di preferenze. Nella Camera faccio parte della Commissiona Antimafia, dove sono capogruppo, della Commissione Politiche Europee e del Comitato permanente degli italiani all’estero.

IV: Parlaci ora un po’ più diffusamente di come vivi il Parlamento e delle tue impressioni, dei successi di cui vai più fiera ed anche eventualmente delle tue frustrazioni o delusioni?
LG: Dopo la mia elezione, ma in realtà anche già durante la campagna elettorale, sapevo che mi avrebbe aspettato un compito difficile, quello di contribuire – dai banchi dell’opposizione! – a mettere in campo una seria politica a favore degli italiani nel mondo, una politica che valorizzasse l’enorme patrimonio rappresentato dalle nostre comunità all’estero, purtroppo spesso ignorate dal nostro stesso Paese d’origine.

Dopo due anni a Roma sono convinta più che mai che l’Italia ha bisogno di un Partito Democratico forte, moderno, unito, combattivo che dia ascolto alle giuste rivendicazioni della nostra gente oltreconfine. Dico questo di fronte allo scandaloso scenario dei continui tagli che l’attuale maggioranza e l’attuale Governo stanno apportando alle politiche per gli italiani all’estero. Infatti, il centrodestra ha rivelato ben presto le sue vere intenzioni verso i nostri connazionali nel mondo, considerati sempre con sospetto dall’attuale maggioranza, portando il sistema dei rapporti con le comunità italiane ad un punto estremamente critico.

Con un Governo così apertamente ostile di fronte alle esigenze dei propri cittadini che vivono in Germania, in Inghilterra o in Belgio, non c’è da meravigliarsi che molti dei problemi siano rimasti irrisolti nonostante gli sforzi di noi parlamentari dell’opposizione. Del resto non nascondo che trovo spesso scoraggiante lavorare in un Parlamento impegnato a convertire solo decreti, imbrigliato nelle iniziative parlamentari da un Governo che va avanti a colpi di decreti legge blindati con la fiducia. Insomma, il bilancio di tutti noi deputati eletti all’estero sarebbe più ricco se non avessimo a che fare con un Governo fino ad oggi unicamente impegnato a ridurre sistematicamente le disponibilità e le risorse per le comunità italiane nel mondo. I numeri al parlamento sono quelli che sono, ma con molta tenacia si può strappare lo stesso qualche successo.

IV: Quali successi in particolare, per esempio?
LG: Provo, ad esempio, grande soddisfazione per il via libera alla doppia cittadinanza per tutti gli italiani in Europa.
Sicuramente uno degli esiti più concreti ottenuti in questi due anni. Dal giugno 2010, infatti, gli italiani residenti in Europa possono chiedere la nazionalità del loro Paese di residenza senza dover rinunciare a quella italiana. È un successo per il quale mi sono battuta insieme al PD, presentando un’interrogazione al Ministro degli esteri con la quale si chiede che nessun italiano sia più costretto a rinunciare alla propria cittadinanza per poter acquisire quella del Paese in cui vive. Sono convinta che la possibilità della doppia cittadinanza possa portare a una più completa e incisiva integrazione, anche politica, dei nostri connazionali all’estero perché apre la strada a una maggiore partecipazione degli italiani oltreconfine alla vita politica attiva proprio là dove risiedono.

Ritengo che sia un nostro importante successo essere riusciti, l’anno scorso, a ridurre i tagli previsti dal Governo. Grazie a un tenace lavoro di opposizione, siamo riusciti a salvare tanti milioni per i nostri connazionali nel mondo, per le scuole e per il sociale. Anche se i tagli che il Governo ha imposto rimangono dolorosi. Personalmente sono, inoltre, riuscita a realizzare una piccola modernizzazione che mi era stata richiesta da diverse donne italiane in Europa. Anche a seguito di un’interrogazione parlamentare, la Direzione per i Servizi Demografici del Viminale ha stabilito che i figli italiani all’estero ai quali i genitori hanno assegnato il cognome della madre non vengano più costretti d’ufficio dallo Stato italiano a cambiare il loro cognome prendendo quello del papà. È una piccola iniezione di modernità che viene dall’estero.


Inoltre sono contenta di essere riuscita a introdurre nella discussione sulla riforma di CGIE e Comites una clausola che prevede la presenza di giovani e di donne – tuttora sottorappresentati – all’interno di questi organi. Ci sono, poi, proposte di legge come PRIME per il ritorno dei cervelli italiani dall’estero o come Controesodo, che è proprio in questi giorni all’esame dell’aula di Montecitorio. Quest’ultima proposta di legge, in particolare, da un lato prevede una serie di incentivi fiscali per coloro che tornano e intendono ricominciare un’attività d’impresa o un lavoro autonomo; d’altro lato attraverso bonus fiscali facilita l’assunzione di italiani residenti nel mondo da parte di imprese che assumono con contratto indeterminato.

IV: E nel tuo lavoro in Commissione Antimafia? Nonostante i problemi che hai decritto, c’è anche qualche soddisfazione?
LG: Ho sempre in mente l’appello dei tanti che, sin dalla campagna elettorale, mi chiedono di non limitarmi a fare esclusivamente una politica “lobbyistica” per gli italiani nel mondo, ma di dare il mio contributo per migliorare l’Italia e la politica italiana in generale. Cerco, dunque, di fare entrambi le cose: portare avanti le mie proposte per gli italiani nel mondo, ma di andare anche oltre. Cerco di fare questo soprattutto in qualità di capogruppo del PD in Commissione antimafia. In questa funzione sono riuscita a dare il mio contributo affinché venisse approvato il regolamento “liste pulite” per le elezioni regionali e affinché venisse notevolmente migliorata la legge sull’Agenzia per i beni confiscati. Inoltre, insieme alla società civile e ai socialdemocratici tedeschi, mi sono impegnata affinché il Bundestag approvasse una legge che faciliti la confisca dei beni mafiosi anche in Germania. Un contributo importante alla lotta contro le mafie e un segnale incoraggiante che dimostra come la collaborazione internazionale nel contrasto alla criminalità organizzata possa dare importanti frutti. Sono, dunque, riuscita a ottenere piccoli risultati. Ma visti i numeri in Parlamento e l’ostilità del Governo Berlusconi ogni successo va strappato con le unghie.

IV: Grazie e buon lavoro.

(2010-3 pag 16)
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