Home

Dettagli

Donne e politica in Italia


La Prof.ssa Cetti Vacante sta tenendo presso l’Università di Monaco di Baviera un interessante corso sul rapporto tra donna e politica in Italia e riporta in questa intervista i temi trattati e la sua esperienza con gli studenti bavaresi

Titti Galasso

Monaco, 30 maggio 2013.
In queste settimane si sta svolgendo a Monaco un corso su “donne e politica in Italia” organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura e Forum Italia e.V. in collaborazione con l’Istituto di Italianistica dell’Università di Monaco, tenuto dalla Prof.ssa Cetti Vacante, che è stata docente, fino al 2011, di Scienza Politica e di Sistema Politico Italiano presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania. Cetti Vacante, attiva nel movimento femminista fin dalle sue origini, si occupa di teoria dei sistemi politici, di rappresentanza politica e del sistema dei partiti in Italia e in Baviera.

Titti Galasso (TG): Come nasce l’idea di un corso su “donne e politica in Italia”?

Cetti Vacante (CV): L’idea di organizzarlo è venuta maturando nel tempo sulla base dell’esperienza che in tanti anni ho acquisito insegnando sia nei miei corsi universitari che in tanti altri di Pari Opportunità per lavoratrici, sindacaliste e insegnanti. Inoltre, da circa sei anni, presso la Facoltà di Scienze Politiche a Catania si tiene un corso su “Donne, politica e Istituzioni” su iniziativa del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. A questo proposito mi fa piacere ricordare che è appena stato pubblicato un volume collettaneo Donne, Politica, Istituzioni, Percorsi di ricerca e pratiche didattiche, Firenze, ed. it. 2012 che riunisce i contributi di alcune di noi che hanno partecipato ai corsi. L’argomento da me trattato all’interno del volume riguarda i partiti e la rappresentanza delle donne, anzi il titolo esatto è I partiti politici in Italia e l’imbuto della rappresentanza di genere.

TG: Puoi spiegarci cosa intendi qui con il termine “imbuto”?
CV: Il termine imbuto va inteso proprio nel suo significato letterale a rappresentare la reale difficoltà che le donne, ma non solo in Italia, incontrano nei processi di selezione politica. Ho scritto questo capitolo proprio due anni fa qui a Monaco e il testo offre spunti di confontocon la situazione tedesca.

TG: Sei spesso in Baviera. Cosa ti ha spinto a portare questo tema proprio a Monaco?
CV: Negli ultimi anni non posso nascondere la difficoltà via via crescente di affrontare con amici tedeschi la situazione politica italiana e questa immagine sempre più deteriorata delle donne italiane, ridotte e strapazzate in ruoli stereotipati, tutte carne e soldi. Ho pensato che fosse necessario mettere in gioco la mia esperienza professionale e anche quella vissuta nel Movimento Femminista per mostrare un’altra faccia delle donne italiane, ho così costruito un progetto che presenta i momenti principali dei percorsi di cittadinanza politica e sociale vissuti e compiuti dalle donne italiane impegnate sia nella politica istituzionale che in quella dei movimenti.

Cetti Vacante a Comiso, nel 1982TG: Puoi spiegarci di cosa si tratta e in che modo si articola il corso?
CV: Il corso è articolato in seminari; ne ho previsti sette di due ore ciascuno. La politica è al centro del corso e anche il materiale letterario che sto utilizzando è tratto da testimonianze, biografie di vita che, se pur scritte sotto forma di romanzo, sono di donne che hanno agito direttamente nella politica. Basti pensare a Tina Anselmi, a Miriam Mafai, per citarne alcune. Ho utilizzato le leggi sia come scansione temporale e utilizzo la legge di parità del 1977 come cesura fra il percorso di “emancipazione” e il percorso di “liberazione”, sia per evidenziare quanto importante sia stato il contributo delle nostre parlamentari per portarci al punto in cui siamo, e non intendo ovviamente il punto delle escort o delle Veline, intendo la conquista delle leggi di tutela per le lavoratrici madri, intendo l’istituzione degli asili nidi, dei consultori familiari, intendo la possibilità di accesso a tutti i posti e i luoghi del pubblico impiego (spesso dimentichiamo che la legge che permette l’accesso delle donne ai pubblici uffici è solo del 1963!). Questi sono alcuni esempi relativi al filone del lavoro, della sua tutela; poi ho individuato il filone della dignità della persona, dalla legge Merlin sull’abolizione delle case chiuse all’abrogazione del delitto d’onore, alla legge contro la violenza sessuale per arrivare alle ultime contro le molestie, la violenza in famiglia e lo stalking.
Come vedi, tutte cose molto lontane dal mondo delle notti di Arcore, dall’immaginario televisivo propinato ogni sera sulle televisioni italiane.

TG: La prima parte del corso è appena terminata. A quale tipologia di pubblico ti sei rivolta e soprattutto sono stati raggiunti gli obiettivi che ti eri prefissata all’inizio di questo percorso?
CV: Se ho raggiunto l’obiettivo? Sono abbastanza soddisfatta, perché mi sto cimentando in un campo che non mi apparteneva, intendo quello di insegnare a studentesse di madrelingua non italiana e mi sembra che la scelta di alleggerire gli aspetti politico/legislativi con spezzoni di documentari, letture e musiche sia stata buona. Mi aspetta la seconda parte, che però in qualche modo è anche più facile, perché ho portato con me molto materiale documentario, manifesti, fotografie e filmati… e la parte più ostica l’abbiamo già affrontata. Mi resta il rimpianto di non aver avuto la possibilità di proporre anche in forma molto più limitata al pubblico italiano le stesse argomentazioni. Ma c’è sempre tempo!

 

Joomla Plugin
   
Cookies make it easier for us to provide you with our services. With the usage of our services you permit us to use cookies.
More information Ok Decline