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Serata d’autore al Gasteig

Un festival per diffondere la buona musica italiana

Alfredo Di Cesare, Organisator des „Festivals della canzone d’autore italiana“, liegt die Verbreitung der niveauvollen Eigenkompositionen der Liedermacher besonders am Herzen. So stellen zwölf Künstler am 15. Oktober im Carl-Orff-Saal ihre Sangeskunst auf Italienisch unter Beweis.

Rosanna Ricciardi

Una breve chiacchierata telefonica con Alfredo Di Cesare, presidente del comitato organizzatore del “Festival della canzone d’autore italiana – Città di Monaco di Baviera 2005” ci aiuta a capire meglio il senso di questa manifestazione e a sgombrare il campo da alcuni equivoci, facendoci apparire tanto la relazione con il “Festival della canzone italiana inedita”, svoltosi nel 2004, quanto il paragone, seppur illustre, con Sanremo, non del tutto calzanti.La continuità con la quasi omonima edizione dell’anno scorso è innegabile ma bastano un’occhiata al programma della serata e ai nomi dei protagonisti di quest’anno, oppure una ricognizione sui principali motori di ricerca in Internet, per capire che l’evento ha superato la dimensione locale per assumere un respiro e una risonanza decisamente più vasti. Basti pensare che il compito di selezionare i dodici finalisti, tra le centinaia di richieste giunte da tutta Europa e persino dall’Argentina, è toccato a due giurie con sede rispettivamente a Monaco e ad Helsinki.

La prima era presieduta da Alfredo Di Cesare: piemontese di nascita e abruzzese d’adozione, un passato di navigante, assicuratore e fotografo, e grande appassionato della canzone d’autore italiana, quella di De Gregori, Battiato, Ron, Battisti, ma soprattutto del suo preferito in assoluto: Lucio Dalla. Di Cesare considera la musica uno strumento di coesione tra i popoli e il suo sogno è quello di diffondere un genere, che proprio per l’attenzione e la cura dedicata al testo, s’impone con più difficoltà sul mercato estero.

Sebbene questa edizione veda una schiacciante predominanza italiana – i partecipanti alla serata del 15 ottobre nella sala Carl-Orff del Gasteig sono 11 italiani e 1 tedesco – ci si impegna affinché nel futuro aumenti in numero di partecipanti stranieri. Ulteriore garanzia della qualità dei brani proposti è la giuria finlandese, guidata dalla direttrice d’orchestra Annunziata De Paola, napoletana, che oltre ad ingaggi in diverse orchestre europee, può vantare tra le sue esperienze la collaborazione alla Traviata di Zeffirelli al Metropolitan Opera House di New York e la direzione per 3 anni della Siemens-Orchester di Monaco. Sua la direzione dei 22 elementi che accompagna i dodici artisti in gara che, diversi per età e provenienza geografica, hanno in comune una solida preparazione musicale, per molti di stampo jazzistico. Sempre all’insegna della qualità, la scelta della persona a cui affidare la presentazione della serata, in cui Amedeo Minghi riceverà un premio alla carriera: Pamela Villoresi, attrice teatrale, bavarese da parte di madre, bellezza discreta prestata alla televisione e al cinema solo per poche, ricercate, produzioni. L’evento - patrocinato dal Ministero per gli Italiani nel Mondo, dal Consolato Generale d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura di Monaco, dal Comites e dalla Regione Abruzzo – s’inserisce quest’anno nell’ambito delle manifestazioni per il 50° anniversario dell’accordo bilaterale per l'invio della manodopera italiana, accordo che diede inizio alla massiccia emigrazione italiana in Germania. Dopo 50 anni l’emigrazione ha assunto però un volto nuovo: chi lascia l’Italia adesso lo fa quasi sempre per scelta, per sete di conoscenza e desiderio di scambio e si sorprende talvolta del fatto che i cantanti più popolari – che quasi assurgono a sinonimo di musica italiana - siano sempre i soliti nomi, che vendono quasi più in Europa o in America Latina che in Italia, oppure gli evergreen che ascoltavano le nostre mamme o, appunto, coloro che arrivarono qui a partire dal 1955.
L’augurio è che il Festival, programmato con cadenza annuale, riesca a proporre e a diffondere una musica raffinata e allo stesso tempo non elitaria, in grado di conciliare le tendenze internazionali più avanzate con le proprie radici. Lo hanno fatto in Italia i grandi nomi amati da Di Cesare e lo fanno adesso nomi purtroppo pressoché sconosciuti all’estero. La speranza è che questa manifestazione riesca a far superare a questo genere di musica i confini nazionali: una sfida importante di cui, a giudicare dalle loro biografie, sembrano essere all’altezza i dodici finalisti.

(2005-4 pg 11)

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