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Un piccolo borgo, una grande storia

Preci non è solo famoso per la sua bellezza: il pittoresco paese della Valnerina in Umbria ha scritto infatti un importante capitolo nella storia della chirurgia

Im Herzen Umbriens liegt ein kleines Städtchen, Preci, das nicht nur wegen der schönen Aussicht und der einzigartigen Küche bekannt ist. Im Mittelalter kamen Patienten aus ganz Europa hierher, um den grauen Star oder Blasensteine chirurgisch behandeln zu lassen.

Franco Casadidio

A prima vista Preci non ha nulla di diverso dagli altri paesi sparsi lungo la Valnerina, incastonato com’è tra il verde dei fitti boschi di questa meravigliosa parte dell’Umbria. E in effetti questo piccolo borgo di circa mille anime deve la sua fama certamente più alla sua storia passata che a quella presente.

Sorto nella valle del torrente Campiano o valle Castoriana durante la colonizzazione Benedettina nell’alto Medioevo, fu rifugio di numerosi eremiti. Fu citata da San Gregorio nel 594 d.C. nel "Dialogorum libri” per la presenza di numerosi eremi pre-benedettini. Tra il XIII e il XVIII secolo il nome di Preci fece il giro dell’Europa passando di bocca in bocca soprattutto tra i nobili e i regnanti dei grandi paesi e tutto grazie alla fama e all’abilità di quei suoi abitanti che si dedicarono all’attività medica.

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La ferrovia Spoleto-Norcia

Invito ad una nostalgica ed avventurosa passeggiata tra le colline dell'Umbria

Im Herzen Umbriens wurde 1926 eine für damalige Verhältnisse eindrucksvolle Bahnlinie zwischen Spoleto und Norcia gebaut. Um die Bergstrecken zu bewältigen, mussten aufwendige Brücken und Tunnel gebaut werden. Leider wurde 1968 diese Bahnstrecke zum Bedauern der dortigen Bevölkerung stillgelegt, da sie nicht mehr rentabel war. Die nostalgische Strecke ist heutzutage bei Wanderern und Mountainbikern sehr beliebt.

Franco Casadidio

Ci sono due affermazioni che illustrano bene la storia che vi stiamo per raccontare: la prima, datata 1912, è un passaggio della relazione tecnica effettuata dalla Società Subalpina, che costruì e gestì per 40 anni la ferrovia Spoleto-Norcia: “Lo sviluppo del tracciato fra Spoleto e Sant’Anatolia, coi suoi tornanti, darà alla linea uno spiccato carattere di ferrovia turistica e specialmente nella salita da Spoleto a Caprareccia permetterà una splendida vista sulla verde Umbria”. La seconda, degli anni Sessanta, riporta le motivazioni addotte dall’allora ministro dei trasporti Oscar Luigi Scalfaro, per giustificare la soppressione e il conseguente smantellamento della linea ferrata “La gestione della Spoleto-Norcia grava pesantemente sull’erario (…) Ritengo che un buon servizio automobilistico risulterà più adeguato della ferrovia alle esigenze delle popolazioni servite (…)

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San Benedetto da Norcia

La storia del santo umbro, patrono d’Europa

Norcia liegt im Herzen des grünen Umbriens in der Mitte des Nationalparkes der Monti Sibillini. Diese kleine Stadt ist nicht nur für ihre gastronomischen Spezialitäten und für ihre Geschichte berühmt, sondern auch weil sie die Heimatstadt des heiligen Benedikts ist. Dieser gründete im 6. Jahrhundert den Benedikterorden mit der bekannten heiligen Regel "ora et labora", bete und arbeite. Wir laden den Leser zu einem Besuch dieser eigenartig schönen Landschaft ein, die dem Besucher intensive Emotionen aber auch Ruhe und Entspannung schenken kann.

Franco Casadidio

Quando, il 19 aprile, il cardinale Medina Estevez, affacciandosi alla finestra di San Pietro, ha annunciato l'elezione del nuovo Papa e, subito dopo, il nome da questi scelto come successore di Pietro, una parte dell'Umbria ha avuto un sussulto d'orgoglio misto a commozione. Per Norcia, patria di San Benedetto, la scelta del neo Pontefice di farsi chiamare col nome del santo fondatore del monachesimo occidentale è stato un omaggio inatteso quanto gradito. Pochi conoscono la storia di questo Santo, nato a Norcia nel 480 e morto il 21 marzo del 547 a Montecassino, in quella abbazia da lui stesso fondata e divenuta, nel corso dei secoli, centro religioso e culturale di rilevanza europea.
In realtà, Benedetto a Norcia trascorse solamente i primi anni della sua vita, anni, però, che si rivelarono fondamentali per la sua formazione umana e spirituale. La Valnerina, infatti, era stata eletta da diversi anni quale luogo ideale per gli insediamenti eremitici di molti monaci, provenienti in gran parte dalle regioni orientali dell'ormai ex impero romano. L'asprezza del territorio, la scarsità di vie di collegamento, l'isolamento quasi totale di alcune zone, rendevano perfetta questa parte meridionale dell'Umbria per coloro che volevano provare l'esperienza di una vita ascetica, lontana dalle violenze e dagli eccessi che pervadevano la società dell'epoca.

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Spoleto e il suo Festival

Arte, cultura e tradizioni nel cuore dell’Umbria

Wer die Kunst mit all ihrer Ausdruckstärke liebt, wer denkt, dass die Heilung der Seele mit gleichen Schritten einher geht wie die Heilung des Körpers und wer geistige Nahrung als wichtig erachtet – für den ist das Festival in Spoleto ein Muss. Dieses Kulturspektakel ist weit über die Grenzen Italiens hinaus bekannt, zieht Tausende von Besuchern an und lenkt die weltweite Aufmerksamkeit auf die kleine Stadt in Umbrien.

Franco Casadidio

Se tra le mete delle vostre prossime vacanze estive rientra l’Umbria, non dimenticate di fare un salto a Spoleto nella prima metà del mese di Luglio! Eh sì, perché se una tappa nella famosa Città dei Duchi è comunque d’obbligo trovandosi in Umbria, venire a Spoleto nel pieno di Spoleto Festival è sicuramente un’ esperienza da vivere.
Nato il 5 giugno 1958 con la rappresentazione del Macbeth di Giuseppe Verdi, diretto da Luchino Visconti, con le scenografie e i costumi di Piero Tosi e la direzione musicale di Thomas Schippers, quello che allora venne battezzato come Festival dei Due Mondi, si rivelò ben presto l’evento destinato a cambiare la storia recente dell’antica e gloriosa capitale del ducato longobardo. Tutto ebbe inizio quando Gian Carlo Menotti, musicista
e compositore, varesino di nascita ma americano d’adozione, decise di dar vita in Italia a un festival culturale in cui convivessero diversi generi artistici (dalla musica al teatro, dalla danza alla letteratura), mettendo insieme artisti di fama mondiale ed altri emergenti, creando un prodotto di altissima qualità rivolto però non ad una piccola élite, bensì al grande pubblico. Per realizzare tutto ciò, Menotti aveva bisogno di una città equidistante da Roma e da Firenze (grandi poli d’attrazione artistico-culturali) facilmente raggiungibile, lontana dal turismo di massa, con una struttura urbana capace di fondersi con gli eventi stessi che si volevano proporre: in sintesi, il Maestro aveva bisogno di Spoleto!

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Il lago dove morì Ponzio Pilato

Affascinanti miti e leggende tra le montagne umbre

Nahe dem kleinen Dorf Castelluccio di Norcia befindet sich der legendäre Lago di Pilato, in dem vor 2000 Jahren der römische Statthalter Pontius Pilatus den Tod gefunden haben soll.

Franco Casadidio

Un piccolo paese di centocinquanta abitanti, posto a 1452 metri di quota, circondato da montagne che sfiorano i 2500 metri e con il centro abitato più vicino che dista oltre venti chilometri (che su strade di montagna, in inverno, con la neve e il gelo sembrano ancora di più!), è già di per sé un qualcosa di leggendario, specie a queste latitudini. Se poi, a queste condizioni di vita proibitive, aggiungiamo i racconti risalenti alla notte dei tempi, racconti che hanno come protagonisti maghi, sibille, fate, demoni, il quadro può dirsi completo e al paese riusciamo anche a dare un nome: Castelluccio di Norcia.

Situato al confine con il territorio marchigiano, nella parte sud-orientale dell’Umbria, Castelluccio oltre a essere sinonimo di lenticchia, il legume che lo ha

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La Cascata delle Marmore

La forza della natura e l’ingegno umano uniti per dare vita ad una spettacolo di impressionante bellezza

Der Wasserfall von Marmore bei Terni gehört mit 165 Metern Gefälle zu den höchsten Europas. Er ist künstlich, und das Ergebnis einer „Entsumpfung“, die bereits in der Zeit der Alten Römer stattgefunden hatte. Mehrmals wurden sie im Laufe der Jahrhunderte umgebaut. Im Herzen des grünen Umbriens gelegen, sind die Wasserfälle einen Besuch wert. Man sollte nur auf die Öffnungszeiten achten, da das Terrain nur wenige Stunden täglich für Besucher zugänglich ist.

Franco Casadidio

“Impareggiabil cataratta, orribilmente bella”; così, nel IV canto de “Il pellegrinaggio del giovane Aroldo”, George Byron descrive la Cascata delle Marmore, vicino Terni, uno spettacolo e uno scenario sublimi, capaci di suscitare nel visitatore sentimenti contrastanti che spaziano dall’ammirazione allo sgomento per la dimostrazione di potenza che la natura è in grado di offrire in questo angolo dell’Umbria meridionale.

LA STORIA

Se per molte altre cascate vale la distinzione tra origine naturale o artificiale del salto, per quella delle Marmore le cose stanno in maniera un po’ diversa. In epoca preistorica, infatti, le acque del grande lago reatino formato dal fiume Velino, si riversavano nella sottostante valle del fiume Nera con uno stillicidio che interessava un fronte di diversi chilometri. Con il passare dei secoli però, il calcare di cui risultavano ricche le acque del lago, sedimentandosi, finì per sbarrare di fatto la strada alle acque stesse con il conseguente impaludamento della valle reatina.

Nel 271 a.C. il console romano Manlio Curio Dentato pensò di bonificare i terreni scavando un canale che, partendo dal punto più profondo della palude, portasse le acque fino al ciglione di Marmore, e da qui, dopo un salto di 165 metri, nel sottostante letto del fiume Nera.

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Andateci il prima possibile!

Suggerimenti per un viaggio in Sardegna diverso dai soliti itinerari balneari, ma non per questo, meno affascinante

Sulci, in Süd-West Sardinien, war früher bekannt für den Abbau von Mineralien. Heute bietet ein Besuch der ehemaligen Minenanlagen nicht nur einen Blick auf die Schönheit der Natur oder die einzigartige Geschichte durch die Nutzung der Bodenschätze durch den Menschen. Er offenbart auch einen Einblick in das Leben der Minenarbeiter: In der heutigen Zeit fast unvorstellbar und gezeichnet von Missbrauch und Ungerechtigkeit.…

Marco Armeni

 

 

(I parte)
Andateci prima che qualche miliardario americano, o anche nostrano (ma, rigorosamente, non sardo) ci metta le mani sopra, e lo trasformi in una lussuosa residenza per turisti facoltosi, ostentando vero buon gusto nella scelta dei materiali e del restauro conservativo (non mancheranno i soldi per reclutare architetti di grido), ma estromettendo, per sempre, l’uomo, e la sua (tanta, tantissima, bestiale) fatica.

Ed è, probabilmente, proprio nel loro triste ritorno a casa, sfiancati dalla fatica che rendeva le loro esistenze forse peggiori di quella delle capre che pascolano nei dintorni; è nel nodo scorsoio di un circolo vizioso che di fatto li riduceva, in perfetta legalità, a schiavi della miniera e dei loro proprietari, ai quali restituivano ogni mese, acquistando i generi di sussistenza nei loro empori, i magri stipendi ed anche di più, indebitandosi irrimediabilmente; è, dunque, in questa sorta di via crucis, senza neppure la speranza di una resurrezione, che matura un malcontento diffuso, sempre più ampio; e questo malcontento ha il consueto nome di “salario più dignitoso”, di “orario di lavoro più umano”.

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Cous cous Fest 2010

Cous-cous fest, la festa dell’amicizia a San Vito lo Capo (Trapani)
Bereits zum 13. Mal fand in San Vito Lo capo, in der Provinz Trapani, das Cous-Cous-Fest statt. Neben gutem Essen gab es Musik, Tanz und interkulturelle Begegnung.

Nazzarena Barni-Fritsch

Siamo ormai alla 13a edizione della celebrazione di questo cibo, uno degli alimenti base del bacino del Mediterraneo, dell’Africa e del Medio Oriente: il cous cous.
Il motto di questo anno è “what a colourful World e “make cous-cous, not war”. Come dire, ed è così, che se si ha abbastanza da mangiare e si mangia bene, se si sta bene, non si ha voglia di pensare alla guerra. E ancora: il consumo del cibo implica la convivialità e l’obbligo morale dell’ospitalità. E una persona che mangia alla tua tavola, e con cui dividi il cibo, rimane una persona con un volto, e non può essere più un nemico.
Come ogni anno, la festa si svolge a San Vito lo Capo in provincia di Trapani, quest’anno dal 21 al 26 settembre, ed è un modo gioioso di dare addio all’estate

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Girotonno 2010

Una tradizione dedicata al “tonno di corsa”, indiscusso signore del mare Mediterraneo

Anfang Juni findet in Carloforte auf der Insel San Pietro bei Sardinien zum achten Mal das Festival „Girotonno” statt. Die kulturellen und kulinarischen Beiträge im Zeichen des Thunfischs locken Jahr für Jahr viele tausend Besucher in die historische Hafenstadt.

Nazzarena Barni-Fritsch

San Pietro è un’isola nell’isola. È dove il tonno è di corsa e i sardi parlano ligure. L’intera manifestazione ruota intorno al tonno di corsa, indiscusso signore del mare Mediterraneo. E onora il tonno rosso, il tonno di qualità, che ha dato vita e sostentamento a tutte le popolazioni isolane e di costa affacciate sul Mediterraneo. Si definisce tonno di corsa il tonno che “di corsa” depone le uova e compie il rito della fecondazione, costeggiando Liguria, Sardegna, Sicilia e le coste adriatiche, toccando nel suo viaggio di ritorno le coste greche, turche e tunisine. I branchi, prendendo il nome di tonni di ritorno, si dirigono poi nelle acque più fredde dell’Atlantico. È un tonno a carne rossa, particolarmente dolce e saporita. Ieri cibo povero e “carne” dei pescatori, oggi cibo raffinato e gourmet, se si pensa che i giapponesi sono disposti a pagare per la parte migliore del tonno da preparare cruda per sushi e sashimi, anche 500 euro/kg, molto di più di quanto sia valutato il tonno sul mercato carlofortino. Come il maiale per i contadini, il tonno rappresenta per i pescatori un’assicurazione sulla vita, è procacciatore di sussistenza, dio sacrificato e immolato per cibare e dare quindi vita e sostentamento da secoli ai pescatori e alle loro famiglie. Per questo onorato e omaggiato, al tonno viene dedicata questa grande festa/festival dal nome giocoso, GIROTONNO, come un girotondo intorno al tema tonno, con divagazioni sul tema, dalla rassegna enogastronomica alle tradizioni legate alla tonnare
e alla mattanza.

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La Sartiglia di Oristano

A caccia di una stella portafortuna

Die „Sartiglia“ ist eine faszinierende Faschingsveranstaltung in Sardinien. Das Schauspiel ist von Farben, Masken und Symbolen geprägt und blickt auf eine über fünfhundertjährige Tradition zurück.

Nazzarena Barni-Fritsch

La Sardegna è un’isola di straordinaria bellezza, cheoffre molto più di un clima mite e spiagge con acquetropicali. La sua storia e le sue tradizioni parlano di unpopolo fiero e sovrano in continua lotta per la sua autonomiae originale nelle sue tradizioni e nei suoi miti sortiper tramandare fatti storici, celebrare eventi religiosi orendere omaggio ai cicli delle stagioni e al ruolo dell’uomoin una natura primordiale. Tra le numerose festepopolari che si svolgono in questa regione una delle piùspettacolari e piene di colori è la Sartiglia che si celebra a Oristano.

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Avventure di viaggio

Scoprire l’Italia alla fine dell’Ottocento, quando il turismo era esperienza di vita

Reisende, die Ende des 19. Jahrhunderts die italienische Halbinsel erkundeten, hatten im Vergleich zu Touristen von heute mit schwierigen Bedingungen zu kämpfen, die in unserer Zeit kaum vorstellbar sind.

Alessandro Gambaro

 

Tutti ricordiamo di aver letto, da ragazzi, libri di avventure di viaggio: ed erano anche avventure “durante” il viaggio, non soltanto all’arrivo: il viaggio in sé era avventura, era scoperta, era vita.
La mia avventura di viaggio - peraltro solo letteraria - comincia mentre siedo comodamente cullato dall’eurostar lungo il tragitto tra Genova e Roma: leggo la “Nuovissima Guida d’Italia”, pubblicata a Venezia da Colombo Coen editore nel 1876, che apre con il classico “ L’Italia è una penisola circondata a settentrione dalle Alpi; ad occidente e a mezzodì dal Mediterraneo, e a levante dal mare Adriatico, detto anche Golfo di Venezia” e poi prosegue descrivendo i diversi percorsi che dai confini del nord portano verso sud.

Partiamo con un’osservazione un po’ preoccupante circa l’ingresso in Italia attraverso il passo del Sempione: “il tratto di strada tra la quinta casa rifugio e la vetta è il più pericoloso all’epoca delle valanghe e degli uragani, perciò lungo uno spazio di meno di una lega trovansi stabiliti sei rifugi ed un ospizio. Il passo del Sempione è alto 2021 metri sul livello del mare…”

E non meno arduo sembra il percorso per chi giunge da “Innspruck” per il passo dello Stelvio: deve scendere
“alla Cantoniera al giogo di Santa Maria (2538 m.), dogana italiana situata appena 276 metri al disotto della cima del varco dello Stelvio. Di qui a Bormio i vetturali non impiegano più di due ore. Un sentiero da mulattieri, discretamente scosceso era, tempo fa, la sola via di comunicazione fra Vintschgau e la Valtellina…”

Molto più agevole il passaggio per il Brennero: “ la strada ferrata, aperta al pubblico il 17 agosto 1867… conta su tutta la linea 28 gallerie e va da Innspruck a Botzen in 5 ½ o 6 ½ ore, e altre 5 ½ o 6 ½ da Botzen a Verona.”. Mentre “da Trieste, città della monarchia Austro-Ungarica” si arriva a Venezia in ferrovia, passando per Udine: 214 Kilometri in 10 ore.

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Bacino Termale Euganeo: tra mito e benessere

Un invito a visitare una zona apprezzata sin dell'antichità per le sue benefiche acque termali

Für Gesundheit und Entspannung stehen seit der alten Römer die Kurorte Abano und Montegrotto. Das Geheimniss liegt in dem bis zu 87 Grad heißen Wasser, welches aus den Becken der Monti Lessini in den Voralpen bis zu den Euganeischen Thermen gelangt

Sasha Deiana

….Patavinorum aquis calidis herbae virentes innascantur….così scriveva Plinio il Vecchio nel trattato enciclopedico Naturalis Historia facendo riferimento alle rigogliose piante erbacee che crescevano e crescono tuttora tra le sulfuree acque termali aponensi.

Furono proprio quelle alghe medicamentose cui fa riferimento il celebre scrittore e storico latino, che permisero al Bacino Euganeo di raggiungere presto fama internazionale.

 

Abano e Montegrotto sono due cittadine termali che sorgono ai piedi dei Colli Euganei e distano pochi chilometri dalla città di Padova: la ragione che le rende popolari in tutta Europa, però, non è tanto la strategica vicinanza a Venezia o alla città di Sant’Antonio, quanto l’insieme delle proprietà curative che ne caratterizzano il sottosuolo.

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La neve è sciolta e l’erba spunta

L’arrivo della primavera secondo le usanze popolari cimbre

Die Zimbern sind ein germanisches Volk, das sich im zweiten Jahrhundert nach Christus unter anderem in Südtirol-Trentino und in Venetien niedergelassen hatte. Mancher Brauch wie das Frühlingsfest erinnern an jene Zeit und sind noch lebendig.

Sasha Deiana

Schella, Schella Märzo

Snea dehin

Gras deher

Alle de dillen leer

Benne der kuko kuket

plűnet der balt

bear lang lebet

sterbet alt.

(Suona, suona marzo,

la neve è sciolta,

l’erba spunta,

i fienili son tutti vuoti.

Quando il cuculo canta,

fiorisce il bosco,

chi vive a lungo,

muore vecchio.)

L’arrivo della primavera ha sempre rappresentato motivo di grande entusiasmo popolare e festeggiamenti folcloristici: l’aumento delle temperature, l’allungarsi delle giornate e il conseguente risveglio della vegetazione circostante stimolano nell’essere umano un gradevole senso di gaudio e beatitudine.

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Alla scoperta del fantastico mondo delle Salse di Nirano

In una cornice naturale davvero incantevole, il gorgoglio tranquillo di alcuni simpatici vulcanetti di fango richiama alla mente un passato misterioso ed affascinante

Italien ist ein wahrer Tresor voll Schätze: Davon sind einige sehr bekannt, manche andere jedoch noch zu entdecken. Wenn man Italien sagt, denkt man an Kolosseum, an den Pisa Turm, an die Dolomiten und an die wunderschönen Insel. Wir werden heute die meist begangenen Route verlassen um an die Entdeckung eines kleinen Naturreservats in der Provinz Modena zu gehen. Hier können wir ein ungewöhnliches und faszinierendendes geologisches Phönomen beobachten, die sogenanten „Salse“

Daniele Verri

"Nel consolato di Lucio Marzio e di Sesto Giulio (che fu l’anno di Roma 663) avvenne un portento grande nell’agro modenese imperocché due monti fra lor s’accozzarono rimbalzando con forte fragore e a vicenda scostandosi, e di mezzo ad essi, benché di giorno, si vide fiamme e fumo levarsi al cielo. Per cotale sommovimento tutte le ville intorno rimasero sfracellate e spenti molti animali, che v’erano. E questo portento si stettero a riguardare molti cavalieri romani con la loro gente, ed altri viandanti d’in sulla via Emilia..."

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Ciottolando con gusto

Il gusto di viaggiare per l’Italia Malcesine, Lago di Garda 4/5 Ottobre

Nazzarena Barni Fritsch

La manifestazione „Ciottolando con gusto” si svolge a Malcesine, da otto anni, il primo fine settimana di ottobre.

Se non avete modo di visitare il sito (www.ciottolando.com), tenterò io in breve di spiegarvi le regole del gioco, perché in fondo è proprio di un bel gioco che si tratta.

Chi conosce il nucleo storico di Malcesine sa di quali sassi si parla: le viuzze che sboccano in slarghi e piazzette pittoresche sono lastricate dai ciottoli in questione. Cic-ciac, cic-ciac: è tutto uno stropiccio di passi, che compone la melodia tipica dei turisti senza fretta.

Il fine dell’iniziativa è l’invito ad una passeggiata gastronomica lungo le vie di Malcesine a caccia di scorci, odori, sapori. In questo modo non si percorrono solamente gli itinerari più noti, ma alla ricerca dei locali presentati, si va alla scoperta di luoghi meno battuti percorrendo tutto il centro storico.

 

Un viaggiatore che passa due o tre giorni in una località turistica viene a conoscerne, in media, due o tre ristoranti, un paio di bar e una gelateria; se si è trovato bene, tende a ritornare nei soliti posti e a non sperimentarne di nuovi. “Ciottolando con Gusto” invece permette di acquisire, nel giro di due giorni, una conoscenza molto più estesa dell’offerta locale: venti attività tra ristoranti, bar, gelaterie che, suddivise per gusto (salato, piccante, e dolce) permettono una toccata e fuga delle loro offerte gastronomiche e la presentazione al pubblico del locale.

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Orgoglio Palermitano

L’apertura a Milano dell’Antica Focacceria S. Francesco, locale storico della gastronomia palermitana e simbolo dell’anti-mafia, ha raccolto intorno a sé i tanti siciliani che lavorano nel capoluogo lombardo

Daher verwundert es kaum, dass die Eröffnung eines klassischen Lokals in Mailand mit großer Begeisterung der in Norditalien lebenden Sizilianer gefeiert wurde. Die sizilianische „Antica Focacceria San Francesco“ setzt ein Denkmal an die kulinarische Tradition und stellt zugleich ein Symbol für das ehrliche und fleißige Sizilien dar, welches sich gegen die Mafia stellt. Wie jeder Sizilianer, ist auch der Palermitaner seinem Land, den Traditionen und der lokalen Küche sehr stark verbunden.

Gianfranco Caccamo

A chi capita di viaggiare in aereo tra Palermo e il “continente” salito sull’aeromobile non potrà non sentire un forte ciavuru, ovvero un odore, proveniente dalle confezioni gelosamente custodite da molti dei passeggeri. Il palermitano che vive “fuori” o che va in trasferta, infatti, non può fare a meno di portare con sé le prelibatezze culinarie conosciute e apprezzate in tutto il mondo, dai dolci come i cannoli e la cassata, ai cibi da strada, come le arancine (da non confondere con gli arancini catanesi, il palermitano potrebbe infatti offendersi per un “errore” simile). Non c’è da stupirsi allora se l’apertura nel capoluogo lombardo dell’Antica Focacceria S. Francesco, locale storico

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Da Palermo a Milano ed ora anche oltre

Intervista a Vincenzo Conticello, titolare dell’Antica Focacceria San Francesco

In August haben wir in Palermo Vincenzo Conticello getroffen. Erbe einer der ältesten Dynastien der palermitanischen Gastronomie, Conticello hat uns seine Pläne verraten, in den nächsten Jahren circa hundert „Antiche Focaccerie“ auf der ganzen Welt zu eröffnen, auch in München. Es handelt sich um ein Plan, der den Ziel hat, die gesunde und ehrliche sizilianische Kultur zu exportieren, und eine Weltkette von 100%-igen italienischen Restaurants zu schaffen.

Gianfranco Caccamo

In un caldo pomeriggio di metà agosto abbiamo incontrato nella suggestiva piazza San Francesco d’Assisi di Palermo Vincenzo Conticello, uno dei titolari dell’Antica Focacceria San Francesco, per farci raccontare i progetti futuri: primo in ordine di tempo, e sulla scia del successo già ottenuto nei mesi scorsi, l’apertura di un nuovo locale nel cuore del capoluogo lombardo previsto per il giorno 15 novembre.

 

INTERVenti (IV): L’inverno scorso siete arrivati a Milano. Come siete stati accolti?

 

Vincenzo Conticello (VC): A febbraio abbiamo fatto il nostro debutto nella città lombarda che ha dato un ottimo e immediato risultato protrattosi in tutti i mesi successivi. Un successo determinato non solo dalla continua frequentazione dei siciliani, in particolare dei palermitani, residenti in Lombardia – che ci hanno subito considerato loro punto di riferimento e d’incontro a Milano – ma anche dalla buona accoglienza dei non siciliani che si sono avvicinati volentieri alle nostre proposte e ai nostri gusti. Per cui hanno sostituito magari un carpaccio di vitello con uno di pesce spada o di tonno, un risotto alla milanese con gli “anelletti” al forno (alla palermitana), una lasagna con la pasta “alla norma”.

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Sicilia bedda

Viaggio nella Sicilia meridionale alla scoperta di una terra ricca di arte e cultura che cela storie e voglia di riscatto e rinascita

Die Reise führt uns in den südlichsten Teil Siziliens. Ein Gebiet, in dem sich Städte im Barockstil befinden, welche von der UNESCO auf die Liste des Welterbes gesetzt worden sind. Besonders sehenswert ist das historische Zentrum von Ragusa Ibla, das als Bühnenbild für viele Filme gedient hat, wie beispielsweise „Der Kommissar Montalbano“. Hier findet alljährlich die sogenannte „Ibla Buskers“, das Fest der Straßenkünstler statt. Es ist ein Ort an dem sich Geschichten und Leidenschaften kreuzen. Dieser Ort lässt begreifen, dass Sizilien seit Jahrhunderten eine Schmiede multiethnischer Kulturen ist.

Gianfranco Caccamo

A metà ottobre ogni anno nella Sicilia orientale si svolge la Ibla Buskers, Festa di artisti di strada. Lo scenario è quello del centro antico di Ragusa, straordinaria cittadina dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco, nonché luogo in cui vanno in scena le storie televisive che hanno come protagonista il Commissario Montalbano, il noto personaggio uscito dalla penna di Andrea Camilleri. Ragusa Ibla è un posto davvero unico, nel quale per una settimana intera si ritrovano saltimbanchi, musicisti, mangiafuoco, attori per dar vita a spettacoli e attrazioni lungo le stradine barocche. I vicoli, le piazze e i giardini al calar della sera si animano di spettatori rapiti dai lampi, dai cerchi di fuoco, dalle melodie e dai movimenti scenici.

A far da sfondo alle performance, le facciate barocche slanciate verso la luna con i loro ghirigori decorativi. A svettare su tutto l’abitato sono il cupolone e la facciata del duomo di San Giorgio, che fa bella mostra nella piazza principale dietro al filare di palme che rendono lo scenario ancor più esotico. Uno scenarioesplosivo che si ripete piazza dopo piazza, chiesa dopo chiesa, via dopo via.

Una scenografia architettonica unica al mondo dietro alla quale si nascondono storie inaspettate, amore e passione per una terra ricca di cultura, scaldata dal sole e animata da un desiderio di emergere. All’ombra degli edifici barocchi, all’interno di bar, botteghe e ristoranti, non si può che fare incontri unici ed emblematici di una terra, di una Italia, che a volte riesce ancora a sorprendere.

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Mediterraneo in festa con la XIV edizione di Marinando 2009

Sette giorni di teatro e video dedicati al mare che ha coinvolto studenti italiani insieme a ragazzi della Libia, della Tunisia, del Portogallo

Serena Bartezzati

Si è conclusa il12 settembrela XIV edizione di “Marinando”, il festival internazionale dedicato alla cultura e alle tradizioni del mare e della pesca. Marinando è una campagna promossa dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, rivolta agli studenti delle scuole primarie di secondo grado (studenti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni) di tutta Italia. Le scuole ricevono l’invito a partecipare a due concorsi:

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Essere venexian (1)

Von den Voraussetzungen, Venezianer zu werden

Chi vuole capire veramente Venezia, e magari desidera anche viverci, deve rendersi conto che questa città è ben più di una mèta turistica. La Repubblica Marinara di Venezia è stata per più di mezzo millennio il fulcro del potere politico ed economico del “mondo” di allora. Un successo basato sulla capacità di costruttori navali di grande genio, audaci marinai e abilissimi commercianti. Il risultato non va misurato soltanto a livello economico ma anche politico: Venezia, priva di una Costituzione scritta, di partiti, sindacati, corporazioni e senza un proprio esercito, è stata l’unico stato a non aver conosciuto conflitti interni. Chi oggi desideri conoscere questa città, magari anche viverci, dovrebbe prima conoscere la sua storia, la sua lingua ed avvicinarsi con dovuto rispetto e ammirazione alla miraculosissima serenissima.

Uwe Fabritzek

Dass Venezia einzigartig ist, wissen Sie ja schon aus meinem ersten Artikel. Aber worauf begründet sich diese Einzigartigkeit? Über das Phänomen der „Venezianità“ gibt es unzählige Beiträge, die sich zumeist mit dem Venezia seit 1797 beschäftigen. Diese Betrachtungsweise aber reicht nicht aus: die Position und Geltung Venezias liegt vielmehr in seiner herausragenden Stellung in der Weltgeschichte begründet: Dieses an sich kleine, nie mehr als 150.000 Einwohner zählende Stadtstaat hat über viele Jahrhunderte Weltgeschichte bestimmt und geschrieben! Das venezianische Einflussgebiet reichte im Osten über den gesamten Balkan und Griechenland, Konstantinopel und weit über das Kaspische Meer hinaus bis nach Tana- Endpunkt der Karawanen aus China wie Sibirien. Im Süden über Kreta und Zypern bis Beirut, von Alexandria bis Tripoli und Algier und im Westen gingen die Handelsrouten über Sizilien, die Balearen nach Portugal, Flanden, England und Nordeuropa.
Der vorausschauenden und umsichtigen venezianischen Politik war es gelungen, Venezia zum Welthandelszentrum schlechthin zu werden- vor allem für Gewürze, Stoffe, Gold- und Silberwaren, Tee und Kaffee. Dies gegen den Widerstand vieler Konkurrenten, vor allem den Der Seerepublik Genua, das einen hundertjährigen Krieg gegen die Serenissima führte.
Der ungeheure Reichtum, den dieser Handel für Venezia brachte war Ergebnis einer zielgerichteten Politik, die mit gesicherten „mude“, also Handelsfahrten durchgeführt wurden, die praktisch nach „Fahrplan“ (!) stattfanden. Zur Veranschaulichung:

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Venezia trionfante!

Von Aufstieg und Herrlichkeit, Untergang und Unsterblichkeit der „Miraculosissima Serenissima Venezia“

Uwe G. Fabritzek

“Venezia! Venezia! Quanti miti hanno affollato la tua storia. Quante illusioni, quanti sogni, quanti desideri inespressi. Da dove viene, dove vai, chi sei, cosa sei...“

(Venezia! Venezia! Wie viele Mythen haben deine Geschichte begleitet. Wie viele Illusionen, wie viele Träume, wie viele unausgesprochene Wünsche. Woher kommst du, wohin gehst du, wer bist du, was bist du...).

Mit diesen Worten beginnt Marcello Brusegan seine eben erschienene „Storia insolita di Venezia“. Und in der Tat: Über keinen anderen Staat gibt es so zahlreiche mystisch überhöhte Darstellungen wie über Venezia.

Autoren aller Herren Länder preisen einen „idealen“ Staat, regiert von weisen Staatsführern inmitten eines sagenhaften Reichtums in einer Stadt, die „einzigartig auf der Welt… ist“ (Goethe).

 

(2007-2 pag 19)

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Ascesa e declino della Serenissima

Quella di Venezia è la storia di un’ascesa irresistibile a superpotenza e di un inesorabile declino

Uwe. Fabritzek (Trad. Egle Maguolo Wenzel e Gianni Minelli)

Nel corso di secoli nella laguna di Venezia si era insediata una comunità eterogenea che viveva di pesca, di caccia e dell’estrazione di sale, in continua lotta per la sopravvivenza. Da questo nucleo originario si sviluppò più tardi Venezia.

Più mercanti che guerrieri, più marinai che politici, guidati da saggi capi, i veneziani riuscirono a creare un gigantesco impero commerciale, che si estendeva dall’Europa sudorientale fino alla Siberia, all’Asia centrale e alla Cina. Grazie ad una tecnica navale avveniristica, sviluppata segretamente all’interno dell’Arsenale, le navi veneziane dominavano i mari e i mercanti veneziani l’attività commerciale.
La storia di questa comunità che mai si lasciò dividere in fazioni, partiti o congregazioni è veramente straordinaria: per più di 1000 anni non ci furono conflitti interni ed il bilancio non fu mai in deficit. Le arti e l’artigianato vissero un lungo periodo di splendore e, grazie alla ricchezza ricavata dall’attività commerciale, Venezia diventò un gioiello architettonico senza eguali.

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Der Mythos Venezia

Uwe G. Fabritzek

Um sich dem „Mythos Venezia“ zu nähern, ist es sinnvoll, diese Mythen nach ihrem Inhalt zu untersuchen. Dabei lassen sich folgende Kategorien unterscheiden:

- Die Mythen über die Entstehung Venezias

Flavio Magno Aurelio Cassiodoro (494- ca. 583) begründet die Mythen über Venezia mit seinem berühmten Brief von 537, erstes schriftliches Zeugnis über Venezias frühe Geschichte, mit seiner Beschreibung des Lebens in der Lagune.

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Zur Geschichte Venezias

Uwe G. Fabritzek

Die Ursprünge

Archäologische Funde beweisen eine sehr frühe Besiedlung der Lagune und ihres Hinterlandes. Statuen, Bronzen und Keramiken zeugen vom Handel mit Etruskern, Arabern, Griechen und anderen bereits in paläovenetischer Zeit. Be der Bevölkerung ist zwischen den Bewohnern des Festlandes und denen der Lagunengebiete zu unterscheiden. Die Paläoveneter besiedelten die Region des heutigen Trentin, des Gardasees und Veronas bereits 1500 Jahre bevor Eneter (Veneter) aus dem kleinasiatischen Paflagonien (dem Gebiet um Troja) ca. 1900 v. Chr. bis zu den euganeischen Hügeln, den Hochebenen von Asiago und Asolo vordrangen. Herodot (484 - 425 v. Chr.) und andere gaben bereits früh Zeugnis von dieser Entwicklung.

Unter den Römern wurde dieses Gebiet zur „X Regio Venetia et Histria“. Die Veneter unterstützten Rom unter anderem im Kampf gegen Hannibal. Wichtige Strassen wurden gebaut, so die „Via Postumia“, die „Via Annia“ oder die „Via Claudia Augusta Altinate“. In der langen Zeit der Pax Romana wurden zahlreiche Städte gegründet, darunter Verona, Padova, Este, Adria (Namensgeber der Adria!), Treviso, Udine, Oderzo. Auch Equilus, heute Jesolo, gehört dazu und weist wie Cavallino auf deren Bedeutung für die Pferdezucht hin.

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Ein  Besuch bei Don Camillo

Brescello, eine kleine Stadt in der Emilia, fungierte in den Fünfziger Jahren als Drehort für die bekannte Reihe der "Don Camillo Filme". Heute ist sie deshalb zu einem beliebten Freilicht-Filmmuseum geworden

Nella tranquilla cittadina emiliana sulle rive del Po, si passeggia rivivendo ad ogni angolo scene degli indimenticati film con Fernandel e Gino Cervi

Helmut Stierstorfer

Als großer Freund der Don Camillo und Peppone Filme schenkte mir meine Frau zum 40. Geburtstag eine Reise in den Ort in Italien, wo alle fünf dieser Filme gedreht wurden – Brescello in der Poebene.Die Anreise mit dem Auto ging über die Brennerautobahn bis Mantua und von dort dann entlang des Po nach Westen. Brescello selbst erschien mir überraschend klein, hat aber doch über 5000 Einwohner.
Von unserem Hotel am Ortsrand ist man nach ein paar Schritten bereits im Ortszentrum, der „Piazza Matteotti“. Hier stehen sich die Ortskirche „Santa Maria Nascente“ und schräg davor das Rathaus gegenüber. Wie wir später im Museum lernen konnten, war eben diese räumliche Situation mit ausschlaggebend für die Wahl von Brescello als Drehort, da sich so der Gegensatz zwischen dem Pfarrer und dem kommunistischen Bürgermeister besonders gut darstellen ließ. 
Auf der Piazza stehen sich auch zwei moderne Bronzestatuen der Protagonisten der Filme gegenüber. Außerdem gibt es hier ein Caffé Don Camillo und eine Bar Peppone. Während eines kleinen Spaziergangs durch den Ort trifft man immer wieder auf ausgestellte Filmrequisiten, sowie Ecken und Gebäude, an denen einzelne Szenen gedreht wurden, teilweise sind diese auch mit informativen Schildern versehen.

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Das Venedig von heute

Uwe Fabritzek

Der Besucher von heute kommt entweder mit dem Flugzeug, dem Auto oder der Eisenbahn nach Venezia. Mit dem Pkw oder dem Bus (vom Flughafen) kommt er zur Piazzale Roma, Endstation für jeglichen Autoverkehr. Alle Züge enden am Bahnhof Santa Lucia, direkt am Beginn des Canal Grande.
Man informiert sich besser vorher anhand eines Stadtplans, wo das gebuchte Hotel liegt und wie es zu erreichen ist - zu verwirrend ist meist der Trubel bei der Ankunft.
Von der Piazzale Roma wie der Stazione führen die Linien 1 und 82 der Vaporetti durch den Canal Grande zum Lido di Venezia. Die meisten Hotels sind vom Canal Grande gut zu erreichen - aber nur die Linie 1 fährt alle Haltestellen an!

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L'arsenale - l'arma segreta della "Serenissima Venezia"

Die Geschichte der einst grössten Schiffswerft der Welt

La prima pietra dell’Arsenale di Venezia fu posta nel 1104 sotto il dogato Ordelaf Falier (1102-1118). Lo scopo dell’Arsenale era quello di dare a Venezia un complesso cantieristico per la costruzione e alla riparazione di navi nelle immediate vicinanze della città. Il complesso si era reso necessario non solo per supportare il sempre più fiorente commercio ma anche per i trasporti commissionati ai veneziani in relazione alle crociate.

Tre sono le fasi che hanno portato alla realizzazione dell’Arsenale:

- nel 1104 fu costruito l’”arsenale vecchio”

- nel 1304 l’”arsenale nuovo” con le corderie e

- nel 1472 l’”arsenale nuovissimo grande”

Fin dall’inizio l’Arsenale era sottoposto alla direzione e controllo politico del Gran Consiglio. .

Dal 1276 la direzione dell’”Arsenale” era nelle mani dei tre “patroni dell’arsenal”, nel 1442 furono istituiti i “provveditori dell’arsenal”. Questi avevano il compito di controllare e coordinare i “patroni”, a loro subordinati. Tanto “patroni” come “provveditori” facevano parte della nobiltà e restavano in carica per 32 mesi e rispettivamente 16 mesi.

Nel 1571 venne istituita la figura del “masser”, il quale, ogni mese, era tenuto a riferire al Senato del lavoro dei “patroni” e doveva, inoltre, annotare su di un “quaderno grando” ogni movimento di denaro o di merce.

Gli “stimadori” erano invece protomastri con determinati funzioni di controllo tra cui quello dei legni acquistati o dei prodotti finiti.

Gli “appontatori” poi avevano il compito di tenere la contabilità per la remunerazione dei mastri e degli apprendisti che venivano pagati giornalmente. Oltre a ciò essi controllavano molto severamente le presenze, i ritardi e il rispetto dell’orario di lavoro.
Gli “arsenalotti”, come furono chiamati sin dall’inizio gli operai e gli artigiani, erano il cuore dell’Arsenale. Diventarono una vera ”aristocrazia operaia” e si autodefinivano una “grande famiglia”.
Godevano di tutta una serie di privilegi, tanto personali quanto istituzionali, come per esempio di un posto di lavoro praticamente “a vita” e di alloggi gratuiti nelle vicinanze dell’Arsenale.
Assumevano compiti normalmente riservati ai vigili del fuoco o alla polizia, come per esempio sorvegliare la zecca. Mettevano inoltre a disposizione le guardie per le sedute del Gran Consiglio, nonchè la guardia d’onore durante i funerali del doge. Nel 1629 fu istituito anche un “libro d’oro” degli arsenalotti.
La direzione tecnica dell’arsenale era nelle mani dell’”ammiraglio” o “armiraglio”, eletto a vita dai “protomastri”, che era  responsabile dello svolgimento dei lavori come anche dei materiali necessari alla costruzione e  riparazione delle navi.
I  “protomastri” erano responsabili dei settori di produzione. I quattro più importanti erano i “marangoni”, i “calafatti”, gli “albornti” ed i “remeri”. I quattro protomastri, assieme all’ammiraglio, costituivano il consiglio tecnico dei patroni e dei provveditori.

 

Uwe G. Fabritzek


Das Arsenale gehörte zu den am besten geschützten Geheimnissen der Serenissima - was mit dazu beigetragen haben mag, dass sich zahllose Mythen und Legenden um die venezianische Waffenschmiede - zugleich erste industrielle Produktionsstätte von Schiffen überhaupt - und Zeughaus bildeten.Das Wort „Arsenale“ kennt viele Väter- nach Sansovino stammt es von „arx Senatus“ (Festung des Senats), Dante nennt es „arzanà“, doch wahrscheinlich stammt es vom arabischen „darsina’a“ oder „dar-as-sinà’ha“ - Haus der Handwerker (Tarsanà in Sizilien, Darsanalis in Ligurien).
Nur wenigen hochgestellten Gästen Venedigs wurde ein Besuch im Arsenale erlaubt, so Dante Alighieri 1321, nach dem er die berühmten Verse in seinem „Inferno“ formulierte:
„Quale nell’Arzanà de’Viniziani/ Bolle l’inverno la tenace pece/A rimpalmar li legni lor non sani” (XXI Gesang) (Die im Arsenale der Venezianer/ Im Winter den Teer kochen/ Um das beschädigte Holz zu reparieren).

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Mart - Das Wunder von Rovereto

Ein überraschend modernes Museum in einer alten Stadt lässt immer mehr Autofahrer nach Rovereto abbiegen

Una visita a Rovereto per ammirare un grande museo d’arte moderna. Posto tra due palazzi del 1800 nella pittoresca cittadina presso Trento, il MART colpisce per la sua linea architettonica modernissima e ardita, opera dell’architetto Mario Botta: sotto la gigantesca cupola di vetro dell’agorà ci salutano le sculture di Mimmo Paladino. L’interno del museo, la cui superficie lo pone tra i più grandi del mondo, ci offre una prestigiosa collezione di opere moderne dedicate in gran parte al futurismo.

Jurczyk Jerzy

Auf dem Weg durch das Etschtal in Richtung Gardasee liegt 24 km südlich von Trient die altertümliche Stadt Rovereto mit ihren engen Gassen. Maulbeerbäume zeugen heute noch von der Grundlage ehemaligen Reichtums, der Seidenraupenzucht. Bemerkenswert sind die Herrenhäuser, die Paläste an der Piazza Rosmini und die pittoresk anmutende Altstadt. Trotzdem rasen tausende Autos jede Stunde an Rovereto vorbei. Man will schnellstens das Ziel - Milano, Torino, Rom oder die Strände an der Riviera und in Calabria - erreichen. Bei der Rückfahrt auf der gestaunten Autobahn denkt man über die Kilometer nach, die noch vor München, Hamburg oder Berlin liegen.

Seit zwei Jahren biegen aberimmer mehr Autofahrer nach Rovereto ab. Es hat sich herumgesprochen, dass sich das – besonders für die Kunstinteressierten - lohnt. Vor zwei Jahren, im Dezember 2002,wurde nämlich in dieser subalpinen Kleinstadt das Museum für Moderne Kunst eröffnet. Es ist eines der schönsten und interessantesten Museen Europas und besitzt eine Größe, die mit dem San Francisco Museum of Modern Art vergleichbar ist. Kein Wunder, dass man staunt, wenn man an die bescheidenen Dimensionen einer Stadt wie Rovereto denkt. 50 Millionen Euro hat die Provinz Trient als Bauherr aus eigener Kraft für das Projekt aufgebracht – ein nennenswertes Beispiel ambitionierter Kulturpolitik.

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