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La mia città assediata

Strade chiuse, sbarramenti, miriadi di transenne e birilli sono la conseguenza di cantieri stradali che hanno sì il nobile scopo di migliorare la mobilità e i collegamenti, ma che sembrano non avere mai fine.

Gianni Minelli

Monaco di Baviera, 14 luglio 2021.

Ho sentito dire che a Monaco ci sono attualmente più di ventimila cantieri edili attivi tra pubblici e privati. Visti i prezzi sempre più alti delle abitazioni in particolare nel capoluogo bavarese, ciò non deve sorprendere. Quello che invece mi lascia perplesso è come da una decina di anni a questa parte la quantità e la grandezza dei cantieri stradali continui a lievitare in maniera lineare e inarrestabile. Non credo di esagerare nell‘affermare che quasi in ogni grande strada a Monaco e nei paesi limitrofi si incappi in un cantiere stradale più o meno grande e ingombrante. 

Le corsie di scorrimento delle strade vengono ridotte di numero e di larghezza, mentre chilometri di strisce gialle e miriadi di transenne di ogni forma e dimensione obbligano le auto a incanalarsi tra i lavori in corso.

È certamente favoloso che qui in Germania i fondi europei vengono impiegati così opportunamente per migliorare la qualità delle strutture stradali e la circolazione.

Ma è proprio vero che ci si muove meglio? Sarebbe così se, una volta chiuso un cantiere, non se ne aprisse subito dopo uno nuovo, spesso più esteso, o più di uno. Grandi cantieri in zone nevralgiche della città, come ad esempio qui a Monaco quelli di Sendlinger Tor, della Prinzregentenstrasse o quello del Luedwigsbruecke, il ponte a fronte del Deutsches Museum, rimangono in opera spesso per molti mesi o addirittura per anni e comportano ostacoli e rallentamenti cronici del traffico, specialmente gravosi nelle ore di punta. 

Talvolta è purtroppo necessario prendere la macchina per muoversi in città non potendo sempre utilizzare i mezzi pubblici. Ciò vale ancora di più per chi viene da fuori Monaco e deve portarsi dietro l‘auto fino al centro.

Mi meraviglia che sui media tedeschi pochi si sentano di criticare tale uso: i lavori apportano infatti indiscutibilmente grandi miglioramenti nella qualità delle strutture stradali, e sicuramente anche grandi introiti. Inoltre non si può veramente dire che i cantieri siano inoperosi, anzi! Spesso i lavori vengono svolti persino di notte e si osservano una gran quantità di operai in azione, quasi sempre di provenienza est-europea, e di macchine per uso edile di tutte le dimensioni come ruspe, gru, bulldozer, macchine asfaltatrici, eccetera. 

L’argomento che i finanziamenti europei vengono concessi in dipendenza di quelli utilizzati l’anno precedente giustifica per molti il dover mantenere e mai ridurre le richieste rispetto a quelle effettuate nell’annata precedente. Forse anche per questo è necessario mantenere alta la mole di lavoro oppure - anche meglio - aumentarla. 

In Italia buche e voragini cittadine inghiottiscono giornalmente macchine, biciclette, monopattini e talvolta anche pedoni. Il manto stradale e il rivestimento dei marciapiedi è spesso consumato, crepato, talvolta addirittura mancante.

Non capisco perché nel Belpaese non si riesca ad ottenere o utilizzare i finanziamenti europei per eseguire riparazioni urgenti e necessarie e ripristinare vie urbane ed extra-urbane sempre più malandate, mentre qui in Germania sia tutto il contrario.

Mi chiedo – ma so già la risposta - che cosa sia peggio, troppo o quasi niente… 

 

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