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Camilleri senza bavaglio

“Ci troviamo sotto nuove forme di fascismo... ma non si possono più usare le vecchie parole con le quali abbiamo definito “fascismo”, “nazismo” o “comunismo”. Sono altre forme mutate.”

In diesem Interview äuβert sich der beliebte italienische Schriftsteller Andrea Camilleri sehr persönlich und ernüchternd über die aktuelle politische Situation Italiens.

Alessandro Eugeni

„Ich bin kein Historiker, kein Soziologe, kein Anthropologe. Ich bin nur ein Geschichtenerzähler , ein italienischer Romanschriftsteller, der allerdings seine Mitbürger besonders aufmerksam beobachtet. Es ist daher kein Zufall, dass alle Zitate, mit denen ich meine These stütze oder von denen ich ausgehe, aus der Literatur stammen und nicht aus Geschichtsbüchern.Daher sollte das Folgende, über das die Fachleute sicherlich die Nase rümpfen werden, mit einem gewissem Vorbehalt aufgenommen werden.“ (Camilleriʼs Vormerkung an sein Buch: „Was ist ein Italiener? “ Wagenbach Verlag 2010

Roma, 20 giugno 2010
Dopo quattro anni torno a intervistare Andrea
Camilleri che,

come allora, mi riceve cordialmente nella sua casa romana in Prati. Ci accomodiamo nel salottino della sua fornitissima biblioteca – che insieme a quella del soggiorno conta circa diecimila libri tra letteratura, storia, arte e cultura varia – mentre la collaboratrice ci porta dellʼacqua minerale per rinfrescarci dal caldo della mattinata estiva. Una breve ma densa conversazione, ritagliata tra i sempre numerosi impegni dello scrittore, che si appunta attorno ad alcuni aspetti della politica attuale.

INTERVenti (IV): Sono passati due anni dalle elezioni politiche e dalle elezioni comunali di Roma del 2008 ...
Andrea Camilleri (AC): Il nuovo Berlusconi non è altro che un peggioramento del vecchio Berlusconi.
La sua polemica anticostituzionale sì è fatta assai più scoperta, quindi è più pericolosa per la nazione di quanto non lo fosse in precedenza. Io non sono nazionalista. Non lo sono mai stato. Ho un passato e un presente da comunista. Ma non si possono avere allʼinterno dello Stato delle persone che non credono nella costituzione. Noi abbiamo dei nemici della costituzione che sono al potere e nessuno li accusa di esserlo.Nessuno dei problemi che Berlusconi porta con sé è stato risolto e quindi i problemi non risolti si tramutano in cancrena. Lui rappresenta unʼanomalia nella democrazia italiana. È talmente anomalo che perfino il suo alleato Fini se ne accorge e tenta in qualche modo di “mettere le pezze” a questa anomalia.
Quanto ad Alemanno posso constatare che le buche dei marciapiedi sono aumentate, per il resto non credo che sia un sindaco che abbia tanta visibilità. Non so che cosa faccia Alemanno per Roma. La formula uno allʼEur, i grattacieli in periferia, sono tutte operazioni di apparenza. Questo è un mutamento berlusconiano, cioè che lʼapparenza è sempre meglio della sostanza. Il fumo è meglio dellʼarrosto. Il bello è che molti italiani si sono convinti di questo.

IV: Quando Alemanno è stato eletto sindaco, in Campidoglio cʼè stata unʼadunata di camerati che si sono esibiti in gestacci e saluti romani, immagini che hanno fatto il giro del mondo, per non parlare delle tante svastiche sui muri della città: la seconda marcia su Roma...
AC: Anche questo rientra nel gusto per lʼapparenza, è conseguenza dello stile berlusconiano. Alemanno dice che non ha nulla a che fare con gli estremisti fascisti. Ci mancherebbe che dicesse che ha a che fare con loro. Però le persone che portano la croce celtica al collo fanno già una dichiarazione di fede, una dichiarazione di principio.

IV: E lʼopposizione? Lʼopposizione viene anche da una piccola parte della maggioranza e fa più effetto dellʼopposizione vera.
AC: Cʼè questa frase, questo inno che dice: “meno male che Silvio cʼè”, allora forse bisogna cambiare e dire: “meno male che Fini cʼè”. Cioè Fini rappresenta una opposizione interna. Lui cerca di immettere, allʼinterno dellʼanomalia berlusconiana, un poʼ di buonsenso e un poʼ di legalità. Naturalmente, è certo che questa opposizione ha più rilevanza: perché è quello che dallʼinterno si oppone al monarca! Non è quello che si trova allʼesterno. E naturalmente ciò fa più effetto. Ma attenzione: si oppone sempre dal suo punto di vista, da co-fondatore del PDL (Partito della Libertà)!
Lʼopposizione esterna, invece, non ha la forza di essere una opposizione perché lʼevoluzione dei partiti della sinistra è stata purtroppo un progressivo distacco dalla gente, che è invece lʼoperazione inversa fatta dalla Lega, con successo.
Il PD (Partito Democratico) non ha mai capito lʼimportanza della televisione e continua a non capirlo. Abbiamo un eminente studioso, il linguista Tullio De Mauro, che nel 2008 ha fatto una severissima indagine sullo stato della cultura in Italia. Tra analfabeti totali, semianalfabeti e analfabeti di ritorno sono in tutto trenta milioni di italiani su 52 milioni. Questo significa che lʼunica informazione che questi analfabeti hanno è la televisione.

IV: Di Pietro cerca di fare unʼopposizione...
AC: Lʼonorevole Di Pietro ha il difetto di parlare chiaro. Per cui va a finire, come diceva papà Dante, “spiacente a Dio ed a nemici sui”. Parlare chiaro è diventato in Italia un lusso che non ci si può permettere. E poi, siccome non è un uomo politico e non è neanche un diplomatico, ha una tale veemenza nel suo modo di parlare e di proporsi che spaventa perfino i suoi alleati. Berlusconi lo definisce “uomo orribile”, testuale, lui che dice di amare tutti e di non avere mai offeso nessuno. È curioso però che lʼavesse chiamato come Ministro nel suo primo governo, non è curioso che Di Pietro abbia rifiutato.

IV: Cosa sta succedendo nella RAI (Radio televisione italiana)?
AC: La Rai non esiste. Finiamola di parlare della Rai. La Rai non cʼè. Ha un direttore generale, Masi, che è stato paracadutato direttamente da Berlusconi da dentro. Da Berlusconi personalmente. I consiglieri di amministrazione di maggioranza PDL sono stati scelti, per ammissione dello stesso capo del governo, a casa sua in una riunione privata. Allora, se il consiglio di amministrazione di un ente di Stato viene fatto in una casa privata, mi spiegate che ente di Stato è? Berlusconi non lo capisce questo, lui non ha il minimo senso dello Stato. Non ce lʼha. Lui si arrabbia che si perde troppo tempo in Parlamento, ma il Parlamento fa il suo lavoro perché esistono pareri contrari ai suoi. Non lʼammette, qualsiasi cosa gli è di ostacolo perché vuole il potere assoluto.

IV: A Ballarò, contestando i sondaggi IPSOS, Berlusconi ha attaccato il telefono al conduttore Floris, ma è come se avesse attaccato il telefono a tutti gli italiani! Le buone maniere del Cavaliere?
AC: Ma questo è il suo modo di concepire i rapporti con gli altri. Lo stesso Floris trovando allʼimprovviso un poʼ di coraggio ha detto: “ma questo non si fa!”. Tu intervieni e non accetti il contraddittorio, riattacchi il telefono. Ma la mia domanda è unʼaltra: perché viene concesso al Presidente del Consiglio, in base a quale autorità, di intervenire a qualsiasi trasmissione televisiva? Qui la cosa è a monte: non dovrebbe intervenire. Se vuole intervenire, va lì e discute con gli altri.

IV: E sullʼattacco senza precedenti alla magistratura, che Berlusconi definisce “rossa”?
AC: È da tenere presente che attualmente il Presidente dellʼAssociazione Nazionale Magistrati, che indice uno sciopero, non appartiene neanche alla corrente cosiddetta “rossa”. Quindi è una balla grossa quanto una casa. La corrente di magistratura democratica è una minoranza allʼinterno dell'Associazione Nazionale Magistrati. È lʼAssociazione Nazionale Magistrati che, unitariamente, ha preso la decisione di uno sciopero. Quindi vuol dire che si sono confrontati al loro interno e hanno preso una decisione. Non puoi definirla “rossa”!

IV: Uno dei suoi ultimi romanzi, “Il nipote del Negus”, è ambientato nella Sicilia del periodo fascista ed è giocato sul rapporto tra storia reale e finzione, tra vero e verosimile. E attraverso la ricostruzione del clima del fascismo è possibile individuare strette corrispondenze con la storia italiana attuale, in particolare con le attuali tendenze di destra.
AC: Un aspetto del fascismo consisteva soprattutto nel dire sempre sì al capo, nel servilismo più assoluto e soprattutto in un grande mantello di stupidità che avvolgeva tutti. Cosa che puntualmente si sta riverificando. Perché il fascismo è come uno di quei virus mutanti che partono dalla Cina, hanno una forma e poi via via cambiano, ma la cui virulenza rimane sempre uguale. E quindi noi ci troviamo sotto nuove forme di fascismo, ci troviamo avviati verso un regime che è difficile chiamare “fascista”. Non si possono più usare le vecchie parole con le quali abbiamo definito “fascismo”, “nazismo” o “comunismo”. Sono altre forme mutate.

IV: Come è venuta lʼidea di scrivere questa storia?
AC: Mi venne in mente perché, leggendo un libro sulla storia dello zolfo in Sicilia - I signori dello zolfo di Michele Curcuruto pubblicato nel 2001 - seppi che a Caltanissetta negli anni 1929-32 cʼera stato questo nipote del Negus che in realtà era un poʼ discolo, ma non era quella mente intelligente che ne ho fatto io e che ne aveva combinate un poʼ. Ma io ho moltiplicato le vicende che lo riguardano, ho inventato questa circonvenzione - il duce vuole che il giovane scriva una lettera allo zio, Re dei Re e Imperatore dʼEtiopia, in cui esprima lode e plauso al fascismo - che cercano di fare su di lui. Nella realtà, la lettera il nipote del Negus non lʼha scritta, anche quella è tutta unʼinvenzione mia. Rimane vero quel clima di “stupidità generale” dellʼItalia dʼinizio anni ʼ30. Lo stesso che possiamo osservare in una parte dellʼItalia di oggi.

(2010-4 pag 18)

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