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Leonardo e Nicolò

Piccoli clandestini da circa due anni nascosti in una prigione dal nome Europa

Seit etwa zwei Jahren leben Leonardo und Nicolò versteckt, gezwungen in einem „Gefängnis“ namens Europa

Pasquale Episcopo

Ci sono due bambini in Europa costretti a vivere nascosti. Non hanno una vera casa e non possono frequentare la scuola. Non sono orfani, ma vivono senza i genitori, e senza vedere nonni e parenti. Dal loro nascondiglio non escono e non hanno amichetti. Niente parco giochi, niente passeggiate in campagna, gite al mare o in montagna. Niente circo, giostre, zoo, cinema, pizzeria. I loro nomi sono Leonardo e Nicolò.

Leonardo è Nicolò hanno visi seri e immobili, rigidi in un’espressione sempre triste. Da tempo hanno dimenticato come si fa a ridere. I loro occhi guardano il mondo attraverso il vetro di una finestra. Il mondo dista soltanto pochi metri e alcune rampe di scale, forse neanche quelle e tuttavia è un mondo lontano e irraggiungibile. Un mondo che li ignora e li ha dimenticati, eppure pronto a occuparsi di loro se solo mettono il naso fuori dal nascondiglio. Un mondo permeato di paura. Quella vera, quella che viene di notte e attanaglia, quella che soltanto da bambini si conosce, che paralizza le gambe e strozza la gola, che quando arriva rimane dentro, che soffoca la gioia, rende grigi i colori e non se ne va più. Un mondo incomprensibile e assurdo.

Fatto di adulti e dove la prepotenza la fa da padrone.Eccoli di nuovo gli adulti, i grandi. Concreti o astratti che siano, non fa differenza. I giudici, macchine umane intente a scrivere pagine e pagine, carte bollate in cui si occupano proprio di loro due, pur senza averli mai visti e sentiti. Gli assistenti sociali che interrogano per far dire verità che verità non sono. Gli psicologi senza psicologia. E infine ancora loro. Quegli uomini in divisa che arrivano all’improvviso a scuola e fin dentro la classe. Che irrompono ed interrompono la lezione e non guardano in faccia a nessuno. Che inseguono i bambini tra i banchi, insensibili alle urla, ai pianti, agli occhi scioccati dei compagni e della maestra. Eccoli, ora ci hanno raggiunti.Ci prendono e ci portano via. Un mondo senza gioia, privo di desideri e di futuro.Il mondo senza gioia su cui si affaccia la finestra di Leonardo e Nicolò è un cortile interno dove non arriva un raggio di sole, oppure una strada, forse una piazza. Una strada o una piazza di un paese che non è il loro paese, e dove si parla una lingua che non è la loro lingua. Leonardo e Nicolò sono fratelli e vivono nascosti in un luogo imprecisato e imprecisabile del Vecchio Continente.

Non sono arrivati dall’Africa né dall’Asia. Sono bambini europei nati in una delle città europee più belle, ricche ed evolute: Monaco di Baviera. Qui hanno vissuto i primi anni della loro vita insieme ai loro genitori, madre italiana padre tedesco. Poi un giorno questi si sono separati e per i piccoli è iniziato il calvario.La loro storia è la vergogna dell’Europa. Per loro l’Europa ha creato un regolamento, noto col nome di Bruxelles II bis, che si è rivelato un meccanismo diabolico e perverso. Un meccanismo che non conosce lo strumento della mediazione e che in virtù della rapidità altro non fa che sancire il principio secondo cui foro competente a trattare contenziosi transnazionali è quello dello Stato di abituale dimora dei minori. Per loro, anche per loro, l’Europa ha creato un proprio parlamento ed un esecutivo, Commissione e Consiglio, che interpellato sulla necessità di istituire un Ente centrale europeo per il diritto di famiglia si è detto incompetente, mostrando in ciò quanto la politica europea sia capace di svolgere il compito per cui è stata creata, quello di trovare soluzioni alle questioni afferenti ai rapporti tra gli Stati.Leonardo e Nicolò hanno oggi dodici e otto anni.

Gli ultimi due della loro vita li hanno trascorsi praticamente in stato di segregazione. INTERVenti nel secondo numero del 2010 ha raccontato la storia singolare e grottesca dei bambini e dei loro genitori, Marinella Colombo e Tobias Ritter, auspicando per loro una soluzione rapida e definitiva. Purtroppo mezz’anno dopo dobbiamo registrare che la dolorosa vicenda umana di questa famiglia mista italo-tedesca è ancora ben lungi dal trovare pace. Il 27 ottobre scorso a Milano, la madre dei bambini è stata arrestata e portata a San Vittore, poi rilasciata con l’obbligo di firma settimanale. Ora la battaglia si gioca tra i tribunali dei minori dei due Stati, tribunali caratterizzati da forti contrapposizioni, circostanza che fa ipotizzare che le loro future determinazioni non verranno reciprocamente riconosciute e accettate. Ci sono due bambini in Europa costretti a vivere nascosti. Non hanno una vera casa e non possono frequentare la scuola. Non sono orfani, ma vivono senza i genitori, e senza vedere nonni e parenti. Dal loro nascondiglio non escono e non hanno amichetti. Niente parco giochi, niente passeggiate in campagna, gite al mare o in montagna. Niente circo, giostre, zoo, cinema, pizzeria. I loro nomi sono Leonardo e Nicolò.

Leonardo e Nicolò rischiano di rimanere ancora a lungo clandestini. Prigionieri in una Europa ostile e traditrice, incapace dare la libertà a due suoi figli, tanto giovani quanto innocenti, e con essa la dignità di cittadini europei.

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