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Pouro cretin!

Lettres Italiennes

Corrado Conforti

11 maggio 2011
Pouro cretin!
Prima che traduciate male la locuzione, ve la traduco io. Significa in vallese, ossia nel dialetto dell’omonimo cantone svizzero confinante a sud con l’Italia e a ovest con la Francia, “povero cristiano!”; ed è un'espressione di compatimento, di cui forse la versione più diffusa in Italia è “povero Cristo!”. Perché sono ricorso alla forma vallese? Lo scoprirete più avanti se avrete la pazienza di leggermi.
Pouro cretin
è dunque chi vive una vicissitudine. Ma lo è anche chi si esprime senza saper bene quello che dice, perché, in un’anima superiore, l’ignoranza non genera risentimento ma, appunto, compassione. E l’esempio più alto in questo senso ci viene proprio da Gesù Cristo, il quale, secondo il vangelo di Luca, implora morente la clemenza di Dio per i suoi aguzzini. “Padre – pronuncia prima di spirare – perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:33-34).
Visto che ho nominato Cristo, rimaniamo in ambito cristiano e andiamo a leggere le parole di uno che,

in quanto docente di storia del cristianesimo presso l'Università Europea di Roma, ne sa in materia, o almeno ne dovrebbe sapere, molto più del sottoscritto.

Alcuni mesi fa, dunque, il professor Roberto De Mattei, titolare della cattedra cui sopra ho accennato, ha sostenuto,

riferendosi allo tsunami che ha sconvolto il Giappone, che “le catastrofi sono i giusti castighi di Dio 'poiché' alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive.”  Il professore ha poi concluso sostenendo che ”mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni”.
Risultandomi nuovo nel messaggio di Cristo un tale intento punitivo, sono andato a ripassarmi i quattro vangeli canonici; ma in nessuno ho trovato traccia di questo dio implacabile e persecutore, un dio che userebbe una catastrofe naturale per punire migliaia di uomini, donne e anche bambini, per colpe che ho difficoltà a immaginare, visto che non mi risulta si viva in quella parte del Giappone diversamente da come si vive nel resto del mondo moderno, vale a dire in pace e lavorando. Ma evidentemente il professor De Mattei confonde i propri rancori, sulle cui cause non so nulla, con il messaggio evangelico, di cui invece, nonostante la cattedra, sembra sapere pochissimo lui. E tuttavia, pur non osando io nemmeno lontanamente accostarmi a quel nobilissimo Cristo raccontato da Luca, invece di sdegnarmi, voglio perdonare a De Mattei la sua improvvida affermazione con un pouro cretin! povero cristiano!
E veniamo a quest’ultima espressione. Pochi lo sanno, ma il termine “cretino” deriva dal termine latino “christianus” proprio attraverso l’evoluzione che tale parola ha avuto nel dialetto del cantone vallese, cantone nel quale, come in molte altre valli alpine, era diffuso quel fenomeno di insufficienza tiroidea (il cretinismo appunto) davanti al quale si era portati ad esclamare, commiserando chi ne era affetto, pouro cretin!, povero cristiano!
Ritornando ora al professor De Mattei, bisogna ancora riferire che, non contento di aver attribuito al Padreterno (che lui, in quanto cristiano dovrebbe amare) la tragedia giapponese, in un intervento a Radio Maria, emittente onnipresente in Italia, ha recentemente attribuito alla medesima divina volontà castigatrice addirittura la caduta dell’impero romano. La colpa dei suoi cittadini (e quali poi? visto che ne facevano parte parecchi popoli) sarebbe stata stavolta la diffusa e praticata omosessualità che  De Mattei nel suo intervento definisce, citando un certo Salviano di Marsiglia, autore cristiano del V secolo,  “dissolutezza”, mentre “invertiti” sarebbero invece coloro che la praticano.
Riandando neanche troppo indietro con la memoria ai casi di pedofilia che hanno visto protagonisti molti ecclesiastici, protetti e coperti, finché è stato possibile, da Santa Romana Chiesa, viene da chiedermi quale terribile punizione l'implacabile dio di De Mattei riserverà ai responsabili di un tale abominio. Ma il suo silenzio sull'argomento e la chiusa del suo intervento con l’annuncio del trionfo della chiesa di cui De Mattei fa parte, lascia poca speranza. E tuttavia, supponendo che il dio dei cristiani, se esiste, è certamente assai migliore di quello in cui crede fermamente De Mattei, non posso, ancora una volta davanti a tali infelicissime espressioni, non scuotere malinconicamente il capo e con laica pietà - la migliore perché mai schierata con il pregiudizio - non pronunciare all'indirizzo di De Mattei  l'esclamazione pouro cretin! povero cristiano! Anzi no, scusate: povero cretino!

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