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Date a Cesare...

Lettres Italiennes

Corrado Conforti

Monaco, 8 dicembre 2011.
Chissà cosa faceva Caterina Solazzi nella sua tranquilla e certo a quei tempi noiosa Senigallia in quell'otto dicembre di esattamente 220 anni fa? Caterina, che aveva sposato il conte Girolamo Mastai Ferretti, era alla sua nona gravidanza, e, nella primavera dell'anno successivo, avrebbe partorito un bambino al quale sarebbero stati dati i nomi di Giovanni Maria Battista Pellegrino Isidoro; una volta diventato adulto, costui, per meriti (pochi) e demeriti (tanti), sarebbe poi passato alla storia.

Nato il 13 maggio del 1792, Giovanni Maria era stato certo concepito nell'agosto precedente. Concepito, come tutti noi, nel peccato originale trasmessogli, almeno secondo Agostino d'Ippona, attraverso la concupiscenza dei genitori; e tuttavia dai medesimi da quel peccato mondato, grazie al battesimo ricevuto, nello stesso giorno della sua nascita, nel duomo della città natale.

Il 16 giugno del 1846, Giovanni Maria, divenuto nel frattempo cardinale, fu eletto papa, assumendo il nome di Pio IX. Usciva da un breve e disertato conclave (erano presenti soltanto 46 dei 62 cardinali) nel quale era entrato con la fama di liberale e dal quale uscì con quella di uomo del destino. In tutta Italia, e a Roma in particolare, si svolsero manifestazioni di gioia, una gioia che si trasformò in smisurato giubilo quando il nuovo pontefice si decise a concedere la costituzione.

Ma Pio IX era tutt'altro che un liberale. Era invece un uomo debole e forse troppo sensibile alle lusinghe. E fu certo un combinato delle due inclinazioni che lo spinse, nel marzo del 1848, a inviare addirittura un contingente militare in aiuto delle truppe piemontesi che si disponevano a battersi contro l'esercito austriaco. Il nuovo papa si era spinto troppo oltre: appena un mese dopo, infatti, ricordandosi che anche gli austriaci erano devoti a Santa Romana Chiesa, richiamò il contingente, ponendo fine alla brevissima guerra. Ma ormai era troppo tardi per spegnere il fuoco che anche lui aveva contribuito ad accendere e che divampava in tutta l'Europa. La sera del 24 novembre, resosi conto di non poter più controllare la situazione, abbandonò il palazzo del Quirinale, dove risiedeva, per trovare rifugio a Gaeta allora nel Regno delle Due Sicilie. Nel febbraio del 1849 a Roma venne proclamata la repubblica e la fine del potere temporale dei papi.

A Gaeta, nell'attesa che le truppe francesi inviate nello Stato Pontificio da Napoleone III, gli restituissero il trono, Pio IX coltivava i suoi rancori e, forse per espiare i passati cedimenti al liberalismo, imponeva anche alla teologia, un sterzata conservatrice. Elaborò così il dogma dell'Immacolata Concezione, vale al dire dell'avvenuto concepimento di Maria senza il peccato originale; dogma che poi impose  alla Chiesa l'otto dicembre del 1854. Esattamente 157 anni fa.

Forse, procedendo su un cammino di riflessione teologica, il dogma può avere una sua logica: destinata a partorire il Figlio di Dio, Maria non poteva certo farlo con addosso il peccato originale, dal quale proprio il figlio, attraverso l'istituzione del battesimo, ci avrebbe liberati. Procedendo con questo ragionamento, dunque, la cosa può forse avere senso; ma ragionando da laici, il dogma appare come una sciocchezza enorme; assai più piccola comunque di quella pronunciata dallo stesso Pio IX nel luglio del 1870, quando proclamò, fra polemiche e dissensi anche nel mondo cattolico, l'infallibilità del papa e dunque la sua.

Per altre cose Pio IX può essere ancora ricordato. Per la sconsacrazione di don Enrico Tazzoli, che ne permise l'impiccagione a Belfiore nel 1852; per l'onorificenza concessa al colonnello Schmidt autore delle stragi di Perugia del giugno del 1859; per il rifiuto di restituire alla famiglia il bambino ebreo Edgardo Mortara rapito nel 1858 per ordine del Sant'Uffizio; per la canonizzazione di Pedro de Arbués feroce persecutore dei marranos ebrei nella Spagna di Isabella la Cattolica.

Pio IX fu l'ultimo “papa re” ed è significativo che un pontefice così controverso sia stato beatificato undici anni fa. Significativo perché la Chiesa, con la sola felice eccezione di Giovanni XXIII, sembra non aver mai abbandonato la condotta che fu anche di Pio IX: la testarda difesa dei propri interessi e la pretesa di non abbandonare mai del tutto il potere temporale.

Proprio nel giorno in cui scrivo si levano da ogni parte proteste contro la pretesa, mai dichiarata, ma pure praticata, da parte della Chiesa di sottrarsi al pagamento dell'ICI, la tassa sugli immobili che il nuovo governo ha reintrodotto per la prima casa. Mentre a Roma nella consueta scenografia si celebra la festa dell'Immacolata Concezione istituita da un papa mediocrissimo, sembra essersi perso ancora una volta il ricordo di quanto detto da quel Cristo in nome del quale da due millenni la Chiesa agisce in modo non sempre encomiabile: date a Cesare quel che è di Cesare.

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