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Cominciò tutto per caso...

Una storia di emigrazione ben riuscita a Monaco di Baviera

Angela Rossi

Monaco, 13 aprile 2015.
Cominciò tutto per caso… E le loro vite presero una nuova ed inaspettata dimensione. Un’offerta, un giorno, fatta giusto per chiedere, e quei milleduecento chilometri che li separavano dalla cittadina affacciata su quel bellissimo tratto di mar Tirreno, divennero la distanza definitiva. Non solo fisica o geografica ma soprattutto in termini di ritmi, di vita, di scelte e progetti. Albe e tramonti a delineare il futuro da costruire insieme giorno dopo giorno. Che ben presto divennero anni. Costellati da eventi importanti, speranze, gioie, delusioni. Come moltissime, quasi tutte, le altre vite che vengono spese.

Era un giorno qualsiasi, di un mese qualsiasi, venti anni fa… Michele si occupava di posa delle mattonelle. Quel giorno un artigiano del marmo, con il quale stava eseguendo alcuni lavori, gli prospettò la possibilità di fare un lavoro a Monaco di Baviera. Il cliente era un amico del marmista. Michele e la moglie Patrizia, entrambi giovanissimi e con una bambina di appena tre anni, Monica, colsero l’occasione e presentarono un’offerta. Il prezzo era vicino a quanto il cliente era disposto a spendere. Loro ancora non lo sapevano ma fu quell’atto a cambiare la loro vita e le loro prospettive.

Da quel lavoro ne scaturirono altri. Senza soluzione di continuità. Intanto la giovane coppia pensò di costituire una propria società nel settore del marmo e mettere in atto, finalmente, le capacità di entrambi. Michele era un bravissimo posatore e Patrizia avrebbe cominciato ad interessarsi della parte commerciale, dei rapporti con i clienti e di tutto ciò che riguardava la contabilità. Quel preventivo aveva deciso per loro. Al momento di compilarlo si erano detti che se fosse andata bene sarebbero rimasti, altrimenti avrebbero ripreso la strada del ritorno a casa. A loro stare a Monaco piaceva molto. E forse la loro speranza diede una spinta al destino.

Un piccolo vantaggio lo avevano. Patrizia parlava la lingua tedesca. Così, portarono quel preventivo all’architetto che avrebbe dovuto seguire i lavori commissionati. Fece da interprete al marito che ancora non parlava il tedesco. L’ansia, gli interrogativi, la distanza dall’ufficio dove si stavano recando, tratteggiò la strada. Dalla risposta a quel preventivo sarebbe dipesa la loro decisione.

Quei pochi chilometri che li separavano dal luogo del loro primo appuntamento, a loro insaputa, stavano decidendo delle loro vite. Anzi, avevano già stabilito il futuro delle loro esistenze. Firmarono il contratto.

Cominciò la loro seconda vita, come ricordano entrambi. Da quel cantiere di lavoro iniziò la seconda avventura con la costituzione della loro ditta.

Continuarono poi ad arrivare nuovi lavori, anche fuori dalla Germania e la ditta iniziò a crescere. Passo dopo passo, speranza dopo speranza, progetto dopo progetto. Un mattoncino sopra l’altro e che rappresentavano le fondamenta dell’edificio nel quale, idealmente, avrebbero abitato le loro vite.

Da quel primo contratto sono oggi trascorsi ventiquattro anni. “Sì -

ricorda Patrizia - ventiquattro anni di alti e bassi ma possiamo dire di avere imparato tante cose e fatto tanti bei lavori. Oggi possiamo dire di esserci realizzati al massimo, lavoriamo con bravi architetti e costruttori e sono lavori sempre molto particolari in marmo e granito che forniamo insieme alla posatura. E qui il nostro lavoro è molto apprezzato”. I giorni passano, sommandosi l’uno all’altro come una lunga catena della quale ci si ricorda solo l’inizio e non si vede l’arrivo. E nel mezzo, le figlie crescono, i sogni si inseguono ed a volte si raggiungono. Oggi la prima, che aveva allora tre anni, lavora come manager. Appena arrivata all’asilo imparò la lingua in tre mesi. La seconda è nata a Monaco e sta seguendo una formazione in fotografia.

Una famiglia unita e serena in cui il ruolo di Patrizia è stato fondamentale e multiplo. Moglie, mamma, segretaria, commercialista e sostenitrice del marito e della sua attività. “Non è stato difficile - minimizza – perché imparo molto in fretta. Non essendo segretaria né commercialista né manager mi sono però sempre occupata di tutto: dai preventivi alle fatture alla contabilità al lavoro di segreteria ed ancora oggi è così. Avendo l’ufficio in casa potevo sia lavorare sia non far mancare la mia presenza alle figlie.

Certo qualche volta era stressante ma noi donne sappiamo farci in quattro e alla fine riusciamo in tutto. Comunque per lo più cercavo di fare tutto la mattina quando erano all’asilo o a scuola finché sono cresciute. Ora non hanno più bisogno della mamma - poi conclude sorridendo - si fa per dire”.

 

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